
La Redazione
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MEDEA Medea ci riporta – a partire dai tragici greci – alle donne di oggi. Sono infatti le donne a mettere in discussione la vecchia cultura facendosi portatrici di un nuovo pensiero. Ed è proprio attraverso Medea (figura totalmente inedita e significativa) che Euripide pone all'interno delle rappresentazioni tragiche un elemento di assoluta modernità. Medea, infatti, è la prima donna a mettere in discussione i rapporti tra uomo e donna, evidenziando una situazione di forza, contestando l'esistente, aprendo un contenzioso e lasciando intravedere nuove possibilità. Medea è per questo uno dei più estremi e affascinanti personaggi della tragedia classica e moderna in quanto, prima fra tutte, non agisce spinta da un impulso erotico o sentimentale ma per rispondere ad una ingiustizia. In Medea l'azione tragica coincide con la sua stessa rovina poiché, mentre punisce il padre dei suoi figli, colpisce con uguale violenza se stessa: pur riconoscendo l'impatto del suo agire, lo persegue con determinazione e lucida consapevolezza. “Medea” è una storia tremenda che le cronache recenti continuano a raccontarci suscitando orrore per un atto così orribile: ancora una volta la lezione dei classici ci fa riflettere sul nostro essere uomini di questo tempo. |
IL FU MATTIA PASCAL Cosa corrisponde a un semplice nome proprio? E’ questa la domanda alla quale intende rispondere il protagonista del romanzo di Pirandello che così inizia il suo viaggio attraverso i vari modi d’apparire di se stesso a se stesso e agli altri, il viaggio tra gli intrighi di una vita moltiplicata forse all’infinito che ci impedisce tra convenzioni e compromessi di capire chi siamo veramente. Morire per vivere una vita diversa. Scoprire la propria vera identità al di là delle convenzioni che ci hanno formato. Viaggiare a ritroso dei sé o dei risultati di sé abbandonando la scorza delle apparenze per tentare una scoperta definitiva del proprio io. Questo il viaggio di Mattia Pascal, nell’abisso della contraddizione tra essere e apparire. La riduzione in commedia tralascia la tecnica della narrazione propria del romanzo e trasferisce ad una dimensione teatrale il racconto. Tato Russo fa propria la materia del testo per riscriverla in commedia nello stesso linguaggio drammaturgico che sarebbe stato di Pirandello: uno sforzo palese e riuscito di una costruzione per il teatro, alla maniera che immaginariamente avrebbe operata lo stesso autore del romanzo. |
18 MILA GIORNI - IL PITONE 18 mila giorni corrispondono a 50 anni. E’ curioso come la prospettiva e il senso del tempo possano cambiare a seconda del criterio con il quale lo si organizzi: gli anni o i giorni. Il pitone è un animale che prima se ne sta buono e ti prende le misure e poi, quando ha raggiunto la tua stessa lunghezza o la tua stessa forza, ti fa fuori.“18 mila giorni – il pitone” parte da qui: dal tempo e da una metafora. Protagonista un uomo di 50 anni che perde il lavoro. Un giorno arriva in ufficio un impiegato più giovane, prima in una scrivania piccola accanto alla sua, poi…Con il lavoro, il protagonista, perde anche tutta la sua vita. Perde il senso delle cose. Se ne sta asserragliato in un appartamento che è diventato una sorta di discarica di cose, ricordi e sentimenti, solo, senza la moglie e il figlio che lo hanno abbandonato. Riflessioni personali e epocali si intrecciano a sottolineare come in soli 18 mila giorni siano radicalmente mutate le prospettive e le aspettative sociali in Italia: da un’epoca in cui il lavoro era un diritto e elemento fondante dell’umana dignità, al trionfo dell’odierno precariato, divenuto persino forma più o meno palese di ricatto sociale. Protagonista Giuseppe Battiston, pluripremiato attore del nostro cinema e del nostro teatro. Accanto a lui, a fare da contrappunto musicale, il cantautore Gianmaria Testa che ha composto canzoni nuove e inedite apposta per questo spettacolo. |
QUESTI FANTASMI! In un appartamento di un grande palazzo seicentesco vengono ad abitare i coniugi Lojacono. Pasquale lascia la moglie all'oscuro dell'accordo tra lui e il proprietario per cui, in cambio di una permanenza gratuita, dovrà sfatare le dicerie sull'esistenza di fantasmi nella casa. Dopo aver parlato con il portiere, che approfittando della presunta presenza di fantasmi ruba indisturbato, Pasquale si imbatte in Alfredo, amante della moglie, e, suggestionato dalla situazione, lo scambia per un fantasma. Pasquale si ferma più volte a conversare con il suo dirimpettaio, il professor Santanna, silenzioso testimone di ciò che accade in casa. Alfredo provvede al mantenimento della coppia con continui regali e Pasquale vive felicemente senza porsi troppe domande. Non sopportando più la situazione d’indifferenza dimostrata dal marito, Maria decide di fuggire con Alfredo. Ma i familiari di Alfredo scoprono il tradimento e corrono da Pasquale per rivelargli l'adulterio: Pasquale, suggestionato, è indeciso se crederli fantasmi o persone vive. Ma…«I fantasmi non esistono... li creiamo noi, siamo noi i fantasmi! » dice Eduardo. Il teatro di Eduardo incontra felicemente il suo naturale interprete, Carlo Giuffrè, maestro e decano del teatro italiano. Dopo essere stato il protagonista memorabile di “Natale in casa Cupiello”, “Il Sindaco del rione Sanità”, ora il grande attore cesella per noi un minuzioso e commovente ritratto di Pasquale Lojacono. Lo stesso Giuffrè guida la Compagnia composta da attori di grande mestiere e ne cura con attenzione e amore la regia. |
L'UOMO PRUDENTE Una delle commedie più interessanti e divertenti di Goldoni, protagonista un attore di grandi capacità interpretative e di notevole notorietà come Paolo Bonacelli. Uno spettacolo di successo che viene riallestito a Gubbio, prima tappa della lunga tournèe. “L'adattamento di Franco Però, anche regista attento, e di Paolo Bonacelli, ottimo protagonista, ha asciugato il testo e tolto il veneziano dalla bocca di Pantalone e la maschera dal suo volto, proponendo uno spettacolo vivace. Gli attori sono tutti bravi, ma chi la fa da padrone con la sua recitazione straniata, quasi a buttare via le battute per poi impennarsi e far così scoprire, con bravura e originalità, senso e ritmo, è Paolo Bonacelli che ben riesce a inserire nel tessuto comico il suo discorrere ponderato, il suo argomentare quasi fondato su una naturale filosofia.” Magda Poli, Corriere della Sera |