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Mercoledì, 11 Maggio 2011
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Straniero di Sicilia

Le liriche di IBN HAMDIS (Noto 1056 ca. - Maiorca 1133 ca.), maggior poeta arabo di Sicilia dell’XI secolo. Ha 31 anni quando, più di due secoli dopo la conquista islamica, nel 1086 la sua città viene presa dai Normanni. Emigrato dapprima in Andalusia, continua il suo peregrinare nei paesi dell’Islam mediterraneo fino alla sua morte, lontano dalla sua patria a cui dedica versi di accorato rimpianto raccolti in un “canzoniere” di oltre 6.000 versi. E’ noto come la Sicilia ha sempre subito, nella sua sofferta storia, pesanti influenze straniere, e che ogniqualvolta questo è avvenuto si è posto il problema della lingua ufficiale da imporre al popolo di questa regione del bacino del mare Mediterraneo. Però, fosse lingua ufficiale il greco o il latino, l’arabo o l’italiano, mai è stato risolto il problema della vera lingua madre parlata dal popolo siciliano (Filippo M. Provitina). E’ d’altra parte innegabile che queste influenze si sono tramutate in presenze hanno fatto radici capaci di generare siciliani appartenenti a culture, etnie, religioni, lingue differenti. Straniero di Sicilia è un tentativo di ricostruzione dell’identità isolana, a partire dalle testimonianze in forma di narrazione in versi (in lingua greca, latina ed araba oltrechè in italiano ed in siciliano ) di alcuni poeti stranieri che hanno abitato questa terra da siciliani.

note biografiche
LA CASA DEI SANTI nasce tra la Sicilia e Milano nel 2003 dall’incontro di un collettivo artistico eterogeneo per formazione e personalità. La Casa dei santi inizia il suo percorso mettendo insieme quello che rappresentava la formazione di ognuno: il teatro, il videoclip, il cinema, la perfomance, la video-arte e la poesia. Le vie dei miti classici e pre-classici, quelle che portano alla ricerca di un’unica conoscenza universale e che sono capaci di segnare il senso della presenza dell’uomo moderno nel presente, rappresentano i temi che caratterizzano in maniera quasi ossessiva la loro ricerca. I linguaggi utilizzati (il teatro, la musica, la poesia, il cinema, il video in senso più ampio) sono testimoni oltre che di un certo eclettismo, anche e soprattutto della volontà di arrivare ad una ‘summa’ artistica multimediale ed armonica. Di qui il desiderio della Casa dei Santi di conferire una qualità artigianale ai processi di composizione ed una profondità arcana alle opere anche quando vengono utilizzate tecniche e tecnologie all’avanguardia.

Alessandra Pescetta, da sempre intenta al dialogo tra le diverse discipline artistiche, si ispira alla psicomagia, nel tentativo di restituire all’arte e all’immaginazione la loro primitiva funzione curativa dell’animo umano. Diplomata in pittura all’Accademia di Belle Arti di Venezia, dirige moltissimi videoclip (Elisa, Ligabue, Subsonica, Planet Funk, Elio e le Storie Tese, Articolo 31, etc) e sot pubblicitari (Campari Mixx, Lancia y, Disaronno, Bvlgari, Muller, Seat Cordoba, etc.) Nel 2005 vince a Cannes Lions il 52TH International advertising festival, il leone di bronzo per il film sociale CRISALIDE Reverse sul tema dell’anoressia. Dal 2002 conduce vari laboratori tra i quali ideazione e ripresa di spot pubblicitari l’università La Cattolica S.T.A.R.s nella facoltà di Lettere e Filosofia di Brescia.

Giovanni Calcagno dedicatosi inizialmente al teatro di strada si forma come attore presso il teatro del molo 2 diretto da Gioacchino Palumbo. Dopo un’ esperienza di laboratorio con il Living Theatre, frequenta la scuola internazionale del cinema e del teatro di Ischia diretta da Mario Martone. E’ interprete di film per Mario Martone, Marco Bellocchio (Buongiorno, Notte), Pasquale Scimeca, e recentemente per Giulio Manfredonia con il film “Si può fare” vincitore del premio Ciak per miglior cast corale. E’ regista e autore teatrale di GILGAMESH e ETNA, cunti sutta la muntagna In teatro con Vincenzo Pirrotta è interprete fra l’altro di Eumenidi, La Sagra del Signore della Nave, ‘U Ciclopu.

