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Lunedì, 14 Novembre 2011
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KOHLHAAS

"Tanti anni fa in terra di Germania viveva un uomo a nome Michele Kohlhaas. Era allevatore di cavalli e come lui lo erano stati il padre e il nonno". Comincia così l'affascinante racconto di Marco Baliani, nativo di Verbania, professione "raccontatore di storie". Attore, regista e drammaturgo tra i più originali nel panorama teatrale italiano. Baliani, solo sulla scena, seduto in una sedia, vestito di nero, per circa 90 minuti, incanta un pubblico di ogni età, narrando la storia realmente accaduta, nella Germania del 1500, di un mercante di cavalli, vittima della corruzione dominante della giustizia statale. La spirale di violenza generata dal sopruso subito dal protagonista offre lo spunto per una riflessione sulla questione della giustizia e sulle conseguenze morali che la reazione dell'individuo all'ingiustizia può comportare. Baliani, attraverso la sua mimica, la sua gestualità, riesce a coinvolgere anche lo spettatore più distratto, facendogli immaginare i cavalli del protagonista, le sue paure, la sua sete, la sua vana attesa di giustizia e la decisione finale di scegliere il cappio di una forca.

Le domande senza risposta - dice l’autore - che solleva la storia di Kohlhaas (cos’è la giustizia, quella umana e quella divina, e come può l’individuo ricomporre l’ingiustizia) fanno parte, profondamente, dei percorsi della mia generazione, quella segnata dal numero di riconoscimento ’68.
Lunedì, 14 Novembre 2011
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VOCI DI DONNA

grandi personaggi femminili nella musica e nella letteratura

Il programma studia e propone delle connessioni e delle riflessioni fra alcuni personaggi chiave della musica barocca e le loro corrispondenti nelle pagine più varie della letteratura mondiale. Tema portante di questo spettacolo sono le donne, le loro voci, il loro grande mondo di sentimenti. Caratteri contrastanti, donne sante, dee, esseri mitologici, dolci e crudeli, con in comune una cosa per tutte: la passione, l’amore per la vita, l’amore per l’amore stesso. Maria canta al suo bambino con la visione della croce che ritroviamo in Jacopone da Todi; Maddalena, la mirrifora, mischia sotto la croce il suo pianto al sangue di Gesù e, in Giovanni, ne testimonia la resurrezione. Ed ecco Minerva, la forte, donna e Dea di grande ingegno protettrice di eroi, guidare Ulisse nel suo ritorno e assisterlo nell’ultima prova. Cos’hanno in comune Ottavia e Didone che si preparano alla morte, raccontata da Tacito l’una e da Virgilio l’altra? E la bella, intelligente, sensuale Cleopatra? Infine lei, Arianna, passione rabbia abbandono, che sempre sceglie di amare. Sono in noi questi miti, queste donne. La musica ne descrive i caratteri profondi, i testi, mirabilmente, ne riportano la storia affinché nulla sia dimenticato.

“Una volta lessi una frase, sicuramente di un autore famoso, che diceva qualcosa del tipo che la vita è fatta della stessa materia dei sogni. Io dico che la vita può benissimo essere fatta della stessa materia dei film. Raccontare un film è come raccontare un sogno. Raccontare una vita è come raccontare un sogno oppure un film” Hérnan Rivera Letelier
Lunedì, 14 Novembre 2011
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FATA DELCINE
liberamente tratto dal romanzo di Hèrnan Rivera Letelier “La bambina che raccontava i film

Fata Delcine racconta la storia di una bambina, Maria Margherita,di un povero villaggio di minatori nel deserto di Atacama. Solo uno, tra i cinque fratelli della sua famiglia, sarà scelto in base ad una caratteristica specifica: chi riuscirà a narrare meglio il film conquisterà il diritto a vedere tutte le proiezioni. Vince la bambina battendo i quattro fratelli e dimostrando una bravura straordinaria nel raccontare i film: si immedesima nei personaggi, riesce a coinvolgere gli ascoltatori, mima, canta senza trascurare alcun dettaglio. È talmente brava che il padre decide di trasformare la povera casa attrezzandola come una sala cinematografica. L'idea si trasforma subito in un successo per la ragazzina che,inebriata dagli applausi, vede il suo dono trasformarsi in una vera e propria missione: raccontare un film è un modo di regalare attimi di felicità. Tutto questo è destinato a svanire quando nel villaggio compare la televisione.

“Vado a letto come a teatro, per sognare, scoperchiare i sepolcri delle stanze e bere dall’azzurro” Marina Ivanovna Cvetaeva
Lunedì, 14 Novembre 2011
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INDIZI TERRESTRI
dall’opera di Marina Ivanovna Cvetaeva

In uno spazio vuoto su cerchi concentrici di piccole candele accese, echeggia il pulsare del XX secolo, nei battiti di un cuore segnato dal dolore di un epoca. Una voce che si leva come un canto creando un flusso di immagini, sospese nel tempo in un luogo dell’anima.
 Clara galante scrive ed interpreta Indizi Terrestri dall'opera di Marina Cvetaeva, una delle voci più alte della poesia russa, stillando le tracce di un’esistenza terrestre breve ed intensa, delineando il percorso di un’avventura vibrante. Le lettere i diari e i versi infilati come perle al filo della passione, creano un teatro di voci, dalle cadenze nitide e chiare ai toni rauchi e profondi del linguaggio della magia e del folclore, dall’alta enfasi della poesia civile ad uno sfrenato e melodioso “lirismo zigano”

“Il desiderio di far rivivere è un gioco di memorie. Possiedo la volontà ma non il dono del ricordo, per questo la scena, la danza, mi danno la possibilità di perdermi in ciò che la mia mente non richiama ma che il mio corpo ha trattenuto” Domenico Cucinotta
Lunedì, 14 Novembre 2011
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INOSSIDABILE MIELE

Il tema di “The man i love”, ricorre più volte durante lo spettacolo, come un pensiero dolce e ossessivo. Cresce l’urgenza di comporre un discorso, sia pure di segni, che bisogna voler comprendere con amore. Inossidabile Miele contiene il tessuto drammatico del teatro e l’astrattezza della danza. All’interno della struttura, che si è delineata durante la selezione musicale e il relativo montaggio, si sviluppa l’improvvisazione che ricerca continuamente la forma e la sua mancanza.

“La gente tende a sottovalutare o, addirittura, fingere di non vedere ciò che viene percepito come “lontano” e “distante”. L’incapacità di vedere e la mancanza di senso di responsabilità sono così destinati a produrre il caos e, di conseguenza, uno stato d’imminente conflitto globale” Caryl Churchill
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