martedì, 15 ottobre, 2024
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Gli Ubu in discoteca premiano il teatro di tradizione. L’oscar dello spettacolo dal vivo al Cocoricò dei Riccione. -di Nicola Arrigoni

Premio al miglior spettacolo andato ad "Hamlet" di Antonio Latella Premio al miglior spettacolo andato ad "Hamlet" di Antonio Latella

Tutti in discoteca, ci sono gli Ubu! La piramide luminosa del Cocoricò di Riccione ha qualcosa di inquietante e mistico, è un segno nella notte solstiziale di Santa Lucia, è luce a cuspide, mentre nella cittadina romagnola viale Ceccarini è illuminato a giorno, ma di un bianco raggelante. L’edizione della ripresa, l’edizione biennale de Premi Ubu – l’Oscar del teatro inventato 43 anni fa dal critico ed editore Franco Quadri – cerca una nuova mission, cerca un nuovo inizio e lo fa nel segno della tradizione – come si dirà -, ma anche della voglia di sparigliare le carte, di raccogliere suggestioni dalla città di Vittorio Tondelli come dalla lunga tradizione di innovazione della scena del Premio Riccione. Sono tanti gli elementi che concorrono a creare una sorta di equilibrio delicato e instabile fra tradizione della scena e propensione dei Premi Ubi a fare emergere l’innovazione, propensione propria dello spirito rabdomante di Franco Quadri e della sua inesausta ricerca del nuovo e dell’arte capace di farsi pensiero del presente. In questo gioco di ambivalenze si crede si debba leggere anche l’idea di far condurre la serata a una scoppiettante Chiara Francini in abbinata con Graziano Graziani, serata curata da Laura Palmieri e trasmessa in diretta su Rai radio3-Radio3Suite. Francini secca e ironica, spietata in un abito viola che ne esalta le forme, ha tenuto il ritmo intervallando le diciassette sezioni con un perentorio: «Busta!!!», mentre a Graziano Graziani, look un po’ da cowboy, è spettato il compito di contestualizzare i premi, la specificità dei premiati in una ricerca di senso importante e mai scontata. A intervallare la premiazione è stata la musica cantautorale di Diodato e Rodrigo D’Erasmo.
I Premi Ubu 2021 – frutto delle votazioni di 64 critici ed esperti del teatro – hanno cercato di sintetizzare due stagioni teatrali al tempo del Covid con un’attenzione alla drammaturgia e forse alla semantica stessa del teatro in cui l’attore come verbo incarnato sembra destinato a offrirsi come una possibile, auspicata, avvenuta forse, risurrezione di un teatro che vuole ripartire da poesia, attore e coro. E il coro di spettatori si è concretizzato nel Cocoricò pieno, nei gruppi di ascolto alla radio, nella volontà di mettersi in ascolto di un teatro che si è scoperto essere sublime arte in presenza, per usare di un termine abusato fra didattica a distanza e in presenza, fra call via Zoom e Meet e incontri in presenza. Così i Premi Ubu 2021 sono premi di restaurazione che indicano la necessità di confrontarsi, recuperare la grammatica basica ma indispensabile della scena. E allora l’Ubu alla carriera a Giulia Lazzarini è un segno di attenzione nei confronti di un teatro di tradizione che chiede di essere ri-considerato, vuole farsi punto di ri-partenza della scena, a un secolo dalla nascita di Giorgio Strehler e prossimo all’anniversario dei 75 anni della nascita del Piccolo Teatro In quest’ottica si crede possibile leggere, anche, il premio al miglior spettacolo andato ad Hamlet di Antonio Latella, prodotto dal Piccolo Teatro. Il regista per la terza volta in trent’anni ha affrontato il testo shakespeariano, tenendo fede a una necessità: tornare ogni decennio sul testo teatrale per eccellenza, sul testo che più di altri racconta di una scrittura agita e cucita sugli attori. Da qui il premio come miglior attrice under 35 a Federica Rosellini, un Hamlet asessuato, un Amleto parola incarnata. Il premio all’attore under 35 è andato invece a Francesco Alberici interprete di più spettacoli della compagnia Deflorian e Tagliarini, ma anche del monologo Diario di un dolore, ancora una volta attore in cui la parola si fa carne che ha avuto la meglio su Simone Zambelli il performer strepitoso di Misericordia di Emma Dante, un attore tutto corpo e fisicità che nei premi della restaurazione non ha trovato spazio. Il premio quale miglior attrice è andato a Emanuela Lo Sicco per Misericordia, da sempre attrice di Emma Dante e premiata per il ruolo più parlato dello spettacolo della regista siciliana, un doveroso omaggio alla carriera di Lo Sicco e un modo per non lasciare a bocca asciutta lo spettacolo Misericordia – altra produzione del Piccolo Teatro - il vero sconfitto dell’edizione 2021 dei Premi Ubu.
Ed è ancora la parola che muta, mutaforme a vincere con Gabriele Portoghese per Tiresias da Kae Tempest, per la regia di Giorgina Pi (Portoghese è anche interprete dello spettacolo, omaggio a Pasolini - Questo è il tempo in cui attendo la grazia per la regia di Condemi). In Tiresias Portoghese mostra la capacità di fare del corpo/voce la tavolozza su cui intingere i colori verbali del testo di Tempest cui sono andati anche gli Ubu per il miglior testo straniero messo in scena in Italia e per le musiche, curate dal Collettivo Angelo Maj. Forse la vera novità dell’edizione 2021 è rappresentata dall’Ubu alla regia al giovanissimo Fabio Condemi, classe 1988, per lo spettacolo La filosofia nel boudoir da De Sade, parte di una personale ricerca di ‘testi di formazione alla rovescia’ che si abbina alla scelta di autori come De Sade o Pasolini con «la propensione (o la condanna) a uscire dal mondo o a scomparire pur lasciando una traccia indelebile di cui non riusciamo a liberarci», si legge. Ma ancora una volta il punto di partenza è il testo, studiato, rivoltato, sezionato e rifiutato, abbracciato e digerito da Condemi, regista che si è formato all’ombra maieutica di Antonio Latella. E sempre rimanendo in tema di drammaturgia la categoria per il miglior nuovo testo italiano o scrittura drammaturgica, è andata a Mariano Dammacco per Spezzato è il cuore della bellezza, racconto a più voci di un triangolo amoroso, costruito per frammenti e domande sull’amore e le sue degenerazioni.
Anche i premi legati alle luci, alle scenografie e ai costumi raccontano di una scelta che va nella direzione di un teatro con tutti i crismi della rappresentazione, il che non vuol dire un teatro passatista, ma senza alcun dubbio un teatro che fa i conti con le regole, le convenzioni, ricercando l’innovazione all’interno del giardino chiuso della prassi scenica. Il premio Ubu al miglior allestimento scenico è andato allo scenografo svizzero, che si divide tra opera e prosa, Nicolas Bovey per due titoli La casa di Bernarda Alba da Garcia Lorca e Le sedie di Ionesco, prodotti dallo Stabile di Torino, rispettivamente con la regia di Leonardo Lidi e Valerio Binasco. Il premio per i migliori costumi è stato vinto da Emanuela Dall'Aglio per le creazioni immaginifiche di Naturae, lo spettacolo della Compagnia della Fortezza, con la regia di Armando Punzo. Il premio Ubu al miglior disegno luci è andato a Pasquale Mari - storico light designer che attraversa teatro, opera e cinema, sin dagli esordi con il gruppo Falso Movimento – per due spettacoli: Misery, regia di Filippo Dini (produzione Teatro Due – Teatro Nazionale di Genova) e Solaris, omaggio alla fantascienza e a Tarkovskij, regia di Andrea De Rosa (produzione Teatro Nazionale di Genova e Teatro di Napoli).

