venerdì, 19 aprile, 2024
Sei qui: Home / Attualità / DAL MONDO / ca'foscari
Giovedì, 13 Ottobre 2011
Pubblicato in Non categorizzato

Wait

Wait, un lavoro sull'ascolto del tempo e sulla diversità a confronto, scontro, relazione e unità. La continua rottura e frammentazione di immagini che attraversano mondi apparentemente distanti e portano alla luce figure umane femminili che nella loro diversità compongono una unità.
Lo spazio teatrale diventa site specific, il ritmo dello spettacolo e la sua forma si adatta allo spazio, creando di volta in volta un rapporto vivo e dinamico tra palco, artisti e pubblico.
Un lavoro tra la perfomance e lo spettacolo il cui centro è la comunicazione tra la diversità di stili, corpo e spazio con l'ironia, l'astratto e il concreto che fanno balzare dal mistico al terreno!

Giovedì, 13 Ottobre 2011
Pubblicato in Non categorizzato

Silvia Gribaudi

Silvia Gribaudi, autrice e performer torinese, risiede e lavora in Veneto dal 2004. Decisivo per la sua formazione è l’incontro con Claude Coldy e la Danza Sensibile. Lavora in Italia con attori, registi ricercando un incontro drammaturgico e di metodo coreografico tra il linguaggio teatrale e la danza. Ultimo di questi progetti è lo spettacolo Dreams con Giuliana Musso. Selezionata nel 2008 con lo spettacolo tragicomico Un attimo da Anticorpi eXpLo, vince i premi di pubblico e giuria GD' A VENETO 2009 con A corpo libero rappresentata con successo nel circuito internazionale Aerowaves-Dance Across Europe 2010. Partecipa al progetto di ricerca 2009 Choreoroam promosso da Operaestate Festival Veneto, The Place (UK), Dansateliers (NL), Dansescenen (DK), Paso a 2-Certamen Coreogràfico de Madrid (ES), Dance Week Festival (HR). Partecipa nel 2010 e 2011 a The Creative Forum for Independent Theater Groups, Europe-Mediterranean Alessandria d'Egitto. È nel 2010 nella trasmissione Vieni via con me, Raitre, Compagnia A.L.D.E.S. - Roberto Castello.

Giovedì, 13 Ottobre 2011
Pubblicato in Non categorizzato

Ibsen Women – Put an Eagle in a Cage

La messinscena di Ibsen Women – Put an Eagle in a Cage (Le “donne” di Ibsen – Metti un’aquila in gabbia) si basa su alcune figure delle opere ibseniane, cioè Nora (Casa di bambola, 1879), Hedda (Hedda Gabler, 1890), la signora Alving (Spettri, 1881), Ellida (La donna del mare, 1888), Hilde (Il costruttore Solness, 1892) e Hjørdis (I guerrieri a Helgeland, 1858). Juni Dahr ha tratto dalle opere di Ibsen sei celebri figure femminili, ognuna delle quali è costretta a rinunciare a una parte della propria libertà.

Note di regia
Ibsen Women è stata ideata negli Stati Uniti mentre ero in tournée con Giovanna d’Arco. Come attrice norvegese mi veniva spesso chiesto di parlare dei drammi di Ibsen. Ciò mi ha convinto a presentare il grande drammaturgo svedese attraverso alcuni dei suoi personaggi femminili. Per mezzo d’improvvisazioni basate su passi tratti da Ibsen, Ibsen Women si è sviluppato gradualmente in uno spazio vuoto con pochi arredi e pochi oggetti scenici. Il lavoro è stato presentato per la prima volta al convegno internazionale su Ibsen, tenuto presso l’Università di Yale, nell’aprile del 1989.
«Metti un’aquila in gabbia e morderà le sbarre, siano esse di ferro o d’oro!», dice Hjørdis in The Vikings of Helgeland. Recitare Hjørdis, con la regia di John Barton della Royal Shakespeare Company, ha contribuito ad aprirmi la mente alle stimolanti questioni poste da Ibsen sulla libertà e sull’esistenza.
Ibsen rivela una profonda comprensione delle donne, ma da dove gli deriva tale conoscenza? Attraverso i suoi personaggi ci fa sperimentare la nostra stessa vita: il suo genio ci spinge a esplorare la personalità delle sue protagoniste, ricercando l’essenza, la sorgente, lo spirito che rende queste figure affascinanti e attuali. Il drammaturgo sceglie le donne per rappresentare «il desiderio di libertà e la ribellione contro i limiti delle convenzioni sociali», perché credeva che solo le persone libere potessero realizzarsi compiutamente e trovare la felicità, ma sosteneva che i tradizionali ruoli teatrali privassero le donne della loro autonomia. La questione dei generi e dell’identità ibrida nella società contemporanea costituisce il contesto più appropriato per questo spettacolo. [Juni Dahr]

