La Redazione
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TWO QUARTETS In the first of the two scenes of Two Quartets, the one set in the ’60ies, with B. L. O. and W., namely Bank director, Librarian (actually, he is a Bookseller but the initial “B” would cause confusion with the “B” of the Bank director), Officer and Writer, the bank director is very well-off (it’s worthwhile here to observe that back then the current exaggerated number of credit/accumulation/investment institutes with their related subsidiaries didn’t exist). I had discarded the alternative, that is, to insert a banker in his place, because in that case it would have created an excessive social gap between this latter and the other characters, given that the four are friends and have been hanging out since they were students. Usually for his origin a banker has his acquaintances/friendships in uncommon environments, that is, “elevated”, privileged, powerful: the character’s young age, just thirty years old, though it already was an adult age at the time, would precisely connote his inherited social status, namely, in the ’60ies a man of that age really is a banker mostly thanks to his environment/family of provenance; in this regard, I didn’t want to specify the rank of the officer but clearly this latter, given the above mentioned epoch and age, doesn’t occupy yet the position of – for instance – general, who, instead, in certain circumstances, perhaps could be an acquaintance for a banker. Therefore, given the context, it would be appropriate to insert a bank director instead of a banker, but the exchange is anyhow possible because theatre can obviously convey realistic contents also maintaining a certain mark of fiction/surreality. The four characters of the second scene are obviously the sons of those of the first. The theme of the violence on women is just hinted both as a part of a speech pronounced by character A and by means of the audio-diffusion of the song Hey Joe, therefore, in the representation in a different language from English, the visual availability of the translation of the song’s words turns out to be important on stage at the start of the show through a projection of sliding-karaoke subtitles on the wall over the bar or by the use of some Brechtian sign- boards appearing down from above and then disappearing back upwards. The text avoids at the utmost certain scurrilities usually attributable to male dialogues (but not only male, these days), because of a very precise, and not less realistic, style choice. The director can decide if the characters are smokers or not. At the times of the first scene, Judith Immoor wasn’t known as Exner yet: she would acquire that surname later, namely, from her last husband. About that, the text doesn’t mean to express any opinion regarding the figures mentioned (who, by the way, are dead, apart from Lawrence Ferlinghetti and Bob Dylan); as for the rest, every reference to existing people or to true events is accidental. The cast is made of four actors. The very short part of the priest can hypothetically be interpreted also by a volunteer who happens to be at the theatre on each occasion (a spectator, a professional actor passing by there on holiday, etc.). |
DUE QUARTETTI Nella prima delle due scene di Due Quartetti, quella ambientata negli anni ’60, con B. L. S. e U., ovvero, Bancario, Libraio, Scrittore e Ufficiale, il bancario è un assai benestante direttore di banca (val la pena qui di osservare che ai tempi non esisteva l’odierno numero esagerato di istituti di credito/accumulo/investimento con relative filiali), però io ho inteso decisamente evitare di utilizzare la troppo lunga definizione di “direttore di banca”, appunto. Avevo scartato l’alternativa, cioè quella di inserire al suo posto nel gruppo un banchiere, poiché in quel caso si sarebbe trattato di un gap sociale assai marcato fra quest’ultimo e gli altri personaggi, considerato che i quattro sono amici e si frequentano da quando erano studenti. Solitamente per origine un banchiere ha frequentazioni/amicizie in ambienti non comuni, ovvero “elevati”, privilegiati, potenti: la giovane età del personaggio, neotrentenne, pur essendo all’epoca un’età già adulta, ne connoterebbe proprio – appunto – lo status sociale ereditato, cioè, negli anni ’60 verosimilmente un uomo di quell’età è banchiere per lo più grazie al suo ambiente/famiglia di provenienza; a tal proposito, non ho voluto specificare il grado dell’ufficiale ma è chiaro che quest’ultimo, viste le suddette epoca ed età, non ricopre di certo ancora la carica di – per esempio – generale, il quale invece, in determinate circostanze, magari potrebbe costituire una frequentazione per un banchiere. Dunque, dato il contesto, sarebbe opportuno inserire un bancario anziché un banchiere, però lo scambio è comunque fattibile perché il teatro ovviamente può veicolare contenuti realistici pur mantenendo una certa marca di finzione/surrealtà. I quattro personaggi della seconda scena sono i figli di quelli della prima. Il tema della violenza sulla donna è appena accennato sia nell’ambito di un discorso formulato dal personaggio A e sia per mezzo dell’audio-diffusione della canzone Hey Joe, pertanto, nella rappresenta- zione in una lingua diversa rispetto all’Inglese, risulta importante la fruibilità visiva della traduzione delle parole della canzone stessa in scena all’inizio della recita tramite una proiezione di sottotitoli a scorrimento-karaoke sulla parete sopra il bancone- bar oppure con l’utilizzo di qualche cartello brechtiano che appare scendendo dall’alto per poi risali- re e scomparire. Il testo evita al massimo certe comuni scurrilità solitamente riconducibili a dialoghi maschili (ma non soltanto maschili, al giorno d’oggi), per una scelta stilistica molto precisa e non meno realistica. Il regista potrà decidere se i personaggi sono fumatori oppure no. All’epoca della prima scena, Judith Immoor non era ancora nota come Exner: lei assumerà tale cognome successivamente, ovvero dal suo ultimo marito. A tal proposito, il testo non intende esprimere alcuna opinione in merito agli individui menziona- ti (i quali, per inciso, sono defunti, a parte Lawrence Ferlinghetti e Bob Dylan); per il resto, complessivamente ogni eventuale riferimento a persone esistenti o a fatti realmente accaduti è casuale. Il cast va composto da quattro attori. La brevissima parte del prete può ipoteticamente essere interpretata anche da un volontario che si trovi a transitare dal teatro di volta in volta (uno spettatore, un attore professionista lì di passaggio in vacanza, etc.). |