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(CONCORSO CRITICI 2019: TEATRO) "LA LOCANDIERA" - regia Paolo Valerio e Francesco Niccolini. -di Giovanna Villella

"La Locandiera", regia Paolo Valerio e Francesco Niccolini. Foto Botticelli "La Locandiera", regia Paolo Valerio e Francesco Niccolini. Foto Botticelli

LA LOCANDIERA

di Carlo Goldoni

adattamento e drammaturgia Francesco Niccolini
con Amanda Sandrelli

e con Alex Cendron, Giuliana Colzi, Andrea Costagli, Dimitri Frosali, Massimo Salvianti, Lucia Socci
Regia Paolo Valerio, Francesco Niccolini

Scene Antonio Panzuto

Costumi Giuliana Colzi

Luci Marco Messeri

Musiche Antonio Di Pofi

Produzione Teatro Stabile Verona
Visto a Lamezia Terme (CZ), Teatro Grandinetti Comunale, 22 novembre 2019
per la Stagione teatrale realizzata dall’Associazione culturale AMA Calabria

Amanda Sandrelli, “locandiera” elegante e cinica
Una scena scarnificata e geometrica, firmata da Antonio Panzuto, sì da risultare efficace per il movimento degli attori, incornicia i personaggi di questa pièce goldoniana, la prima di quella Riforma teatrale che l’autore attuò con il passaggio dalla Commedia dell’Arte caratterizzata dall’uso delle maschere alla commedia di carattere con personaggi reali, psicologicamente definiti, derivati dalla diretta osservazione del mondo e della società. Lo spettacolo, condensato nella brevità dell’atto unico, è vivacemente scandito nei ritmi e giocato con grande abilità di entrate e uscite. Al centro del gioco scenico sta la locandiera, interpretata da Amanda Sandrelli. Abbandonati fronzoli e lazzi, l’interpretazione della Sandrelli punta sui temi dell’emancipazione femminile e dell’amore a cui, tuttavia, rinuncia in nome di una libertà senza felicità. La sua Mirandolina è una donna di espressiva intelligenza e di misurata eleganza che conserva nei gesti una certa aria adolescenziale. Si muove sulla scena con svagata leggerezza come una animula fragile e allegra dispensando sorrisi di svaporata malizia. Gli uomini che l’adorano in quanto donna libera, si accaniscono a possederla senza nulla stringere di lei. E lei vive nel desiderio che riesce a suscitare, felice di accettare regali per una sorta di vendetta inconscia da nata povera. Donna di passione e di finzione, consapevole del suo potere, usa la seduzione con freddo calcolo. Dura e cinica, oltre il suo garbato civettare, ella tratta i quattro uomini che le gravitano attorno con feroce ironia, disseminando con generosità i segni di una femminilità trionfante. Andrea Costagli nel ruolo del Marchese di Forlinpopoli mescola sapientemente il sentimento sensuale per Mirandolina con il sentimento del denaro. Insinuante e quasi felino il Conte d’Albafiorita di Dimitri Frosali. Algido il Cavaliere di Ripafratta dell’ottimo Alex Cendron. Umbratile e percorso da una rabbia compressa il Fabrizio di Massimo Salvianti. Vivaci e piene di verve Lucia Socci e Giuliana Colzi nei ruoli delle due attrici comiche Ortensia e Dejanira. L’adattamento drammaturgico di Francesco Niccolini ci restituisce un magnifico esempio di un testo classico “nuovo” con caratteri a tutto tondo ricchi di tonalità linguistiche e sceniche e Marco Messeri distilla ombre e luci sopra il fruscio di sete dei bellissimi costumi creati da Giuliana Colzi. Uno spettacolo in bilico tra raffinatezze astratte e memoria popolaresca di stupefatta essenzialità.

Giovanna Villella

Ultima modifica il Venerdì, 18 Settembre 2020 16:16

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