
Sinopsi testi (160)
L'ILLUSIONE IN GINOCCHIO Bastano pochi elementi scenici e il gioco è fatto. Il gioco di un processo celebrato in un tribunale vero e concreto: il tribunale della fantasia. Si dice che la realtà supera la fantasia, ma per una volta almeno i personaggi di questo atto unico sono talmente reali che non ci sarebbe nemmeno bisogno di immaginarli, tanto sono dentro di noi. Vivono in noi perché siamo noi. Ma tutto ciò che siamo noi, a volte, ci sfugge: o per indifferenza o per superficialità o per orgoglio. |
RUMORE È un atto unico solo perché non ci può essere l’intervallo. Per tutta la durata della commedia, circa novanta minuti, non è previsto né il cambio di scena né una pausa sebbene breve. L’unica linea di demarcazione all’interno dello spettacolo è la luce. I primi venti-venticinque minuti sono “illuminati” e il pubblico può seguire le battute e il movimento scenico dei personaggi senza doversi immaginare nulla. Dopo questa prima fase della commedia, è il buio a farla da padrone. |
IN NOME DI OMÀR ABÚL Legittima difesa o vendetta? Può essere una domanda da tragedia o da farsa. Le norme che disciplinano la convivenza cosiddetta civile e democratica contemplano dei punti di vista naturalmente elastici. |
LADY MARKET Nunzia è una donna di camorra, che nella sua foga testamentaria, racconta senza infingimenti il proprio ruolo di capoclan. Il suo è uno status costruito all’insegna dell’indipendenza da quell’universo maschile che si caratterizza per modalità e atteggiamenti che detesta e ai quali non vuole riferirsi, pur essendosi imposta di determinarsi con la forza della violenza e della sopraffazione, rivendica il suo essere donna anche in un ambito in cui sono gli uomini ad essere protagonisti. |
IN HOC SIGNO E’ la storia di un parroco che non riesce più a celebrare messa, a causa di un disturbo da attacchi di panico. Tra il rifiuto del proprio sacerdozio, l’amore per una sua fedele, che si manifesta all’improvviso, ed un terremoto che destabilizzerà ogni certezza , si sviluppa una liturgia del crollo che lo porterà ad una scioccante “redenzione”. |
LA NONNA E IL PRESIDENTE La Nonna, una vecchia signora, vedova, ha saputo dal suo medico che ha i giorni contati. Al parco incontra un giovane omosessuale che monologa con se stesso la propria disperazione determinata dalla politica del Presidente del Governo. La donna, allora, decide di aiutare il giovane studiando la possibilità di assassinare il Presidente. Riesce a mettere in atto il suo gesto, colpendo il Prrdidente con una cerbottana avvelenata. Ma dopo tre giorni il Predidente torna in vita e cerca disperatamente la Nonna, perché, grazie a lei ha potuto dimostrare di essere come il Salvatore, un risuscitato, e vorrebbe che fosse eletta come presidente del Paese. Testo ironico, parabola ricca di colpi di teatro. |
ESTA NOITE, ARSÉNICO! Jogo entre dois elementos de um casal que está junto há já bastante tempo, e que brincam com a morte fingindo envenenar-se mutuamente. Um rito macabro sempre no limite da brincadeira, temendo que se torne real. |
LA MANO DEL PRESIDENTE Il Presidente del Paese, privo di una mano, si è fatto applicare una mano artificilale comandabile attraverso dei sensori che ricevono input dalla sua volontà. Durante una missione politica la mano non risponde più ai comandi del Presidente creando molti disagi con gli altri politici, che si trasformano in momenti di estrema comicità. Preoccupato di questi inconvenienti il Presidente vorrebbe rimettere le dimissioni all’assemblea del suo movimento politico. Ma i fatti che racconterà porteranno a decisioni sorprendenti che è meglio non anticipare. Si tratta di un monologo parodistico con risvolti demenziali. |
IL MORSO DEL SERPENTE La versione teatrale de “Il morso del serpente” nasce dall’omonimo libro di narrativa, composto di un unico dialogo di 150 pagg. edito nel settembre 2011 da Cleup, e racconta la storia di una coppia sposata da vent’anni. Questa storia si svolge tutta nella stanza da letto nuziale dei protagonisti, marito e moglie, che tra i ricordi e le accuse raccontano del loro passato e del loro presente catapultandoci dentro le loro vite, i loro problemi, le loro angosce. La diatriba tra i due coniugi è scaturita dal fatto che lei vuole andarsene, vuole lasciare la casa e il marito, il quale marito non accetta questa decisione, e prova in tutti i modi a dissuaderla, a farle cambiare idea, ma alla fine … Non mancano i colpi di scena. |
CASA MEMORIA Una donna ed un luogo, Felicia Bartolotta e Corso Umberto a Cinisi, covo di boss e altare di martiri, perché è questo che “Casa Memoria” rappresenta, attraverso la figura di Felicia Bartolotta, moglie di boss e madre di martire, è lei una moderna Antigone che va alla ricerca della Giustizia, non quella fatta di mezze verità, di depistaggi e lei, davanti al tritolo che le uccide il figlio, ingaggia una lotta serrata, contro i boss, lo Stato malato e un paese malato; lotta che va dal 78, anno della morte di Peppino Impastato al 2000, ma la battaglia di Felicia ha radici profonde inizia tra le pareti della casa paterna e continua tra quelle della casa maritale, perché Felicia, a dispetto dell’apparenza fragile, è donna forte e ribelle , di una ribellione che edifica e trasforma una prigione, in un altare, luogo di ricongiunzione tra il figlio morto e tutti coloro che sanno battersi per la giustizia, una donna che vede mafia e antimafia scontrarsi tra le stesse pareti, che sfida “un paese morto, un paese assente” e “il suo codice rovesciato” che non è tritolo, ma uccide lo stesso e lascia la donna al suo esilio ed al suo unico spazio: la casa! Felicia ribalta “il codice”, apre le persiane di casa e in una scatola emblematica contempla i pezzetti rimasti del figlio: stanghetta degli occhiali, strisce di tela dei pantaloni …, e quando esce: dichiara, rilascia interviste,firma esposti. “Cartazze, cartazze” per gli altri, che si levano gli occhiali e lasciano fare ai Don Tano che senza carte bollate, senza Corte d’Appello, senza Corte D’Assise emettono “una sola sentenza”. Felicia ribalta le regole, lei non vuole “vendetta”, vuole “Giustizia”, ventidue lunghissimi anni per ottenere “Verità”e riscattare Peppino dall’accusa di terrorismo: Fango, sangue e calunnie |