Intervista con Clara Olivares, compositrice che debutta al Théâtre de l'Opera Comique con Les Sentinelles
Les Sentinelles è un'opera contemporanea che debutta nel meraviglioso Théâtre de L'Opéra Comique che fu fondato nel 1711 da Katherine Baron e Gautier de Saint-Edme. All'inizio vi erano recitate solo pantomime e parodie di opere. Dopo varie vicissitudini quest'importante teatro ospita opere e operette e il suo repertorio si estende dalla musica barocca alla musica contemporanea. All'interno del teatro nel foyer si possono ammirare affreschi mirabili raffiguranti le Muse delle Arti. E nella sala notevole il soffitto ugualmente suggestivo, sospeso e dipinto a raffigurare cieli aerei.
L'opera di Clara Olivares si distingue per la sua modernitá e la tematica originale. Frutto di una collaborazione dell'autrice con la librettista Cloé Lechat, Les Sentinelles esplora i rapporti complessi tra due donne in un mondo pieno di mutazioni. L'opera alterna passaggi lirici e momenti di prosa, creando una vera dinamica di sentimenti ed emozioni. Clara Olivares, la compositrice utilizza ugualmente strumenti elettronici e tecniche di spazializzazioni sonore per creare un'atmosfera immersiva ed incantatrice.
Incontriamo Clara nel suo delizioso appartamento con vista sui tetti bigi di Parigi. È una giovane donna che da poco ha varcato la trentina, ha un volto molto bello, singolare e classico al tempo stesso.In cui campeggiano un paio di occhi azzurri intelligenti, attraversati da bagliori di espressioni diverse.
Parliamo di Les Sentinelles, cosa puoi raccontare a proposito?
Les Sentinelles è la mia seconda opera. Avevo voglia di lavorare con un nuovo libretto scritto da Chloé Lechat e di mescolare voci cantate con una voce recitante di un'attrice, orchestra e messa in scena.
Come hai concepito, ideato questa musica? Qual'é il tuo rapporto con le voci?
Sono partita dal testo ,portatore di senso e della sua propria musicalità, ma anche dalla mia attrazione per dei timbri strumentali per costruire la mia drammaturgia sonora.
Quali sono i tuoi strumenti preferiti?
Le percussioni sono gli strumenti che mi ispirano di più: possono essere accoppiati a non importa quale strumento e modificandone il colore.
Le percussioni?
Grancassa, vibrafono, il timballo etc..
Les Sentinelles è un'opera contemporanea. Quali sono i musicisti che ti hanno influenzato?
Ci sono due compositori che mi hanno ispirato nel mio avvicinamento all'orchestra ,in modo particolare nell'uso delle percussioni: Philippe Marourry (nato nel 1952) che ha composto molte musiche per l'opera e Franck Bedrossian ( nato nel 1971) che ha sviluppato una ricerca sui suoni dell'orchestra molto personale.
Secondo te, qual'é l'effetto che si produce nella psiche ascoltando questi strumenti?
L'effetto voluto è di cambiare I punti di riferimento dell'ascolto,della memoria, delle attese tradizionali. I rapporti tra tensione e distensione sono modificati perché le sonorità non sono attuali e non possono essere anticipati dall'uditore.
Si d'accordo, il tuo lavoro si sviluppa nel quadro della creazione contemporanea e astratta. Vorrei domandarti se conosci I musicisti Luigi Nono e Luciano Berio.
Sono due compositori che ho ascoltato molto in certi momenti della mio percorso musicale. In Berio c'è la capacità di far dialogare gli strati della storia musicale con una grande libertà formale che mi ispira. In Nono c'è il rapporto con il silenzio e con un ascolto estremo che mi tocca. C'è una grande tensione interiore nella musica di entrambi.
Come ti situi nel rapporto con l'opera italiana?
Mi piace l'emozione frontale e il lirismo che è molto presente nell'opera italiana. Sono molto sensibile a certe opere di Verdi e di Puccini, ma penso soprattutto al le opere più recenti come quelle di Sciarrino che mi parlano maggiormente.
E per quanto riguarda l'opera tedesca?
Mi sento vicina alla tradizione tedesca nel gusto della struttura e nello spessore formale. Berg, Hindermith, poi più tardi Kagel mi hanno insegnato molto.
Nell' opera tedesca c'è un rapporto molto serio con la costruzione di un mondo. Ciò raggiunge il mio gusto per la narrazione che può essere frammentata, ma sempre rigorosa. Con luoghi, personaggi ed epoche.
La tua formazione di musicienne ti ha condotto in diversi paesi?
Si, dopo i miei studi a Strasburgo, sono andata all'Università di Berkley negli Stati Uniti per conseguire il mio dottorato. Ho imparato molto su me stessa e sui miei desideri di creazione e di ispirazione allontanandomi dal mio paese natio.
Cosa hai imparato?
Negli Stati Uniti c'è un modo assai privo di complessi di essere sè stessi. Il peso della tradizione e di un certo rigore accademico sono meno presenti. Le influenze stilistiche sono molto diverse nei compositori (musiche attuali, musiche tradizionali d'altrove). Infine, la nozione di competizione è quasi assente: ciascuno compone per esprimersi.
D'accordo: Cosa intendi con la parola "esprimersi "?
È una questione alla quale è difficile rispondere con delle parole: la musica è un linguaggio che serve per veicolare l'indicibile quasi informulabile.
Tuttavia direi che cerco di esprimee attraverso ogni pièce una poesia informulabile. La mia poesia interiore, le tensioni che mi animano, le reminiscenze, i suoni che mi hanno commosso ,o ancora le reazioni alle mie proprie esperienze vissute, sentite, estese, toccate.
Il tuo cognome è spagnolo?
Si mio padre è spagnolo ed è pittore.
Guardando intorno a me, vedo alcuni quadri. Sono di tuo padre?
Certi sono di mio padre (Jaime Olivares) e di suo padre (Fausto Olivares).
Puoi parlare della loro arte?
La loro pittura è all'incrocio tra forme figurative e ricerche più astratte. Hanno ciascuno la loro personalità estetica, ma il colore e la materia sono sempre molto studiate nelle loro tele.
Quali colori?
Non predomina per forza un solo colore, direi piuttosto che si tratta di un avvicinarsi sfumato e svariato di ogni colore, fatto di contrasti, di giochi di luce, di testure che risvegliano tutta una tavolozza colorata. I rossi,i blu i verde prendono così molteplici forme di vita.
Potresti precisare se questa pittura ha influenzato la tua opera? Parli della testura, della densità del colore, della capacità della pennellata...
C'è un legame fondamentale. Sono cresciuta nell'adolescenza in mezzo alla pittura e circondata da quadri. Mio padre mi ha trasmesso l'idea di un rapporto molto fisico con la creazione: il colore non è mai una superficie, ma é profondità ed intensità. Provo a ritrovare questo nel suono: una materia che si può quasi toccare, che resiste e che ha intensità ...C'è anche la questione del gesto, anche li è simile ,comune a queste due pratiche: il gesto del pennello per lui e per me il gesto dell'archetto, il soffio, l'attacco strumentale, le dita rapide sulla tastiera...