Mercoledì, 11 Maggio 2011
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Esecuzione\Ifigenia

Il testo che mette in campo solo le presenze o le assenze di Ifigenia ed Agamennone, figlia e padre, gioca sull’ambiguità del titolo: esecuzione come di spartito musicale, esecuzione come esecuzione di una condanna. L’ambiguità sfuma i contorni al racconto, complice anche l’ironia. Ciò che resta è una materia/Ifigenia: corpo e musica. Voce e sangue. Dolore ed eco. Parola e suono. Il testo non è quindi da interpretare, ma da eseguire. Non quindi un attore sulla scena, ma un’artista come Miriam Palma. Ifigenia non esiste più come teatro ma come umanità del teatro. Non ci sono ritorni, al massimo evocazioni. Ifigenia mi consente anche di ritornare sulla mia posizione personale dinanzi al trattamento che oggi si fa del repertorio classico usato artificiosamente come copione e non come risonanza. Ifigenia si presenta a noi nel momento in cui corpo e musica si scambiano il tempo, e il suono dura finalmente dentro di noi. Ifigenia è possibile nel momento in cui nelle anse del ritmo della scrittura che scorre, corre e si curva, ci piace immaginare una nostra spiaggia, un nostro angolo in cui aspettare di sapere che tempo fa. Riposo e attesa. Ma facciamo i dovuti scongiuri: che non sia noia. Se no sarebbe necessario ancora una volta il sacrificio.
Lina Prosa

note biografiche
“Esecuzione/Ifigenia” nasce da una collaborazione tra Miriam Palma e Lina Prosa che da tempo sperimentano una collaborazione che mette insieme i loro diversi linguaggi legati al testo, alla voce, al canto. Precedente frutto di questa collaborazione è stato lo spettacolo “La Gattoparda”.

Lina Prosa ha da sempre accostato la ricerca alla scrittura teatrale. Di recente col testo “Nell’anno di grazia post naufragium” ha partecipato al progetto di riscrittura del Satyricon di Massimo Verdastro. Alcuni suoi testi “Lampedusa Beach”, “Cassandra on the Road”, “Programma Pentesilea. Allenamento per la battaglia finale”. sono stati tradotti in francese da Jean-Paul Manganaro. Il primo è stato prodotto da alcuni teatri francesi, gli altri due sono stati presentati sotto forma di lettura a l’Odeon-Theatre de l’Europe (prima edizione di Face a Face/Parole di Italia per scene di Francia 2009) e alla Comedie-Francaise. Il testo su Pentesilea è stato tradotto anche in portoghese e fa parte di un progetto di messinscena brasiliano. Lampedusa Beach, premiato per due volte in Italia, è stato pubblicato da Meridiana Editrice nella cui collana teatrale si trova anche la raccolta di tre testi da titolo “Migrazioni”.

Miriam Palma, cantante- vocalist –ricercatrice, ha partecipato con i suoi spettacoli frutto di una ricerca particolare tra la parola-suono-musica, ai più importanti festivals Europei ed Internazionali, tra cui l’Istitute Living Voice di Marsiglia (uno dei centri più prestigiosi di ricerca vocale) I suoi spettacoli più importanti come: Cantabile non troppo, I Paesi del nulla, Suite Siciliana, Vento soffia più forte, sono stati apprezzati e definiti una sintesi armonica tra antico-classico-avanguardia Nel 1995 fonda a Palermo un centro di Vocalità-Canto-Teatro, dove trasmette il suo insegnamento, formando allievi di diversa provenienza

Mercoledì, 11 Maggio 2011
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Io non so cominciare

L’essenza della memoria è l’oblio,
quell’oblio a cui bisogna bere per morire
(M. BLANCHOT)

Si comincia da una mancanza - come sempre - c’è uno spazio neutro che germina luce, capace di azzerare le ombre, un luogo della memoria, del desiderio e dell’oblio - tre figure vicine all’immobilità lo popolano, entrando e uscendo dal buio, proiettando le loro visioni, animando di segni il loro silenzio - a volte la parola evita il controllo, poi viene ripresa e il linguaggio archiviato, dunque mummificato, oppure brutalizzato - circola un’aria di cattività, di imprese impossibili, un’aria di cadute e di metamorfosi - newton è arrivato a scoprire la legge di gravità osservando un albero di mele e immaginando che potesse crescere fino a toccare la luna, - da questo sogno ad occhi aperti dedusse che la principale caratteristica del moto della luna è il suo continuo cadere verso il centro della terra - cadono cadono le cose.

note biografiche
Il Teatro Rebis è una ensemble artistico di Macerata che dal 2003 ha intrapreso un percorso di ricerca espressiva che lo ha portato a sviluppare una forma di auto-pedagogia assistita.

