Voix sans paroles La parola snatura, fa male, tormenta. Quando cerca di scalfire il silenzio, il silenzio la respinge, la allontana. Non può entrare a far parte del silenzio di cui rappresenta il vilipendio. Divora l’io cosciente, ma al tempo stesso lo nutre. Bisogna comunicare con il silenzio scavando nella parola attraverso un processo di erosione sequenziale. C’è in ognuno di noi una moltitudine di voci che nemmeno immaginiamo. Come riuscire a farle affiorare sul palcoscenico? Da dove vengono? Come richiamarle? Cercheremo di scavare in ogni piccola fenditura per far dischiudere tutte queste voci. Attraverso il corpo, la voce, lo spazio, il testo, tenteremo di far emergere tutte le espressioni della voce: asserzione, stupore, scherno, orrore. È una ricerca che richiede generosità; apertura all’esplorazione di sé e disponibilità a condividerla con gli altri sul palcoscenico; spazi che favoriscano la circolazione delle energie e del pensiero. Molto tempo sarà dedicato a un lavoro sulla concentrazione attraverso esercizi di improvvisazione. |