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SIPARIO RECENSIONI: Duranti Poccetti Stefano

Menzionato Prosa - Stefano Duranti Poccetti

Medea - regia Maurizio Panici
Nera Mamba - assolo di danza e video
Il volo di Leonardo - regia Flavio Albanese

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Medea
Nera Mamba
Il volo di Leonardo

Medea di Euripide
traduzione e adattamento di Michele Di Martino e Maurizio Panici
con, Pamela Villoresi, David Sebasti, Renato Campese, Maurizio Panici, Silvia Budri Da Maren , Andrea Bacci, Evelina Meghnagi
scena Michele Ciacciofera, realizzata da Giorgio Gori, costumi di Lucia Mariani su disegno di Michele Ciacciofera, musiche di Luciano Vavolo
Teatro Signorelli Cortona, 8 febbraio 2012
Un sole di bronzo sullo sfondo, il suo nero riflesso sul palcoscenico, in cui è presente una piccola scalinata. Medea è sempre al centro con la sua veste rossa passione, protagonista assoluta, che del sole ha la saggezza, della sua ombra la rabbia tenebrosa del rancore, un rancore nato dal tradimento del suo amato Giasone che a lei ha preferito la figlia del re di Corinto Creonte, intento a donare ai suoi figli – avuti dalla Maga – un prospero futuro. Un futuro che per i piccoli non ci sarà, perché uccisi dalle mani di Medea, dopo che la donna ha anche ucciso la principessa e il padre Creonte.
Il testo di Euripide mantiene in questa trasposizione teatrale la sua originaria forma, e così, anche il modo recitativo degli attori, sembra richiamare quello classico del teatro greco – dove i personaggi sembrano racchiusi nel loro universo poetico, quasi impossibilitati nello scambio relazionale tra di loro. Per ovvi motivi, per questa messa in scena sono stati attuati molti tagli sul testo del tragico greco, mentre i costumi sono stati resi simbolici – Il rosso di Medea per esempio simboleggia proprio la sua forza passionale. Il coro è reso soltanto da una narratrice cantante (Evelina Meghnagi), nel ruolo di Prima Corifea, che ha intonato con raffinatezza canti in lingua greca.
Pamela Villoresi veramente ottima in questo ruolo, che lei stessa ha definito il più faticoso della sua carriera teatrale. Deve passare sempre da alti a bassi e da bassi a alti per riuscire a rappresentare l'ambiguità di Medea, un vero e proprio dualismo femminile: razionalmente saggia, come del resto resa pazza dalla passione, una passione che le permetterà di realizzare il suo cupo progetto andando anche incontro al suo destino: uccidere i figli per punire il padre. Una donna padrona del suo destino, che, quando Euripide presentò, non fu accolta con favore per i concetti espressi totalmente diversi dalla società di quel tempo. Oggi per noi è più semplice accettare un personaggio del genere, benché non resti sempre semplice accettare la sua soluzione di vendetta.
Buonissima anche l'interpretazione di David Sebasti, anche lui in un ruolo di un uomo apparentemente sicuro di sé stesso, in realtà molto tormentato interiormente. L'apparizione di Creonte è invece misera, ma non per questo va svalutato il lavoro di Renato Campese, bravo nel ruolo.
Altri personaggi che troviamo in scena sono la nutrice e il messaggero, rispettivamente interpretati da Silvia Budri Da Maren e Andrea Bacci. La nutrice non svolge un ruolo marginale e la troviamo spesso in scena a relazionarsi con Medea e Giasone e si può dire che l'attrice sia stata artefice di un'ottima interpretazione. Andrea Bacci appare solo una volta in scena, per annunciare la morte della principessa e di Creonte e il suo monologo drammatico è molto intenso ed emotivo. In scena anche il regista Maurizio Panici, che fa di questa rappresentazione un bello spettacolo, organicamente funzionante nelle sue parti, impreziosito poi dalle musiche del compositore Luciano Vavolo.

Stefano Duranti Poccetti

Nera Mamba Assolo Di Danza E Video
Progetto Video - Coreografia - Interpretazione
Elisabetta Di Terlizzi
Riprese Video Stefania Scerna
Consulenza Per La Regia Video Paola Lattanzi
Musiche Merzbow - K 213 Domenico Scarlatti
Scultura Giorgio Jorio
Teatro in Scatola Roma, 6 dicembre 2011