 UbuDobbelganger miglior spettacolo di danza
Il miglior spettacolo di danza dell’anno è risultato essere Doppelgänger

Nella sezione dedicata alla danza il miglior spettacolo dell’anno è risultato essere Doppelgänger creazione sul doppio di Antonella Bertoni e Michele Abbondanza, in stretta complicità con Maurizio Lupinelli, nato da una residenza ad Armunia e il debutto al Festival Inequilibrio, un lavoro che coniuga racconto coreutico e impegno sociale. Ed è ancora la narrazione di un paradiso perduto o di una innocenza perduta quello che racconta Ink di Dimistris Papaioannou, miglior spettacolo di danza, esempio di una coproduzione importante fra il coreografo greco e I Teatri di Reggio Emilia, un atto di fiducia nello spettacolo dal vivo, maturato in pieno lockdown. Ed il convitato di pietra è il Covid e il terremoto creato nel sistema/teatro. In questa direzione va il sostegno che i referendari hanno voluto dare a Kilowatt festival premiando l’appassionata curatela di Lucia Franchi e Luca Ricci, dopo i fatti estivi che hanno visto cancellare una parte di festival da parte delle autorità. Ed è nella sezione dei premi speciali che gli Ubu hanno voluto sottolineare la resilienza e la creatività di un sistema produttivo che si è scoperto incredibilmente fragile, ma anche reattivo, malgrado tutto. Per questo – in diversi contesti e ambiti – i premi speciali hanno rappresentato il segno che gli Ubu hanno voluto dare all’impegno innovante di realtà produttive diverse e imparagonabili che in piena pandemia non si sono arresi alla distanza e al lockdown. Hanno ottenuto i premi Ubu speciali: Now/Everywhere _ Amat, il Gruppo di Lavoro Artistico (GLA) del Teatro Metastasio di Prato, Lingua Madre del LAC di Lugano, Politico Poetico del Teatro dell’Argine, Indifferita di Frosini/Timpano, Radio India di Teatro India (Teatro di Roma), tutti interventi che hanno raccontato di come grandi istituzioni come gruppi e singoli si siano dati da fare per non soccombere al Covid, per ribadire con forza la necessità del teatro o semplicemente la vita che il teatro porta con sé e che difende sempre e comunque, malgrado tutto.

Ultima modifica il Martedì, 28 Dicembre 2021 10:27

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