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Giovedì, 13 Ottobre 2011
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Italian Beauty - Viaggio in un Paese di mostri

L’ultima tappa di un viaggio e il racconto di quel viaggio, seduto al tavolo di un ristorante posto proprio alle spalle di un porto, di un aeroporto, forse di una stazione. Insomma, un luogo (o un non luogo) ideale per partire, forse per sempre, comunque in ritardo.
Niente di strano, se non perché la cena arriva al termine di un viaggio non attraverso l’Italia, ma attraverso le meravigliose mostruosità d’Italia. Le portate della cena, poi, descritte magicamente da un cameriere vagamente inquietante, non sono manicaretti preparati in cucina ma personaggi che di quell’Italia mostruosa fanno parte, anzi, ne sono la compiuta espressione: un politico presuntuoso e arrogante, un improvvisato promotore finanziario, un professore corroso dall’ignoranza degli alunni (e propria), un presentatore di quiz cannibale. Così il protagonista si ritrova a raccontare la sua decisione di partire, di abbandonare con grottesca amarezza il noto dell’Italia per l’ignoto di qualcos’altro, spinto anche dalle parole di un ex amore ormai giunto al capolinea. Un amore che finisce e un’Italia che continua sempre uguale, dominata da bipedi con fattezze umane, ma bestiali e tragicamente invidiati. Quindi la partenza definitiva, verso un mondo nuovo che lascia finalmente spazio alle emozioni e non agli stereotipi delle emozioni, allo stupore della vita e non all’imitazione della vita. Senza rimpiangere nulla, nemmeno il posticipo della domenica sera in tv.

Sono diversi i “mostri” che affollano il nostro Paese, nelle strade, in televisione, nei palazzi della politica...Ci sono i fenomeni dello schermo sfornati dai reality, ci sono fantastici esponenti di partiti sempre nuovi, ci sono imprenditori rampanti e ruspanti-chic, ci sono uomini e donne sempre più soli alla ricerca di briciole di felicità. Sono “mostri” che generano orrore, eppure, a volte incredibilmente, creano desiderio di emulazione. Leonardo Manera, con la sua comicità capace di scendere negli abissi, di cogliere tutto il grottesco della vita e di sfiorare la tristezza attraverso la poesia, viaggia in un Paese di mostri, che è il nostro Paese di oggi, per raccontarcelo senza pregiudizi ma con divertimento e com-passione. E siccome “mostro” è etimologicamente tutto ciò che desta meraviglia, nello spettacolo c’è spazio anche per la magia e l’ incantamento come a dire che la via di fuga dall’orrore di molta realtà massmediatica è la capacità di riscoprire il sogno nel quotidiano.

Giovedì, 13 Ottobre 2011
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Leonardo Manera

Leonardo Manera, attore, autore e cabarettista si affaccia al teatro frequentando i corsi di mimo di “Quelli di Grock” nel 1989. La sua formazione spazia quindi dalla formazione attoriale, alla scrittura creativa, al mimo e all'arte di strada. Le sue esperienze professionali investono vari ambiti dell'arte scenica e della comunicazione in generale. Si presenta fin dagli esordi come un artista poliedrico, dalla fantasia instancabile. Manera ha presentato al pubblico della televisione, del cinema e del teatro una carrellata di personaggi la cui comicità è caratterizzata dalla capacità di approfondire ed evidenziare il contraddittorio ed il paradosso. Vero narratore dei nostri tempi: surreale ed ironico, sottile ed attuale.

Giovedì, 13 Ottobre 2011
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Italianesi

Esiste una tragedia inaudita, rimossa dai libri di storia, consumata fino a qualche giorno fa a pochi chilometri dalle nostre case.
Alla fine della seconda guerra mondiale, migliaia di soldati e civili italiani rimangono intrappolati in Albania con l’avvento del regime dittatoriale. Molti sposano donne albanesi dalle quali hanno figli. Con l’accusa di attività sovversiva ai danni del regime la maggior parte vengono condannati e poi rimpatriati in Italia. Donne e bambini vengono trattenuti e internati in campi di prigionia per la sola colpa di essere mogli e figli di italiani. Vivono in alloggi circondati da filo spinato, controllati dalla polizia segreta del regime, sottoposti a interrogatori, appelli quotidiani, lavori forzati e torture. In quei campi di prigionia rimangono quarant’anni, dimenticati.
Come il “nostro” che vi nasce nel 1951 e vive quarant’anni nel mito del padre e dell’Italia che raggiunge nel 1991 a seguito della caduta del regime.
Riconosciuti come profughi dallo Stato italiano, arrivano nel Belpaese in 365, convinti di essere accolti come eroi, ma paradossalmente condannati ad essere italiani in Albania e albanesi in Italia.

Giovedì, 13 Ottobre 2011
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Saverio La Ruina

Saverio La Ruina si diploma come attore alla Scuola di Teatro di Bologna diretta da Alessandra Galante Garrone e lavora, tra gli altri, con Leo De Berardinis e Remondi e Caporossi. È tra i giovani registi selezionati agli atelier di regia curati da Eimuntas Nekrosius per La Biennale di Venezia nelle edizioni 1999 e 2000. Con Dissonorata vince i Premi Ubu 2007 “miglior attore” e “miglior testo italiano”. Con La Borto vince il Premio Ubu 2010 “miglior testo italiano” (e ottiene una nomination come “miglior attore”). Sempre nel 2010 vince il Premio Hystrio per la drammaturgia. È direttore artistico con Dario De Luca del festival Primavera dei Teatri.

Giovedì, 13 Ottobre 2011
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City of clown

Una storia per la nostra vita ordinaria. Un sogno per cambiare le cose ed essere felici. Il racconto di un clown che trova l'amore quando ha perso tutto.
City of Clown vuole offrire al pubblico un punto d’osservazione da cui scrutare la vita di ogni giorno e i problemi della routine, con semplicità e limpidezza.

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