Infatti durante questi ultimi anni i membri del Teatro Rebis hanno organizzato e partecipato a vari laboratori condotti da maestri del teatro contemporaneo, quali Rena Mirecka, Mimmo Cuticchio, Odin Teatret, Yves Lebreton, Danio Manfredini, Claudio Morganti, Mario Barzaghi, Yumiko Yoshioka, Leris Colombaioni, tra gli altri, dei quali hanno studiato e approfondito gli approcci e processi creativi, per poi elaborare una propria poetica stillata dal confronto con l’esperienza e la maestria degli artisti incontrati.

L’eclettica formazione dell’ensemble ha permesso al Teatro Rebis di sperimentare varie forme di spettacolo, da quello comico e di strada al teatro ragazzi, fino al teatro di prosa e al teatro in ambito sociale, tutte formule e definizioni riduttive per un processo che non rappresenta altro che la tensione verso una lettura moderna, avanguardistica delle tangenze dei segni e simboli quotidiani, rintracciando nell’urgenza di un’etica del dire e nell’invenzione di forme mutevoli del rapporto attore-spettatore, i fuochi di un’ellisse lirica che si vuole diretta e astratta allo stesso tempo.

Perciò sono due le spinte essenziali che muovono la ricerca del Teatro Rebis: una diretta verso l’esterno, con la costruzione di spettacoli da “esportare”, che l’ha portato a partecipare a vari festival in Italia ma anche in Senegal, Romania, Svizzera, Francia, vincendo anche due premi nazionali come miglior spettacolo a Roma (2006 – Il dolce miraggio di Ulisse) e a Mercato San Severino di Salerno (2007, Lucky e Pozzo), e un’altra diretta verso il territorio nel quale opera, organizzando festival di livello internazionale, quali il Limen festival, Ci si incontra così per miracolo, Non ho tempo e serve tempo, e gestendo un proprio spazio teatrale nella periferia di Macerata, dove, oltre a dirigere una stagione teatrale autogestita, dedicata alle giovani compagnie alternative ai circuiti ufficiali, ha intrapreso un’opera pedagogica rivolta alla cittadinanza, conducendo o ospitando corsi di teatro e danza per bambini e adulti, corsi di canto, yoga, contact improvisation.

Fondamentale per il Teatro Rebis è anche il lavoro negli ambiti scolastici, dove rappresenta i propri spettacoli ma soprattutto conduce laboratori a vari livelli, dalle elementari alle superiori.

Naturale propensione dell’ensemble è anche quella di confrontarsi con situazione di disagio sociale, credendo nella forza comunicativa e relazionale dell’espressione teatrale, che ha spinto i membri del Teatro Rebis ad elaborare e realizzare progetti con comunità per disabili fisici e psichici, con comunità per tossicodipendenti e minori immigrati, con case di riposo e case famiglia, esiliati politici e associazioni di immigrati.

Mercoledì, 24 Agosto 2011
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Mercoledì, 11 Maggio 2011
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Dichiarazione del presidente della provincia Marcello Meroi
e del assessore provinciale al Turismo, Andrea Danti

Viterbo, 27 giugno 2011

"Oggi ho finalmente la possibilità di togliermi una grossa soddisfazione – ha detto in sede di presentazione del Festival Barocco 2011, il presidente della provincia Marcello Meroi – i tanti scienziati della Tuscia che affermavano, o si auspicavano, che la trentanovesima edizione della kermesse sarebbe stata l’ultima si devono ricredere. Oggi presentiamo la quarantesima edizione di una manifestazione che può contare su un programma ricchissimo e di grande levatura. Il Barocco sarà in giro per la Tuscia, con gli appuntamenti che saranno ospitati in molti paesi ma segnerà anche la riapertura, alle manifestazioni musicali, della sala del Conclave del palazzo Papale. Senza dimenticare l’impegno del Ministero dei Beni culturali che anche quest’anno ha voluto partecipare supportando l’evento che sarà ospitato alla chiesa della Verità. Un altro attestato di stima per l’ottimo lavoro fatto dalla Provincia, in primis dagli assessori Danti e Fraticelli e dai loro collaboratori. Senza dimenticare l’impegno e le grandi capacità del direttore artistico Stefano Vignati e di tutto lo staff degli organizzatori

“Il Festival Barocco non è morto, anzi. Quest’anno – ha spiegato l’assessore provinciale al Turismo, Andrea Danti - nonostante la riduzione del budget, con i 190mila euro che abbiamo messo a disposizione degli organizzatori siamo riusciti a dare vita ad un programma di grande livello e qualità. Ma nel frattempo – ha proseguito Danti – stiamo anche lavorando in ottica 2012. Vogliamo che questo evento faccia da volano per il turismo della Tuscia e per questo, per il prossimo anno, abbiamo deciso di cominciare in anticipo così da poter offrire, con ampio margine, pacchetti ai tour operator”.

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