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«Il teatro è la raccolta... e poi l'improvviso svanire» - Eimuntas Nekrosius, il regista lituano morto all'età di 65 anni. -di Nicola Arrigoni

Eimuntas Nekrosius Eimuntas Nekrosius

«Il teatro è la raccolta... e poi l'improvviso svanire»
Eimuntas Nekrosius, il regista lituano morto all'età di 65 anni
di Nicola Arrigoni

«L'intero valore del teatro è che tutto quello che è stato creato scompare immediatamente. E' come la nebbia cresce, cresce e poi improvvisamente svanisce. Questo è il valore: la raccolta e poi l'improvviso svanire». Così Eimuntas Nekrosius definì il valore del teatro a margine di una conversazione dopo il debutto del Libro di Giobbe all'Olimpico di Vicenza. Ed è un improvviso svanire il suo uscire di scena. Il regista lituano è morto ieri all'età di 65 anni. E piace pensare che con quel suo volto burbero, con lo sguardo di ghiaccio e l'andamento di un uomo un po' orso se ne sia andato scomparendo nella nebbia per raggiungere i suoi personaggi, le immagini di straziante e potente bellezza archetipica. Serbiamo nel cuore e nella mente immagini che rimangono indelebili e che sono la parte duratura del teatro che germoglia e cresce. Hamletas è il ghiaccio che si scioglie su una ruota meccanica, spettacolo che lo ha fatto conoscere in Italia, Othellas è la danza con cui il Moro strangola d'amore e gelosia la sua Desdemona, Anna Karenina è l'abbraccio con il tempo di paletò da cui emergono i fari del treno, e ancora il suo Faustas è l'immagine di Dio che come una bestia da soma trascina una pesante trave, la sua Divina commedia in un Paradiso sospeso fra le corde e un Dio intento a impacchettare vite e oggetti: pochi elementi scenici, una maestria nel trarre dai suoi attori una presenza scenica di assoluto rigore, la visionarietà di un rabdomante in cerca di verità nella potenza evocativa della parola che si fa immagine e corpo in teatro. Eimuntas Nekrosius, demone del teatro del secondo Novecento, un visionario, un olimpico, il poeta della vita colta nel suo essere eterna inseguendo l'arcaico: «Nell'antichità c'erano differenti legami e rapporti fra la dimensione umana e il cielo, il mare, gli dei, i personaggi mitici. Ora per noi tutto ciò potrebbe non significare niente, ma la gente ha creduto negli dei, nella visione di un universo magico e misterioso, col teatro questo senso del misterioso, del sacro viene recuperato. questo almeno cerco di fare». E piace pensare che ora Nekrosius viva in questo misterioso senso del sacro.

Ultima modifica il Martedì, 20 Novembre 2018 11:55

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