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Sabato, 20 Maggio 2017
Pubblicato in Interviste

Non occorre essere napoletani o siciliani per afferrare il fascino delle canzoni dell'ultimo CD "Maléna" di Roberto Alagna, uscito per la Deutsche Grammophon nel dicembre del 2016.

Il dietro le quinte di questo disco, che sta riscuotendo un grande successo e non solo in Francia, è decisamente affascinante ed a svelarcelo è Frédérico Alagna. A lui si deve per oltre la metà la composizione dell'album, sia nei testi che nelle musiche, con sette brani inediti scritti per l'occasione, così come, rispettando lo spirito centenario dei classici napoletani, la rivisitazione originale e sorprendente del resto delle canzoni ivi contenute. Il tutto si è realizzato con la complicità del fratello Roberto, che ne è anche l'ottimo interprete, del fratello David, autore nel CD dell'unica canzone in italiano, "Libertà", e del Maestro Yvan Cassar, realizzatore del disco e Direttore alla guida della London Orchestra, e di numerosi celebri strumentisti solisti, fra cui il violinista serbo Nemanja Radulovic e il trombettista inglese Philip Cobb.

Poter chiedere direttamente a Frédérico riguardo a questo piccolo capolavoro musicale e poetico è un privilegio.

Frédérico, ci conosciamo ormai da quando ti ho intervistato riguardo a "Le Dernier jour d'un condamné", opera lirica in francese di cui hai scritto il libretto con Roberto e David, dal romanzo di Victor Hugo, che David ha musicato e che è andata in scena con grande successo al Teatro dell'Opera di Avignone nel 2015, Roberto protagonista.
Tu, come i tuoi fratelli, sei nato e vivi in Francia; come fai a sentire comunque così vicino il mondo della canzone napoletana e di quella siciliana, in particolare, anche oggi?

Questo repertorio è per me come una catena che mi unisce al passato della nostra famiglia. Mio padre, zii, nonna e nonni amavano cantare canzoni popolari, senza pensarci troppo, e mi hanno trasmesso questa passione: anch'io continuo a cantarle, in casa naturalmente, ed amo scriverne di nuove, sia i testi che la musica.

Questo versante musicale di matrice popolare sud italiana è da te preferito rispetto all'Opera o alla Classica? Sappiamo che ami e scrivi anche altro...

Io amo il canto lirico, anche, sia nelle melodie che nell'Opera, ma le canzoni popolari in dialetto sono come respirare, una cosa semplice che si fa quasi senza pensarci, come per i miei parenti di cui parlavamo. In realta io scrivo soprattutto melodie classiche in francese sui versi di Hugo, Verlaine, Rimbaud e tanti altri poeti, anche contemporanei e che ho conosciuto personalmente. Musicalmente, amo tanti stili diversi: pop rock, world music, jazz etc... sono un appassionato di musica, sia cantata in francese che in altre lingue. Mi piacciono Georges Brassens, Léo Férré ed anche di Jimi Hendrix o Django Reinhardt e tanti altri. La musica, come le Arti visive, che sono la mia passione principale, mi piace perché è una forma di libertà con le regole. Può sembrare strano, ma è cosi che penso e sento.

Come fanno, secondo te, le tue canzoni ad arrivare a tutti, visto che provengono da un microcosmo personale e familiare e da un'appartenenza a radici ben precise e i testi sono in dialetto? Parliamo ovviamente delle tue canzoni in siciliano e napoletano, perché le altre contenute nel CD sono cosi famose che sono diventati classici al livello di arie d'opera.

Per dire la verità, non so se le mie canzoni arrivano a tutti... in realta non rifletto su questo punto. Le scrivo su misura per i cantanti lirici come Roberto ed è lui, nello specifico, a chiedermi di comporre delle canzoni in dialetto, perche non è cosi facile trovare un autore di testi e compositore che conosca la sua voce, i suoi gusti musicali e la passione per questo repertorio. Essendo fratelli, ci incontriamo naturalmente nei gusti, sia con Roberto che con David.

Da dove proviene la tua conoscenza melodica e ritmica, che ti permette di comporre canzoni così particolari?

Dalla passione per le parole e sentimenti espressi con il canto, semplicemente, e da un ascolto intenso, da anni e anni, di tante musiche e cantanti, come Enrico Caruso, Beniamino Gigli, Giuseppe Di Stefano, Luigi Infantino, Roberto Murolo, Gilda Mignonette, per parlare soltanto di questo repertorio...Ma potrei parlare per ore anche di John Coltrane, Charlie Mingus, Frank Zappa, Public Enemy, Portishead, Bjork...E' impossibile menzionare tutto ciò che mi parla in musica ed arte! Sono un grande appassionato e cerco, con le mie possibilita, di fare a modo mio, rispettando ciò che mi dà voglia di creare.

Nascono prima i tuoi testi o prima le musiche?