Giovedì, 13 Ottobre 2011
Pubblicato in Non categorizzato

Juni Dahr

Juni Dahr è una nota attrice teatrale e cinematografica norvegese, ha fatto parte della compagnia del Teatro Nazionale di Bergen per 12 anni. Ha studiato recitazione presso l’Accademia Statale dello Spettacolo ad Oslo, ha interpretato molti dei grandi autori classici – da Shakespeare a Ibsen a Cechov – e ruoli del teatro sperimentale. Nel 1980/81 Juni ha frequentato il Teatro laboratorio di Grotowski. Nel 1986 ha studiato cinema e teatro presso l’Università di New York e all’Actors Studio con Shelley Winters. Nel 1989 ha ottenuto una borsa Fullbright per il progetto Female Legends e ha formato una sua compagnia teatrale, Visions, allo scopo di approfondire l’indole di personaggi femminili leggendari e di avviare produzioni teatrali e cinematografiche indipendenti.

Giovedì, 13 Ottobre 2011
Pubblicato in Non categorizzato

Eroi - Note di regia

In molti racconti, un eroe, è un uomo o una donna che possiede caratteristiche e abilità maggiori di qualsiasi altra persona, che lo rende capace di compiere azioni straordinarie a fin di bene, per cui diventa famoso. Queste capacità non sono solo fisiche, ma anche mentali. Gli eroi achei avevano le seguenti caratteristiche: valore militare, coraggio, abilità e astuzia individuale. Nella guerra e nel bottino conquistato trovavano la massima espressione della loro superiorità, la loro realizzazione, trovavano l'unica e più sublime ragione di vita; conseguire l'onore (la considerazione di cui godevano presso il popolo). (Forse essere attori, registi, uomini di cultura oggi in questo paese, è qualcosa di molto vicino all'atto eroico). L'eroe è il protagonista di uno straordinario e generoso atto di coraggio, che comporta il consapevole sacrificio di se stesso, allo scopo di proteggere il bene comune. Un segno di questa passione è rimasto nel parlato nelle vesti del verbo cantare. Infatti indica un modo diverso di parlare, più alto e raffinato, del normale esprimersi, nella lingua comune, e nella letteratura si indica con il termine "canto". Da questo deriva il fascino che mi spinge a far da guida al racconto che Pennacchi ha scritto e a trovare l'ambientazione più adatta per farlo. [Mirko Artuso]

Pagina 2 di 7

Iscriviti a Sipario Theatre Club

Il primo e unico Theatre Club italiano che ti dà diritto a ricevere importanti sconti, riservati in esclusiva ai suoi iscritti. L'iscrizione a Sipario Theatre Club è gratuita!

About Us

Abbiamo sempre scritto di teatro: sulla carta, dal 1946, sul web, dal 1997, con l'unico scopo di fare e dare cultura. Leggi la nostra storia

Get in touch

  • SIPARIO via Garigliano 8, 20159 Milano MI, Italy
  • +39 02 31055088

Questo sito utilizza cookie propri e si riserva di utilizzare anche cookie di terze parti per garantire la funzionalità del sito e per tenere conto delle scelte di navigazione. Per maggiori dettagli e sapere come negare il consenso a tutti o ad alcuni cookie è possibile consultare la cookie policy. Accedendo a un qualunque elemento sottostante questo banner si acconsente all'uso dei cookie.

Per saperne di più clicca qui.