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INTERVISTA a LUISA E VINCENZO SANFILIPPO - di Angelo Pizzuto

Luisa Sanfilippo. Installazione di scena Luisa Sanfilippo. Installazione di scena

Teatro Tordinona. Roma
Schegge d’autore XIX edizione.
“Oriella saluta tutti”
Testo e interpretazione di Luisa Sanfilippo
Regia e installazione scenica di Vincenzo Sanfilippo

Da pittore e scenografo lui, da attrice e autrice lei, sono tanti anni che Vincenzo e Luisa Sanfilippo, operando nell’ambito del teatro di ricerca, proseguono un loro lavoro di ‘sintonie ed equinozi’ fra la sonorità lessicale basata su un linguaggio amaramente umoristico e a ghirigori; ad una traccia figurativa immersa (prevalentemente) in creativi environment surreali, popolate da ‘macchine celibi’ e oggetti di scena plastificate ‘folli’ cromaticamente dardeggianti, facendo propria l’intera esperienza del teatro immagine integrato come immaginario letterario e artistico all’interno della scrittura scenica di Luisa. Un contributo originale di sicuro interesse raffinato nella scrittura scenica e la sua implicita natura di laboratorio teatrale. Ultima loro produzione è “Oriella saluta tutti” che diparte da una profonda condizione di disagio fisico e psicologica: quella del ritrovarsi ipovedente; per cui “Oriella saluta tutti” – afferma Luisa Sanfilippo - scaturisce dall’elaborazione teatrale di un mio precedente racconto “Il saluto negato” scritto in questo trascorso periodo di pandemia.

La sinossi del racconto:
“In sintesi: Oriella, in attesa di un intervento chirurgico agli occhi, non riconosce – anche a breve distanza – le persone e i tratti somatici che le caratterizzano. La sua decisione di salutare tutti – anche gli sconosciuti – la porterà verso conseguenze fastidiose ma teatralmente intrise di sottile humour.”

Quale poetica esprime il salutare teatralmente tutti?
“Nelle giornate forse più buie di questo trascorso periodo pandemico di chiusura, in cui si stanno continuando a limitare le occasioni per trovarsi, per stare insieme, il gesto poetico del salutare tutti, gesto che è fra i più antichi della storia umana, ancora una volta può essere riferimento di grande socialità per ispirare donne e uomini intorno alla bellezza della vita, alle sue seduzioni, alle sue dolcezze o asperità, spesso alle sue contraddizioni acuite dalla solitudine. Mi spiego meglio… il parametro ritmico, ancorché spesso ripetitivo dall’ostinato salutare comunque tutti, conoscenti e sconosciuti (come proposta sociale della via giusta) amplifica il messaggio, si lascia ascoltare, mentre dialoga con gli elementi scenici che circondano la sua monologante solitudine; strane sculture simili a surreali presenze plastificate”.

Come dicevamo le performance della coppia sono visivamente curati da Vincenzo, artista multimediale tra arte e teatro, per una ridefinizione delle categorie critico- estetiche della realtà ricostruita. Chiediamo a lui qual è la “concretezza” del suo apporto scenografico al lavoro di drammaturgia e allestimento?
“Il nostro lavoro cerca di coniugare scrittura e linguaggi artistici- performativi. L’assioma di partenza nel nostro operare è che non vi sia alcuna differenza sostanziale nella espressione artistica potenziata semanticamente di parole, suoni, linee, gestualità, cromatismi, e concepire lo spettacolo come medium interdisciplinare, dove la percezione visiva suggerisce la conciliabilità creativa tra spazio reale e spazio immaginario. Gli oggetti di scena, raffiguranti un giardino surreale, in questo caso definiscono all’interno della scrittura scenica un rapporto di perfetta corrispondenza con la struttura dell’azione, collocando l’autrice e attrice al centro di un environment di elementi scenici surreali ma concreti, costellazione, forma/paesaggio d’un giardino esistenziale reso plastificato".

Luisa quale processo subisce il testo scritturale?
“Il testo da rappresentare fuoriesce dai ristretti margini della pagina scritta, dunque viene “performato” ed “esposto” al pubblico con richiamo intrinsecamente emotivo, rientrando in un più ampio processo scenico operativo che miri al recupero di un contatto diretto con la platea, acquistando una funzione sociale e aggregativa, poiché come sappiamo il teatro è il luogo deputato dove la società si identifica nelle azioni che vengono create, processando se stessa".

Come sempre debutterete al Tordinona di Roma…
“Si - All’interno della Rassegna SCHEGGE D’AUTORE. Festival della Drammaturgia italiana al Teatro TORDINONA ACTOR’S STUDIO, Ex Teatro Pirandello); nei giorni 1-2-3- ottobre con una ripresa a fine stagione. Tutta la Rassegna ha inizio il 28 settembre e termina il 6 ottobre. Direzione Artistica Renato Giordano e Ulisse Benedetti, che da sempre producono e promuovono la nuova Drammaturgia Italiana, ospitando Autori anche di altra origine, sotto il segno del multilinguismo e della pluralità delle culture”.

Dal programma di sala:
“Schegge d’autore” e “Serate in Corto” ospiteranno serate di musica etnica e Jazz. Questo storico teatro continua a rappresentare uno dei luoghi simbolo, uno spazio di libertà espressiva, laboratorio innovativo della creatività e della sperimentazione, una sorta di cantiere aperto su vari fronti artistici. All’interno di questa realtà, che molti di noi chiamiamo “aggregazione del dissenso”, si animano le realizzazioni del teatro di scrittura sperimentale italiano che, al virtuosismo formale della produzione ufficiale, contrappone alcuni operatori che negli ultimi decenni si sono qualificati impreziosendo il già nutrito gruppo artistico della scuola romana, da tempo documentato nella copiosa teatroteca, @eperformance.tv · Sito web di cultura e società curata dall’Associazione culturale musicale Beat 72- che ora ha sede nel Teatro Tordinona".

Angelo Pizzuto

Ultima modifica il Lunedì, 11 Ottobre 2021 15:53

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