Stampa questa pagina

OperaDance, ovvero il godimento della bellezza. -di Vito Lentini

Da sinistra Frédéric Olivieri, Margot de Mazzeri e Alessandra Ferri. Foto Tatiana Mazzola Da sinistra Frédéric Olivieri, Margot de Mazzeri e Alessandra Ferri. Foto Tatiana Mazzola

OperaDance, ovvero il godimento della bellezza
di Vito Lentini

Uno degli ambiti che incide profondamente sull'ottimale fruizione dello spettacolo dal vivo riguarda la formazione del pubblico nonché la condivisione dell'ineludibile esperienza emotiva che accompagna l'evento d'arte. Sotto questo profilo sono da menzionare le attività ed iniziative collaterali che accompagnano, sostengono e potenziano i percorsi volti alla condivisione dell'esperienza del vissuto teatrale.
In tale quadro si inscrive la peculiare vocazione della Fondazione Milano per la Scala che dal 1991, com'è noto, è attiva nel tessuto culturale meneghino con plurime e funzionali iniziative di promozione e sostegno alla programmazione di opera e balletto del Teatro alla Scala. Uno scopo e un monito, quello della prima istituzione sorta a supporto di un teatro lirico in Italia, che non di rado guadagna spazio anche nel pregevole intento di porre attenzione alle pagine di maggior rilievo delle stagioni scaligere e alle storiche prime nazionali che continuano ad impreziosire il composito cartellone del tempio lirico milanese. In ordine di tempo è da menzionare, per l'appunto, il contributo della Fondazione all'allestimento del balletto Woolf Works, creazione firmata da Wayne McGregor nel 2015 per il Royal Ballet di Londra e andata in scena, in prima italiana, alla Scala per sette recite (cfr. "Noi siamo la cosa in sé": le campiture woolfiane nel debutto nazionale di Woolf Works).

Opera Dance Tatiana Mazzola

Un viaggio fisico, emozionale ed evocativo - quello pensato dal coreografo inglese - segnato dal ritorno al Piermarini di Alessandra Ferri dopo l'unicum della notte di San Silvestro del 2016 e omaggiato, come si diceva, con plurime iniziative di prossimità all'artista che nel 1992 la Scala qualificò come Prima Ballerina Assoluta e universalmente riconosciuta come una delle più importanti danzatrici drammatiche del nostro tempo. Si colloca in questo alveo, inoltre, la Serata di Gala OperaDance concepita e realizzata dalla Fondazione Milano per la Scala con l'intento di porre in rilievo il ritorno di Alessandra Ferri alla Scala nonché occasione preziosa per la raccolta fondi a favore della sezione balletto della Fondazione milanese - segmento dell'istituzione nato nel 2018 con l'obiettivo di promuovere e sostenere tutti i progetti scaligeri legati alla danza.
Ad aprire la speciale Serata di Gala gli interventi dell'ospite d'onore Alessandra Ferri e di Margot de Mazzeri - Consigliere Responsabile della sezione coreutica della Fondazione - quale preludio alla peculiare performance appositamente pensata per l'iniziativa con una programmazione di stralci tratti dalle plurime pagine del repertorio coreutico internazionale e qui proposti con i Primi Ballerini del Teatro alla Scala e gli allievi della Scuola di Ballo dell'Accademia. In apertura tre allievi degli ultimi corsi della Scuola di Ballo impegnati in Gymnopédie, breve momento coreografico firmato da Roland Petit sugli omonimi tre pezzi per pianoforte di Eric Satie. Rifrazioni delle feste spartane, seduzione, plasticità e gestualità atletica configurano l'ossatura cardinale di un gioco che è dialogo empirico di forme nello spazio. Claudio Coviello e Vittoria Valerio - ambedue danzatori della troupe scaligera - sono i due sognanti interpreti del breve stralcio tratto da Les Sylphides, balletto di Mikhail Fokine su musiche di Frederick Chopin qui riproposto nell'eterea epifania della rêverie romantique. In prolifica tensione si colloca, di converso, il passo a due tratto da In the Middle, Somewhat Elevated di William Forsythe, creazione ideata nel 1987 per l'Opéra di Parigi e quest'anno affidata per la prima volta alla scuola scaligera: due gli allievi impegnati con le dinamiche di un movimento che è, nel contempo, lessico ed ossatura classica vissuta nella destrutturazione e ricomposizione. Ai primi ballerini Nicoletta Manni e Timofej Andrijashenko è, invece, concesso spazio con la Carmen di Roland Petit e l'emblematico duetto pennellato dal coreografo francese sulle iconiche note di Georges Bizet. Nella chiusa tutti gli allievi della scuola coinvolti nella Présentation ideata da Frédéric Olivieri, direttore del Corpo di Ballo della Scala, sugli Études di Carl Czerny. Affidati ai pianisti Marcelo Spaccarotella e Fabio Ghidotti gli Études fungono da irrinunciabile cornice musicale per la baldanzosa esibizione degli esiti del plurimo percorso formativo coreutico.

Opera Dance Carmen Matilde Capelli

La programmazione scelta si è, dunque, configurata come sguardo sui molteplici portati dell'arte della danza nella felice alternanza dei danzatori professionisti e degli allievi di quella che fu l'Imperial Regia Accademia di Ballo e oggi fulcro d'eccellenza della formazione coreutica del nostro paese. La cena di gala sul palcoscenico del Teatro è il dono conclusivo che la Fondazione Milano per la Scala riserva per una serata da custodire nelle pagine del libro dedicato al "piacere estetico".

Opera-Dance 2019 Tatiana Mazzola

Un piacere, questo, che memore della lezione aristotelica sulla catarsi si fa liberazione e godimento di bellezza. Fruizione di venustà in cui riconoscere, nella condivisione, l'identità culturale di un popolo e di una città che continua, claris verbis, ad amare la danza: arte di grazia e bellezza.

Ultima modifica il Martedì, 07 Maggio 2019 09:36

Articoli correlati (da tag)

Questo sito utilizza cookie propri e si riserva di utilizzare anche cookie di terze parti per garantire la funzionalità del sito e per tenere conto delle scelte di navigazione. Per maggiori dettagli e sapere come negare il consenso a tutti o ad alcuni cookie è possibile consultare la cookie policy. Accedendo a un qualunque elemento sottostante questo banner si acconsente all'uso dei cookie.

Per saperne di più clicca qui.