Wait Wait, un lavoro sull'ascolto del tempo e sulla diversità a confronto, scontro, relazione e unità. La continua rottura e frammentazione di immagini che attraversano mondi apparentemente distanti e portano alla luce figure umane femminili che nella loro diversità compongono una unità. |
Silvia Gribaudi Silvia Gribaudi, autrice e performer torinese, risiede e lavora in Veneto dal 2004. Decisivo per la sua formazione è l’incontro con Claude Coldy e la Danza Sensibile. Lavora in Italia con attori, registi ricercando un incontro drammaturgico e di metodo coreografico tra il linguaggio teatrale e la danza. Ultimo di questi progetti è lo spettacolo Dreams con Giuliana Musso. Selezionata nel 2008 con lo spettacolo tragicomico Un attimo da Anticorpi eXpLo, vince i premi di pubblico e giuria GD' A VENETO 2009 con A corpo libero rappresentata con successo nel circuito internazionale Aerowaves-Dance Across Europe 2010. Partecipa al progetto di ricerca 2009 Choreoroam promosso da Operaestate Festival Veneto, The Place (UK), Dansateliers (NL), Dansescenen (DK), Paso a 2-Certamen Coreogràfico de Madrid (ES), Dance Week Festival (HR). Partecipa nel 2010 e 2011 a The Creative Forum for Independent Theater Groups, Europe-Mediterranean Alessandria d'Egitto. È nel 2010 nella trasmissione Vieni via con me, Raitre, Compagnia A.L.D.E.S. - Roberto Castello. |
Ibsen Women – Put an Eagle in a Cage La messinscena di Ibsen Women – Put an Eagle in a Cage (Le “donne” di Ibsen – Metti un’aquila in gabbia) si basa su alcune figure delle opere ibseniane, cioè Nora (Casa di bambola, 1879), Hedda (Hedda Gabler, 1890), la signora Alving (Spettri, 1881), Ellida (La donna del mare, 1888), Hilde (Il costruttore Solness, 1892) e Hjørdis (I guerrieri a Helgeland, 1858). Juni Dahr ha tratto dalle opere di Ibsen sei celebri figure femminili, ognuna delle quali è costretta a rinunciare a una parte della propria libertà. Note di regia |
Juni Dahr Juni Dahr è una nota attrice teatrale e cinematografica norvegese, ha fatto parte della compagnia del Teatro Nazionale di Bergen per 12 anni. Ha studiato recitazione presso l’Accademia Statale dello Spettacolo ad Oslo, ha interpretato molti dei grandi autori classici – da Shakespeare a Ibsen a Cechov – e ruoli del teatro sperimentale. Nel 1980/81 Juni ha frequentato il Teatro laboratorio di Grotowski. Nel 1986 ha studiato cinema e teatro presso l’Università di New York e all’Actors Studio con Shelley Winters. Nel 1989 ha ottenuto una borsa Fullbright per il progetto Female Legends e ha formato una sua compagnia teatrale, Visions, allo scopo di approfondire l’indole di personaggi femminili leggendari e di avviare produzioni teatrali e cinematografiche indipendenti. |
Eroi - Note di regia In molti racconti, un eroe, è un uomo o una donna che possiede caratteristiche e abilità maggiori di qualsiasi altra persona, che lo rende capace di compiere azioni straordinarie a fin di bene, per cui diventa famoso. Queste capacità non sono solo fisiche, ma anche mentali. Gli eroi achei avevano le seguenti caratteristiche: valore militare, coraggio, abilità e astuzia individuale. Nella guerra e nel bottino conquistato trovavano la massima espressione della loro superiorità, la loro realizzazione, trovavano l'unica e più sublime ragione di vita; conseguire l'onore (la considerazione di cui godevano presso il popolo). (Forse essere attori, registi, uomini di cultura oggi in questo paese, è qualcosa di molto vicino all'atto eroico). L'eroe è il protagonista di uno straordinario e generoso atto di coraggio, che comporta il consapevole sacrificio di se stesso, allo scopo di proteggere il bene comune. Un segno di questa passione è rimasto nel parlato nelle vesti del verbo cantare. Infatti indica un modo diverso di parlare, più alto e raffinato, del normale esprimersi, nella lingua comune, e nella letteratura si indica con il termine "canto". Da questo deriva il fascino che mi spinge a far da guida al racconto che Pennacchi ha scritto e a trovare l'ambientazione più adatta per farlo. [Mirko Artuso] |