"Nera Mamba" di Elisabetta Di Terlizzi. Dalla prigione alla libertà

Un video, le cui immagini "comandano" i movimenti della protagonista, che sembra essere condannata da delle prigioni interiori che la soprassiedono. Questo fino al finale, quando la ragazza, togliendosi i vestiti e assaporando la libertà, può cominciare a "vivere" e a convivere "serenamente" con i propri incubi.
Questo è "Nera Mamba", assolo teatro-danza di e con Elisabetta Di Terlizzi, che fin dall'inizio ci immette nel dolore della ragazza portata in scena, avendo l'intenzione di crearne l'esistenza attraverso i vari passaggi della vita. Inizialmente la troviamo bambina e l'ombra di una mano gigantesca proiettata sul video sembra quasi un mostro che dirige i movimenti della protagonista; immagine ancora più terribile quando vediamo che l'ombra della mano porta con sé anche ombre di scheletri umani. La seconda scena è più movimentata e anche la musica diventa più vivace – non allegra – e un paio di scarpe a zeppe rosse vengono proiettate sul video, si tratta delle stesse scarpe che porta la ragazza, che ora non è più una bambina, ma una ragazza adulta, una ragazza che ha sofferto, una bella ragazza la cui bellezza è sfiorita anzi tempo e che pare, con la parrucca, il vestito attillante corto e le scarpe a zeppe alte, una prostituta: sono gl'incubi che l'hanno dilaniata, che l'hanno distrutta, è colpa di quel maledetto video che sta lì, sullo sfondo, e che la comanda senza che lei possa ribellarsi, ma alla fine ce la fa: prende forza finalmente! Si toglie i vestiti, la parrucca: tutte le sue vesti. È ora completamente nuda come Madre Natura l'ha fatta, mentre il video dietro di lei brucia e scompare: è finalmente libera e adesso può mettersi seduta, tranquilla, e guardare un lupo che corre dove vuole, accompagnata dal suono armonico di musica barocca: è libera! E in questa libertà è lei la padrona, non è più soggiogata da nessuno, il video non la comanda più e può così cominciare a dialogare con sé stessa, con i suoi incubi, può addirittura ballare con uno scheletro, lo scheletro del suo inconscio, e fare l'amore con lui, per poi addormentarsi insieme e sognare lietamente.
Funziona veramente molto bene la relazione tra il video e la protagonista e lo spettacolo si fa seguire, sorprendendo e non annoiando. Si tratta di un assolo piuttosto breve – circa 17 minuti – ma, nonostante questo, è suddiviso in una serie di micro-scene che risultano allo stesso tempo insieme ben innescate e ciascuna indipendente dall'altra, suscitando nello spettatore sempre emozioni diverse e intense. Un complimenti allora a Elisabetta Di Terlizzi e al Suo "Nera Mamba".

Stefano Duranti Poccetti

Il volo di Leonardo

scritto, diretto e interpretato da Flavio Albanese
produzione Piccolo Teatro di Milano-Teatro d'Europa
Piccolo Teatro Strehler - Scatola Magica Milano, 12 marzo 2012

"Il volo di Leonardo" o, semplicemente, realizzare i propri sogni

Esiste l'impossibile? No, non esiste. Grazie al sogno si può raggiungere qualsiasi cosa, purché al sogno si aggiunga il mezzo, vale a dire una concreta volontà di fare, di costruire: la capacità di dare vita all'impalcatura che regge il sogno e, se questa non viene eretta con saldezza, il sogno diventa solo una mera illusione.
È un po' questa l'essenza dello spettacolo "Il volo di Leonardo", scritto, diretto e interpretato da Flavio Albanese, andato in scena al Teatro Strehler del Piccolo di Milano nella minuta Scatola Magica. Leonardo da Vinci è uno dei più grandi geni dell'umanità – che banalità che ho detto. Un genio che è riuscito a creare, a inventare qualsiasi cosa, e tutto questo solo provando, solo facendo tentativi, solo fallendo! Solo chi fallisce può trovare una soluzione, perché solo chi agisce fallisce, e solo chi fallisce riuscirà un giorno a volare! Come lo stesso Leonardo riuscirà alla fine dello spettacolo – dopo vari tentativi che metteranno a dura prova il suo allievo. Uno spettacolo che è un monologo, in cui Flavio Albanese interpreta non Leonardo, ma l'allievo di cui parlavo: Zoroastro. Leonardo non compare mai, ma la sua immagine è resa dal personaggio in scena, che ne racconta le gesta in una chiave a tratti comica, a tratti d'intensa liricità, in cui emerge la vasta figura dell'artista – architetto – ingegnere ... del factotum Leonardo, che, certo, di errori ne ha commessi, ma alla fine è sempre arrivato dove voleva e questo perché mai ragionò come un uomo comune, ma con la propria mente, la mente di un genio.
Sulla scena ci sono solo pochi oggetti che ricordano Leonardo da Vinci, sopra a tutti una lavagna in cui sta disegnato il grande volto del maestro. Flavio Albanese ha costruito lo spazio scenico e l'intero impianto spettacolare molto bene ed è bravo a dialogare col pubblico durante la rappresentazione, aiutato anche dalle piccole dimensioni della sala, che si adatta perfettamente a uno spettacolo del genere. L'attore sta sul palcoscenico per circa un'ora e si fa seguire con piacere, senza annoiare, rubando sorrisi. Si può dire insomma che l'evento da lui portato non può prendere il nome di illusione, ma di sogno, perché ha sognato di portare in scena la vita di Leonardo e lo ha anche fatto costruendo un valido impianto spettacolare, che, nella sua semplicità, è stato incisivo ed efficace al punto giusto.

Stefano Duranti Poccetti

Letto 7627 volte Ultima modifica il Sabato, 01 Settembre 2012 10:32
La Redazione

Questo articolo è stato scritto da uno dei collaboratori di Sipario.it. Se hai suggerimenti o commenti scrivi a comunicazione@sipario.it.

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