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Cremona, Teatro Ponchielli – Monteverdi Festival 2022

"Il ritorno di Ulisse in patria" regia Luigi De Angelis "Il ritorno di Ulisse in patria" regia Luigi De Angelis

IL RITORNO DI ULISSE IN PATRIA
Tragedia di lieto fine in un prologo e tre atti
Poesia di Giacomo Badoaro
Musica di Claudio Monteverdi
Edizione critica a cura di Bernardo Ticci
BTE – Bernardo Ticci edizioni, 2021
Ulisse Mauro Borgioni
Telemaco Anicio Zorzi Giustiniani
Penelope Delphine Galou
Iro Bruno Taddia
Il Tempo/Antinoo Roberto Lorenzi
Giunone Raffaella Milanesi
La Fortuna Vittoria Magnarello
Giove Gianluca Margheri
Nettuno Federico Domenico Eraldo Sacchi
Minerva Giuseppina Bridelli
Amore Paola Valentina Molinari
Anfinomo Francisco Fernandez Rueda
Pisandro Enrico Torre
Melanto/L’humana Fragilità Gaia Petrone
Eurimaco Alessio Tosi
Eumete Luigi Morassi
Ericlea Anna Bessi

Accademia bizantina
Direttore Ottavio Dantone
Regia, scene, luci e video Luigi De Angelis
Costumi e drammaturgia Chiara Lagani
Assistente regia Andrea Argentieri
Progetto Fanny & Alexander
Produzione Monteverdi Festival, Fondazione Teatro Ponchielli
Nuovo allestimento
Cremona, Teatro Ponchielli – Monteverdi Festival 2022 24 giugno 2022


SONAR STROMENTI E FIGURAR LA MUSICA
Tableaux Vivants dall’opera di Michelangelo Merisi da Caravaggio e dei Caravaggeschi
su musiche di C. Monteverdi, F. Corbetta, S. Pessori, F. Asioli, A. Carbonchi
I Bassifondi
Luca Cervoni tenore
Gabriele Miracle percussioni
Stefano Todarello liuto, colascione e chitarra battente
Simone Vallerotonda liuto, chitarra barocca, tiorba e direzione
messa in scena TEATRI 35 di e con Gaetano Coccia, Francesco O. De Santis e Antonella Parrella
coproduzione Fondazione Teatro A. Ponchielli / Associazione Teatri 35
Museo civico Cremona 24 giugno 2022

In scena al Monteverdi Festival di Cremona, Il ritorno di Ulisse in patria di Claudio Monteverdi. Luigi De Angelis, responsabile della regia, delle scene, delle luci e dei video, traspone l’impianto scenico in un anonimo ambiente contemporaneo, con pochi elementi scenici (sagome di alberi o cespugli), essenziale ma non sempre efficace nella resa dell’intreccio di questa tragedia a lieto fine. Il progetto ideato da Fanny & Alexander, con i costumi di Chiara Lagani, si apre su una proiezione che propone un Ulisse naufrago che si risveglia sulle rive del fiume Po, come chiariscono le note di sala. E’ un luogo che vuole essere neutro, per sottolineare forse una lettura universale della vicenda mitologica già sublimata nella scrittura musicale monteverdiana. Il punto a cui tende tutta l’opera è la scena dell’uccisione dei Proci, evocato da un tiro a segno a cui questi si dilettano. La lettura registica ha optato per l’utilizzo ripetuto della platea fin dall’inizio dell’opera. Già nelle prime arie i cantanti si avvicinano al palco muovendosi dalla platea, perdendo fluidità in più di un passaggio, per finire con una rincorsa tra le file della platea nella scena dell’uccisione dei Proci. Forse l’intento non necessario di questi espedienti era di creare vivacità scenica, ma è risultato inutilmente caotico. La direzione di Ottavio Dantone, alla guida della Accademia Bizantina, riesce a sottolineare i differenti piani stilistici musicali che intrecciano allusioni bucoliche a sublimi parti di puro lirismo quasi ieratico, con passaggi strumentali brillanti e preziosi come il poetico lamento di Penelope “Di misera regina”. Tuttavia la qualità della lettura musicale di Dantone non è sempre stata accompagnata dall’interpretazione coerente delle voci, nel complesso ben assortita ma con evidenti punte calanti. Apprezzabili la Penelope di Delphine Galou, Anicio Zorzi Giustiniani nei panni di Telemaco, l’ Iro di Bruno Taddia e bella la prova di Mauro Borgioni, come Ulisse, e di Giuseppina Bridelli nei panni di Minerva e Paola Valentina Molinari (Amore). Poco convincenti Giove di Gianluca Margheri, Nettuno di Federico Domenico Eraldo Sacchi e Giunone di Raffaella Milanesi. Alla fine tuttavia il pubblico ha salutato questa rappresentazioni con applausi convinti, forse soprattutto grazie al direttore ed alla sua Accademia Bizantina.
La serata prosegue nel cortile del Museo civico Ala Ponzone con uno spettacolo veramente suggestivo: Sonar stromenti e figurar la musica, di TEATRI 35 in coproduzione con Fondazione Teatro A. Ponchielli. La parte musicale di questo evento è affidata all’ensemble I Bassifondi, il tenore Luca Cervoni accompagnato da Gabriele Miracle alle percussioni, Stefano Todarello al liuto, colascione e chitarra battente, diretto da Simone Vallerotonda che suona anche liuto, chitarra barocca e tiorba. Sulle note di Monteverdi e altri autori coevi quali Corbetta, Pessori, Asioli e Carbonchi, gli attori Gaetano Coccia, Francesco O. De Santis e Antonella Parrella, con semplici drappeggi puntualmente assemblati sul palco ed una mimica davvero sorprendente, hanno creato una successione di tableaux vivants ispirati alle opere di Caravaggio e di altri grandi pittori del seicento come Cavallino, Preti, Manfredi, Finoglio e Giordano. La scelta delle tele a cui si sono ispirati si è snodata tra le più note: La Crocifissione di San Pietro, Salomè con la testa del Battista, Giuditta decapita Oloferne fino alla citazione del San Francesco in meditazione, conservato nel museo Cremonese. Le luci caravaggesche sono state riprodotte in maniera molto coinvolgente ed immersiva e hanno permesso di materializzate le opere del Merisi e non solo arricchendo l’evento di una leggera ironia che ha fatto rivivere al pubblico il barocco sentimento di maraviglia. Il Canestro di Frutta di Caravaggio ha chiuso la performance.

Ultima modifica il Domenica, 03 Luglio 2022 13:09

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