
La Redazione
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Maggio Bimbi Dopo il felicissimo esordio dello scorso anno, coronato da un numero di presenze superiore ad ogni più rosea aspettativa, torna Maggio Bimbi, il minifestival dedicato al pubblico dei giovanissimi, che hanno l’occasione di intraprendere un viaggio nel mondo del teatro, con spettacoli pensati per stimolare la loro curiosità e la loro fantasia, non come semplici spettatori, ma coinvolgendoli e spingendoli ad una partecipazione attiva. Quattro gli appuntamenti con altrettante realtà artistiche del Maggio, a cominciare da quello con i laboratori scenografici del teatro per scoprirne il mondo meraviglioso: L’universo dietro le quinte si intitola infatti lo spettacolo itinerante che la Compagnia Armonie migranti propone per far conoscere, ispirandosi al personaggio del Piccolo Principe, le professionalità di tutti coloro, che dietro le quinte appunto, rendono possibile la magia del teatro. Segue l’incontro con il Coro del Maggio, attraverso la fiaba musicale Paolofischio che dietro le correva, testo di Roberto Piumini e musica di Andrea Basevi: con dieci canzoni cantate dal Coro con un ritornello facile che anche i bambini potranno intonare, spaziando fra cori d’opera, canzone popolare, jazz, gospel. È la volta poi dell’Orchestra del Maggio, diretta da Carlo Goldstein, impegnata nel Sogno di una notte di mezza estate di Felix Mendelssohn, un viaggio attraverso le suggestioni che la musica del grande compositore tedesco suscita e che per Francesco Micheli, ideatore del progetto, rimandano al desiderio dei bambini, che abitano una città immaginaria, di fuggire verso “un mondo migliore”. Infine MaggioDanza, che ci condurrà nel mondo incantato de La fabbrica del cioccolato, su coreografia di Francesco Ventriglia: un musical che vedrà impegnati, accanto ai ballerini di MaggioDanza, tanti piccoli protagonisti. E poi, giochi, sorprese, visite ad ambienti suggestivi... per piccoli e grandi. |
Viviani Varietà Poesie, parole e musiche del Teatro di Varietà di Raffaele Viviani, messo in prova nel 1929 sul piroscafo Duilio in viaggio da Napoli a Buenos Aires Se potessimo, accanto a ricordi, nostalgie, rimpianti inevitabili nei confronti del “varietà”, cogliere anche quei fermenti, quelle sorprese, quelle vitalità che ne stanno facendo grande la storia ancora incompiuta, il risultato del nostro lavoro di palcoscenico sarebbe certo utile, forse anche felice, perché consentirebbe alcune riflessioni parallele al “divertimento”. Partendo anzitutto, e questo è naturale, dall’omaggio a chi questo teatro ha vissuto, scritto, recitato. Ed è anche per questo che abbiamo scelto, come grande testimone di questo mondo così ricco, Raffaele Viviani e il suo teatro, privilegiando così quella parte che nasceva o si sviluppava in quel vitalissimo giacimento culturale che per il Varietà era ed è Napoli, esplicito riferimento nell’esperienza come nella parodia al teatro di “prosa”, deformandola con affetto o per necessità salutare di irrisione. C’era in quegli anni, come c’è oggi, un forte desiderio di cambiamento, di mettere in discussione con ironia, con lo scherzo, con la sorpresa, con il distacco anche malinconico, talvolta con la satira, lo stesso fare teatro. Accenni, esempi, frammenti di una vasta, immensa storia che un solo spettacolo non potrà mai rappresentare compiutamente; segnalati comunque a chi li conosce, a chi li scopre, a chi vuole capire a fondo quell’ impasto teatrale e drammaturgico che passava nel primo ‘900 per i teatri di varietà, a Napoli, a Roma, in Italia e in Europa. |
Lo specchio di Borges Uno spettacolo teatrale dedicato a un eroe inconsapevole del nostro tempo: il lettore. Un eroe perduto ma non perdente. Ovvero a tutti coloro che ancora credono al potere dei libri. Il protagonista è un uomo dagli occhi grigi e dai capelli grigi che seduto su una panchina in abito bianco muove il doppio passo della veglia e del sogno. È un veggente, un giocatore di scacchi che sfida se stesso, che dice la verità sul leggere. Lo specchio di Borges insieme alle musiche di Astor Piazzolla rappresenta un progetto non soltanto teatrale ma un incontro fra letteratura, musica e filosofia. Un evento incentrato sui libri, sull’amore per i libri, la passione per la parola, al tempo stesso eroica ed erotica. Un omaggio all’Omero del Novecento, il grande scrittore argentino, e a uno dei compositori più celebri al mondo per compiere un viaggio letterario per meglio comprendere la nostra attuale esistenza: fra esilio, sogno e follia in un labirinto di pensieri e di finzioni capaci di rivelare la verità. Sulle note struggenti e sensuali del tango di Piazzolla. L’intento è quello di voler sollecitare un dialogo immaginario sul tema del pathos con un compositore “visionario” e grandissimo innovatore. Piazzolla è il musicista che più di ogni altro ha contribuito alla diffusione del tango moderno, lasciando una delle eredità più rilevanti e riconosciute nella geografia musicale del XX secolo. Lo spettacolo ha riscosso notevoli successi a Buenos Aires, Parigi, Madrid e Ginevra. Sul palco accanto a Finazzer Flory la fisarmonica di Francesco Furlanich. |
Casa dolce casa E' uno spettacolo di teatro acrobatico che racconta le vicissitudini di un gruppo di clochard rinchiusi in un luogo senza forma, disseminato di oggetti senza senso e impegnati a sopravvivere nelle condizioni più ostili. Una discarica di uomini e cose. Circondati dai frastuoni della metropoli, sopravvivono “senzacasa” equilibristi e comici che si accontentano di avere come tetto il cielo. Un lampo, un tuono, una pioggia di lacrime. Una folata di vento intona melodie e gli abbandonati del mondo ricostruiscono la dolce casa nel mondo. Gli oggetti dimenticati ritornano a parlare. I corpi stanchi si elevano in salti acrobatici. Scale di corpi sulla musica potente. Nell’euforia danzante la gioia di vivere sale. Uno spettacolo sorprendente, in cui sulle trascinanti note di musiche balcaniche da cumuli di immondizia e abbozzi di case si disegna il sogno proibito degli homeless, dei senza tetto, che con la loro voglia di vivere riescono ad affrontare e a cambiare di segno le avversità che incontrano. Magico, emozionante, e con acrobatica al limite delle capacità umane. |
Siège Continua il percorso di ricerca della compagnia Les baigneurs attraverso un nuovo spettacolo, che mescola danza contemporanea e acrobazie istintive in una gestualità frammentaria e organica al tempo stesso. L'incontro tra l'espressività del corpo di Sara Martinet e l'oggetto/sedia con cui essa sviluppa un rapporto estremamente contemporaneo ed innovativo di scoperta ed esplorazione viene sottolineato dalla voce della cantante lirica che la accompagna dal vivo, come per andare a creare un contrasto volontario tra la non plasticità dell'oggetto e la plasticità del corpo umano. La capacità di Sara di trasmettere emozioni attraverso la danza. |