«Il mio cuore batte per la felicità e mai per l’ansia»
Chiara Francini racconta «L’amore segreto di Ofelia» di Berkoff
«Sì, lo posso dire: sono felice»: è un’iniezione di positività quanto dice Chiara Francini, attrice, scrittrice in tournée con L’amore segreto di Ofelia con Andrea Argentieri, diretta da Luigi de Angelis e Chiara Lagani, in scena mercoledì 16 settembre al Teatro Romano di Verona in uno spettacolo prodotto da Infinto Teatro di Pierferancesco Pisani e dall’Estate Teatrale Veronese in collaborazione con Argot produzioni.
Di questi tempi una dichiarazione come la sua rischia di essere inusuale…
«Forse la felicità mi deriva dal fatto che sto terminando il mio quarto romanzo. Si tratta di un lavoro diverso rispetto ai tre precedenti Un anno felice, Non parlare con la bocca piena, Mia madre non lo deve sapere».
Può capitare anche questo di intervistare l’attrice Francini impegnata ne L’amore segreto di Ofelia e di trovarsi a tu per tu con la scrittrice… è un po’ spiazzante…
«Noi donne siamo multitasking, dovrebbe saperlo (ironizza, ma non troppo). Io sono laureata in Italianistica, la mia ammirazione e il rispetto per la letteratura e quando si è trattato di scrivere ho avuto mille remore, poi mi sono buttata».
Ed è andata più che bene?
«Sì, ho venduto 120mila copie, ma al di là dei numeri ho avuto l’impressione che i miei romanzi abbiano trovato risonanza in tanti. La scrittura è una modalità di creazione che ci avvicina a Dio. Davanti a un foglio bianco hai la possibilità di creare vite, storie, uomini e donne. Il foglio si imbratta delle tue tinte emotive e poi scopri che siamo fatti tutti dello stesso arcobaleno».
Cosa lega la sua attività di scrittrice e attrice?
«Uno stesso desiderio: ricevere l’amore degli altri esseri viventi e ricambiarlo. Il teatro e la scrittura ti permettono di abbracciare chi incontri, con il cinema e la tv è come se facessi una telefonata d’amore».
In quello che dice c’è sottinteso, forse, il termine: distanza, ma c’è anche la voglia di vicinanza. Distanza e contatto coesistono in teatro e in particolar modo ne L’amore segreto di Ofelia?
«L’amore segreto di Ofelia di Steven Berkoff è un epistolario erotico in cui la distanza aumenta la seduzione. La chiave di lettura che ne hanno dato Chiara Lagani nella curatela drammaturgica e il regista Luigi De Angelis entra nel cuore della necessità del distanziamento e lo fa esplodere».
Cosa intende dire?
«In scena siamo io e Andrea Argentieri, due attori alle prese con la messinscena del testo. Si lavora a distanza, attraverso collegamenti Zoom e un apparato tecnologico che mi ha messo in gioco e intreccia personaggi e attori in un modo assolutamente sorprendente. Personaggi e interpreti rappresentano le sfaccettature di due amanti, del legame amoroso ed erotico che in un certo qual modo ci travolge, anche a distanza… la distanza di zoom come quella più calda della scrittura epistolare».
La particolarità del teatro di Fanni & Alexander è legata alla modalità dell’eterodirezione per cui sembra che l’attore diventi una sorta di marionetta nelle mani acustiche di un plot verbale diretto da De Angelis. Come si è trovata in questa condizione che per un’attrice si potrebbe dire costrittiva?
«Sostanza e stile si fondono. Io sono una che non si agita. Ho avuto modo di godermi fino in fondo il testo. Il mio cuore batte per la felicità e mai per l’ansia. Il fatto di ricevere in cuffia il testo e di dover seguire il flusso audio non mi ha messo ansia, anzi. Mi sono sentita rinchiusa nella mente di Ofelia. In cuffia ti arrivano musica e parole e alla fine ti ritrovi a vivere una sorta di trance. È un’esperienza bellissima e incredibile».
Non deve essere stato facile dire di sì a una proposta come quella del produttore di Infinito Pierfranceso Pisani che con l’Estate teatrale veronese è riuscito a realizzare questo particolare Amore segreto di Ofelia…
«Pierfrancesco è uno che la sa lunga… ci ha visto bene. Io poi arrivo dal teatro, ho iniziato con Barbara Nativi e quindi quando Pisani mi ha proposto questo lavoro non mi pareva vero di poter tornare a teatro con un lavoro così denso di segni e pregno di parole».
E il suo pubblico come la prenderà?
«Se la mia presenza può servire a portare spettatori che non abitualmente frequentano le sale teatrali, anche in un momento così delicato, ben venga. Ma credo che il pubblico sappia essere più maturo e attento di quanto noi non immaginiamo».
L’amore segreto di Ofelia è una delle poche nuove produzioni teatrali del post lockdown, nessuna paura?
«L’idea e il lavoro sono iniziati in pieno lockdown. La stessa scrittura e la stessa idea di messinscena hanno operato sul concetto di distanza e distanziamento, in un certo qual modo abbiamo fatto della condizione presente uno stimolo per immaginare un teatro altro e questo per merito di Luigi De Angelis, Chiara Lagani e il mio Amleto, compagno di avventure, Andrea Argentieri. Ora essere in scena è un’emozione incredibile e la distanza emotiva si accorcia, la distanza si annulla fra me, Andrea, noi e il pubblico. In fondo ad andare in scena è la magia del teatro, semplicemente questo». E non è poca cosa… viene da aggiungere.
Nicola Arrigoni