Teatro: tra finzione e realtà
"Dove c'è arte non c'è morte né solitudine" - Domenica sera 25 giugno 2017 è andato in scena al "Teatro della Brigata", a Livorno, in via Brigata Garibaldi, lo spettacolo di fine corso del primo anno di teatro.
Il lavoro sulla scena costituito da estratti di diverse opere "Il Gabbiano" di Cechov, "Rumori Fuori Scena" di Micheal Frayn, "Il Canto del Cigno" di Checov, "Il Misantropo" di Moliere, "Il Sorriso ai Piedi della Scala" di Henry Miller sono stati cuciti con delicata maestria, seppure inizialmente lo spettatore poteva ritrovarsi spaesato nei primi minuti, poiché lo stesso era caratterizzato per tutto il suo svolgimento dall'elemento della metateatralità, ma lo schema ciclico dello spettacolo faceva sì che lo spettatore riuscisse a immergersi nel componimento teatrale.
Su questo lavoro portato avanti dagli allievi del primo anno gravava il peso del messaggio forte e importante che gli è stato dato: mettere sotto gli occhi del pubblico le difficoltà che vivono coloro che calcano le scene dei teatri. Tale messaggio fondamentale vibrava per tutto lo spettacolo e riecheggiava della forte passione data dai maestri del Teatro della Brigata, Ilaria Di Luca e Andrea Gambuzza.
Un messaggio di denuncia che viene concluso con un monologo finale tratto dal "Il Sorriso ai Piedi della scala" di Henry Miller che percuote l'anima di chi gode della scena.
Tutto si svolge attraverso una scenografia essenziale, due file di poltrone rosse pieghevoli, non fissate, che all'evenienza venivano spostate per permettere dinamiche spaziali diverse. Se il messaggio che viene dato è carico talvolta di amarezza per le difficoltà di chi vota la propria vita al teatro, e al mondo culturale in generale, non sono mancati momenti di intelligente comicità che è stata amalgamata perfettamente in tutto il lavoro.
Da segnalare qualche imperfezione, di dizione e movimento, scusabile certamente in quanto attori appena affacciatisi al teatro.