"Mi arriva" dalla mia ispirazione un motivo melodico o ritmico con una frase che mi dà il punto d'inizio di una canzone. Cosi nasce un'atmosfera, un ambientazione che a poco a poco cerco di portare avanti, fino a quando la canzone incomincia a vivere da sé. Se arrivo a cantarla senza piu pensarci, vuol dire che è giunta a termine per quello che mi riguarda. A questo punto, la posso fare ascoltare e incomincia un altro lavoro con gli interpreti, i musicisti, gli arrangiatori, etc.

Cosa succede in sala di registrazione quando si mettono insieme forze artistiche e affettive così rilevanti?

Come spiegarti... Quando sono in studio non vedo nient' altro che la musica, ed è questo "sentire" la musica che cerco di dare a Roberto ed agli altri interpreti, cercando di essere il piu rigoroso ma anche umile possibile, perche mi ricordo che non mi sento un musicista al 100%: io mi sento pittore e scultore per prima cosa. Sono grato sempre di poter aver la possibilita di lavorare con artisti e musicisti di così grande qualita ed è un regalo formidabile per un piccolo compositore come me. Ma so anche farmi ascoltare: sono i miei colleghi musicisti a richiedere le mie qualita artistiche ed anche le mie conoscenze multidisciplinarie. So anche di possedere un orecchio molto preciso per la parte musicale che mi riguarda e posso dire soprattutto di essere un esperto dello strumento di mio fratello Roberto, che è uno Stradivari per le mie melodie.

Come nascono gli arrangiamenti particolarissimi di queste canzoni, nella fattispecie di quelle contenute nel CD Maléna? E chi sceglie l'accompagnamento di strumenti popolari come il mandolino, il tamburello e il marranzano?

Abbiamo a lungo studiato il progetto con Roberto, Yvan Cassar, che è un stupendo collaboratore e musicista, ed anche con Eric Chevalier, co-realizzatore con Yvan da molto tempo, e tutti insieme abbiamo lavorato per due anni prima di andare in studio, curando ogni dettaglio: strumenti, colore, armonie, melodie, banda o orchestra, chitarra o pianoforte solo con voce, etc...La scelta degli strumentisti specialisti si deve a Yvan: il virtuoso israeliano Avi Avital suona il mandolino e il noto percussionista turco Murat Koskun il tamburello.

E chi suona il marranzano nel disco? Non è facile trovare chi lo sappia suonare...

Lo suono io. Mi sembrava importantissimo che il colore musicale siciliano fosse autentico, soprattutto nella canzone che ho intitolato "Etna".

L'idea della cenere dell'Etna è fantastica, questa canzone ha una forza pittorica ed io, che sono nata alle pendici del vulcano siciliano, la sento particolarmente. Da dove ne proviene la tua ispirazione?

Il fuoco, i colori, il fumo, il cielo, la personalita del vulcano...E poi il suo rapporto con la gente, come un dio davanti a cui siamo tutti uguali; forse anche il sapore del pane, dell'acqua che mancava nei tempi passati quando non c'erano rubinetti e non arrivava in casa. Chissà? Ma posso dire che in questa canzone anche solo i versi, senza la musica, mi danno molte emozione profonde.

La fatica del lavoro del carrettiere, del minatore, il lavoro manuale duro, tipico dell'entroterra siciliano soprattutto, sono i temi che t'ispirano di più. Perché non il mare, per esempio? In Sicilia i pescatori hanno sempre avuto vita dura...

Anche il mare mi ha inspirato, ma tante canzoni non sono state scelte per far parte del CD. Inserire sette canzoni inedite e sconosciute in dialetto nell'album era gia un rischio importante. Ma spero di poter trovare un cantante con la voglia di cantare le canzoni che esistono ancora soltanto scritte nei miei spartiti.

Chi ti conosce sa che sei in simbiosi con la tua chitarra. La preferisci a tutti gli altri strumenti?

E' vero che amo la chitarra, perche ho suonato tanto e sognato per anni di diventare un chitarrista. Ma come dicevo prima, le arte visive sono la mia passione "number one", non ho piu né il tempo ne la voglia di suonare per ore e ore per potere governare correttamente lo strumento. Io amo di piu creare all'impronta o, al contrario, prendere un tempo infinito, tranquillo, per scrivere la musica, che è come dipingere davanti ad una tela. Quindi resto solo con me stesso e cosi mi va: non sono obbligato ad avere un ruolo da interprete davanti al pubblico, ed è per questo che sto nell'ombra, lavorando in liberta, la mia liberta di fare ciò che voglio come mi pare. Dopo, se il mio lavoro trova il suo pubblico, sono molto felice, ma solo quando il lavoro di creazione è finito. Non ho il gusto di essere "dimostrativo". Forse per questo scrivere canzoni mi è congeniale, perché con le canzoni non c'è bisogno neanche di avere una voce potente per riuscire ad andare fino in fondo al carattere musicale e, anche cantandole io stesso, ne resto soddisfatto. Però, se scrivo un'aria per un vero cantante lirico, lascio andare la mia ispirazione per consentire le possibilita vocali eccezionali dei cantanti, secondo l'emozione ispirata dal testo poetico.

Come ti è venuta l'idea di arrangiare "O sole mio" solo per voce e chitarra e in maniera così originale? E' straordinaro: mai nessuno lo aveva eseguito così...

