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AUTOBUS 2857 – regia Nadia Baldi, Docu – film. -di Francesca Myriam Chiatto

"Autobus 2857" regia Nadia Baldi. Foto Ivan Nocera, Ag. Cubo "Autobus 2857" regia Nadia Baldi. Foto Ivan Nocera, Ag. Cubo

AUTOBUS 2857 – regia Nadia Baldi

Docu – film
Regia Nadia Baldi
Musiche Ivo Parlati (composizione ed esecuzione)
Progetto luci Nadia Baldi
Con Vinicio Marchioni
Voci Antonella Ippolito, Davide Paciolla
Drammaturgia Nadia Baldi, Benedetta Palmieri
Musicisti Ivo Parlati (batteria), Matteo Pezzolet (contrabbasso e basso elettrico) , Roberto Schiano (trombone), Dario Zeno (pianoforte)
Datore luci Raffaele Figliolia
Scenografia Paolo Iammarone, Vincenzo Fiorillo
Direttore della fotografia Antonio Di Domenico
Riprese PERDIDO
Produzione FONDAZIONE CAMPANIA DEI FESTIVAL – CAMPANIA TEATRO FESTIVAL
Cinema Astra, Napoli, 13 dicembre 2021

«Non sono salita sull’autobus per essere arrestata, sono salita sull’autobus per tornare a casa». Ecco quello che risponde Rosa Parks, attivista afroamericana quando si rifiuta di alzarsi per cedere il posto sull’autobus ad una donna bianca. Sa benissimo che per le assurde “regole”, per le condizioni difficili e incomprensibili nella nostra società e mentalità, ma allora quotidiane, dovrebbe farlo, dovrebbe alzarsi da quei posti non destinati ai neri, eppure non lo fa. È il 1 dicembre del lontano, ma neanche poi tanto considerando che ancora vigevano schiavitù e segregazione, 1955. Siamo a Montgomery, Alabama e quello è l’inizio di una protesta ed una lotta non violenta, ma lunga ed inesorabile che porterà, da un semplice no, da un semplice rifiuto, ma significativo, alla caduta della segregazione razziale negli Stati Uniti d’America, tanto variegati a livello di popolazione, quanto poveri della dignità da regalare alle persone di colore, in molti dei loro Stati, appunto in quanto persone, fisiche, umane e morali, ma deprivate dei loro stessi diritti, anche quelli più basilari. Ricorda un po’ il film Il diritto di contare, questo docu – film in cui Vinicio Marchioni è un po’ la voce narrante, il filo conduttore di questa storia che si dipana davanti agli occhi dello spettatore attento, che si fa racconto, ma anche Storia con la S maiuscola, perché parte di un pezzo importantissimo della società mondiale. La cornice splendida, ma qui anche resa più cupa per sottolineare il dolore, la morte da cui si parte per poi arrivare al coraggio, alle conquiste, alla libertà, del Museo Ferroviario di Pietrarsa fa da sfondo alle parole di Marchioni, mentre in una sorta di montaggio alternato, una band di musicisti suona e canta in maniera magistrale armonizzando e accompagnando di volta in volta le vicende messe sullo schermo. La regista spiega che questo era uno spettacolo nato per il teatro e dovutosi poi reinventare con un grande lavoro e in poco tempo, adattandolo anche al cinema, a causa della pandemia, che ha provato ancora una volta a frenare lo spettacolo, l’arte, ma anche la verità che si portano dietro. E così il Campania Teatro Festival fa rinascere di nuovo il teatro, ma anche il cinema, proseguendo la sua corsa iniziata, tradizionalmente, in estate, per continuare stavolta anche oltre. Dalla storia raccontata senza giri di parole fino alla poetica dell’arte che sa tessere trame di rilievo, passa stavolta un tema più che fondamentale, base di tutte le culture e di tutti i tempi, quelli dei diritti, inalienabili,umani.

Francesca Myriam Chiatto

Ultima modifica il Domenica, 19 Dicembre 2021 11:42

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