La supermarionetta con anima e corpo
Pinocchio
regia di John Tiffany
Direttore delle marionette e disegnatore Toby Olié
costumista, scenografo e co-disegnatore di marionette Bob Crowley
illusionista Jamie Harrison; coreografo Steven Hoggett
Con Mark Hadfield (Geppetto), David Langham (la Volpe),
Annette Mc Laughlin (la Fata turchina), Joe Idris-Roberts (Pinocchio),
Audrey Brisson (il grillo parlante).
National Theatre, Lyttelton, 14 dicembre 2017-2 aprile 2018
Quale storia meglio si presta ad incarnare l'odierna evoluzione della marionetta, se non quella di Pinocchio, che da burattino di legno prende vita e diventa umano? Ora la Gran Bretagna ha i suoi inventori e costruttori di marionette teatrali. Toby Olié, iniziò la sua carriera di marionettista facendo muovere il retro di War Horse, prima di passare all'animazione delle zampe anteriori. Formato quindi alla scuola marionettistica sudafricana di Handstring, nel 2010 ebbe l'incarico dalla regista Marianne Elliott allora al National Theatre di disegnare e fare le marionette per The Light Princess, e nel 2014 fondò la sua Compagnia Gyre and Gimble con l'amico marionettista Finn Caldwell, conosciuto sul palcoscenico di War Horse. Da allora hanno creato marionette per Running Wild, un altro racconto come War Horse di Michael Morpurgo, per The Lorax di Dr Seuss, ed ora per il nuovo musical The Grinning Man (L'homme qui rit) di Victor Hugo che trasferito dal Bristol Old Vic, è ora al Trafalgar Studios, Londra West End, fino al 17 febbraio 2018. Produrranno inoltre l'animazione per The Four Seasons (Le quattro stagioni) di Vivaldi, al Globe Theatre dal 9 marzo al 21 aprile 2018.
Per Pinocchio, Toby Olié, direttore e disegnatore di marionette, insieme allo scenografo e costumista Bob Crowley, a Jamie Harrison per le 'illusioni', coadiuvati dai loro associati per movimento, marionette ed illusioni: Delphine Gaborit, Sarah Mardel e Chris Fisher, hanno creato uno spettacolo eminentemente visivo che riempie gli occhi e il cuore. Il National Theatre ha ricevuto il benestare dalla Walt Disney di utilizzare per la prima volta in un teatro la storia e le canzoni del loro film Pinocchio del 1940, ma non è tanto la storia imprestata, ma la sua messinscena che la rende innovativa ed originale. La gigantesca marionetta di Geppetto, a mezzo busto, è animata da tre marionettisti, uno per il braccio destro, uno per il sinistro e da un altro animatore dentro e per il busto, a cui si accompagna un attore esterno alla marionetta che attraverso un'asta ne anima la testa e le da voce. Lo stesso meccanismo è usato per la Fata turchina, Mangiafuoco, il carrettiere del Paese dei Balocchi, mentre il Grillo Parlante, la migliore invenzione del film di Walt Disney, è un mezzo metro di plastica verde, animato da un marionettista che controlla principalmente le zampine posteriori ed un'attrice marionettista, la superba per ritmo di movimenti e capacità vocale Audrey Brisson, che controlla tutti i movimenti del busto vuoto e degli avambracci e gli da voce. Tutti gli attori marionettisti che azionano le teste di questi personaggi non solo parlano, ma anche cantano.
Pinocchio, incarnato dal bravo Joe Iris-Roberts non è mai raffigurato da una marionetta di legno o ingigantito. La Volpe su alte scarpe piattaforma con una voluminosa coda è il personaggio che rappresenta la tentazione del male ed appare dall'inizio della storia, legandone insieme i vari segmenti. I bambini della scuola, i burattini di Mangiafuoco e quelli del Paese dei Balocchi sono attori di normali dimensioni.
Ma come funziona questo inghippo di gigantesche marionette e di umani regolari? Strano, ma le marionette hanno il sopravvento e lo si capisce quando alla fine un Geppetto solo attore e Pinocchio chiudono lo spettacolo. Si sente la mancanza della super marionetta. Il perché è difficile da individuare. Ingigantire personaggi e apparati di scena, come il tavolo di lavoro e la spalliera che contiene gli attrezzi del falegname, ha lo stesso effetto di quando si ingrandisce un'immagine. Diventa più chiara e leggibile. L' espressione facciale, quelle corporali e la voce sono centuplicate. Elevare l'espressione di consapevole umanità di Geppetto, il sentimento che sottoscrive il personaggio, a maschera è stata una scelta felice.
La festa dello spettacolo è inoltre data dalle 'illusioni': il tronco di legno che si sfalda a rivelare Pinocchio, il dito del burattino che brucia, il torso di Pinocchio pugnalato dalla Volpe che non sanguina, la fiammella di fuoco verace che corre libera nello spazio del palco a significare la fata, il naso di Pinocchio che cresce a mezz'aria fino a due metri, Pinocchio e il Grillo che da un piattaforma altissima si tuffano nel vuoto e con movimenti rallentati nuotano sospesi sul palcoscenico, l'immagine della balena congiurata da una bocca enorme ed da uno sbattere di coda sul telone di fondo. E poi la coreografia della danza dei burattini di Mangiafuoco, attori attaccati ad elastici che parodiano sia i costumi multicolori che i movimenti del can can e della balalaica. Insomma uno spettacolo che rinnova il piacere del teatro ed al tempo stesso mostra quanto lavoro di immaginazione, perfezione attoriale e tecnica professionalità sia richiesta per mettere in scena uno spettacolo vincente.
Beatrice Tavecchio