Non volevamo "O sole mio" nell'album Maléna: vent'anni fa, nel nostro primo CD intitolato "Serenades" (al tempo in cui David ed io suonavamo la chitarra), l'avevamo gia eseguita, accompagnando Roberto. Però adesso la casa discografica chiedeva ad Yvan con forza questo titolo nel nuovo album...Yvan mi spiegò la cosa, ma, conoscendo Roberto, pensavo che non sarebbe stato possibile, perché mio fratello non aveva voglia di fare di questo album un CD napoletano da "cartolina postale". Allora, nel mio ruolo anche di "mediatore" tra le diverse personalita, quale responsabile del CD, ho incominciato a pensare ad una versione personale, una versione con una lettura musicale differente dei versi ma in totale armonia con il significato delle parole. Infatti, tanti credono che questa canzone sia un omaggio festivo al sole napoletano, invece è un canto di seduzione, una serenata per una donna. Così, ho lavorato qualche giorno cantando a mezza voce con la chitarra. Quando sono stato convinto della mia versione, l'ho fatta ascoltare live a Roberto, che si è commosso e, felice, si deciso subito a cantarla cosi. Anche Yvan ed Eric si sono commossi a questa "O sole mio-serenade revisited version"; ed Yvan ha detto: "Lasciamola così, voce e chitarra sola, non ci vuole niente di più.". Io pensavo, invece, di aggiungere forse qualche nota con violino o pianoforte, come nella canzone di Roberto e mia intitolata "Ninna nanna" che avevamo inciso con Yvan nell' album "siciliano" otto anni fa, ma invece la versione è rimasta così, con la sola chitarra e mi va benissimo ugualmente. Oltretutto, questo ha dato un tono nuovo all'album e dunque ho lavorato in questo modo "libero" su altri classici, con piu o meno fedeltà rispetto alle versioni originali: le versioni di "Come facette mammeta", "Torna a Surriento" e delle altre nel CD sono nate così, sempre con la complicita di Roberto ed Yvan.

Nel tuo arrangiamento sorprendente di "O sole mio" nel disco, però, la chitarra non è la tua...

Lo avrei potuto suonare io su questo arrangiamento "intimista", ma non ho piu voglia di lavorare sullo strumento ed avevo cosi tanto da fare, facendo parte della squadra di Yvan in questo album. Il chitarrista spagnolo Pedro Javier Gonzales ha suonato la parte: è veramente un bravissimo chitarrista, con un "toucher classique" perfetto. Direi, con un tocco di humour, "forse anche troppo" per una canzone napoletana così tanto popolare...(Frédérico sorride, ndr.). E' Yvan ad averlo scelto. Bene cosi, date le sue qualita eccezionali.

Oltre a creare le canzoni, hai curato con Yvan in studio la registrazione in ogni suo aspetto. Ci racconti anche questo momento fondamentale di cura del disco a cui forse pochi pensano, ma che richiede tanta dedizione e tanta perizia?

Si e vero, è una parte essenziale, come una patina su un bronzo, ma siamo stati in tanti nella squadra tecnica a lavorare come dei matti su mille dettagli, e non vorrei dire delle cose al posto di un altro, né a nome di un altro. Dunque preferisco parlare della mia parte creativa, voce, parole e musica! Il resto, alla fine, riguardo alla parte tecnica, si dimentica col tempo...

Progetti musicali per il futuro?

Ho appena finito di comporre un Requiem per 4 solisti, orchestra e coro... ora aspetto il momento di poterlo orchestrare con calma...Non so se si farà in concerto un giorno, ma lavoro e vedrò cosa mi prepara il destino. Ho composto anche un ciclo di 23 melodie per canto e pianoforte intitolato "Petites Suites parmi les plus taciturnes", 55 minuti di canto lirico "brut" sulla prosa di un autore francese contemporaneo che si chiama Aurelie Foglia-Loiseleur. Spero che si eseguano anche queste in un prossimo futuro.
Poi abbiamo altri progetti ancora con Roberto, spero poter incidere un altra ventina di melodie scritte da me solo o a 4 mani con David 20 anni fa, un "recueil" intitolato "Poesie non choisies" per canto e pianoforte...forse faremo un CD con le orchestrazione curate da Yvan...vedremo.
Riguardo alle Arti visive, ho tanti progetti...Vi invito a scoprire le mie opere di pittore-scultore e fotografo sul mio sito www.fra-art.com.

Grazie, Frédérico, per questa intervista interessantissima dietro le quinte del CD Maléna!

Sono io che ti ringrazio, Natalia. Grazie per il tuo interesse, per avermi chiesto questa seconda intervista ed anche per la tua collaborazione, quando mi hai corretto l'ortografia dei testi in dialetto siciliano, lavorando con me insieme ad altri amici, come Pino Feola che lo ha fatto per il dialetto napoletano e Stella Vitchenian che ha curato le traduzioni in inglese e francese.

E' stato un vero piacere, che mi rende particolarmente "vicina" a questo CD... Au revoir presto a Parigi, Frédérico!

Au revoir, Natalia!

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