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(RACCONTA UNA STORIA) - "RIMORSO" di Nada Quiriconi

Rimorso
di Nada Quiriconi

Mara aprì la porta della sala d’aspetto ed entrò, guardandosi attorno, la stanza era vuota. Si voltò verso Mattia.
“Siamo in anticipo” brontolò suo figlio.
Mara sorrise, indulgente; Mattia detestava aspettare troppo, come tutti gli adolescenti era sempre impaziente.
Fortunatamente in quel momento si aprì una porta e apparve Roberto.
“Ehi, campione, eccoti qui! Andiamo che oggi ti faccio lavorare davvero.”
Il fisioterapista condusse Mattia in uno degli ambulatori e lei rimase sola ad aspettare il suo turno. Non attese a lungo, si aprì un'altra porta rivelando la figura alta e ossuta di Giovanni.
“Ciao Mara, come va oggi?”entrarono nel solito piccolo ambulatorio e lei gli fece un elenco preciso di tutti i suoi acciacchi: a quaranta anni se ne sentiva venti di più!
“Dai, spogliati che cominciamo”.
Quando fu rimasta in biancheria, Mara si sdraiò e, come sempre, nonostante ormai conoscesse Giovanni da più di cinque anni, non riuscì a reprimere il senso di disagio che le procurava rimanere seminuda.
“Dunque, spiegami esattamente da dove parte il dolore e come si propaga.”Giovanni era molto cupo quel giorno. ”Avrà i suoi problemi”pensò Mara”anche lui ha una vita”.
La seduta iniziò in modo normale, Mara non si rilassava mai in quelle occasioni: oltre a essere riluttante ad esporre il proprio corpo, provava sempre molto dolore e Giovanni doveva continuamente ricordarle di respirare.
Tutto dentro tratteneva, da una vita, ansia, dolore, trepidazione e anche l’aria. Ormai era diventato il suo mantra: Mara respira!
Non avvertì subito il cambiamento, nessun campanello d’allarme, come si sente raccontare di certe situazioni. Giovanni aveva iniziato la sua manipolazione in maniera assolutamente consueta, con la pressione che procedeva dal piede verso l’alto, con manovre che Mara aveva imparato a conoscere a memoria nel corso del tempo.
Le mani che fino a quel momento massaggiavano il polpaccio improvvisamente erano nell’interno coscia e il senso di disagio aumentò a un livello mai raggiunto prima. Mara avvertì la differenza, sottile ma concreta.
“Stai tranquilla”si disse”sei paranoica”. Ma mai Giovanni si era spinto così in alto verso l’inguine.
E poi accadde. Il gelo attanagliò le viscere di Mara come una morsa. La mano palpò la zona più intima della donna con una carezza così leggera che per un attimo lei pensò di averla solo immaginata. Ma il fiato pesante di Giovanni non era frutto della sua immaginazione e nemmeno l’angoscia che lei stava provando.
Il corpo non le rispondeva più, era calda, poi fredda, il respiro bloccato in gola, al posto dello stomaco come un sasso. “Non è successo niente, hai capito male, stai buona che non è successo niente.” Le scoppiava la testa per la pressione del sangue. E poi Giovanni le accarezzò una guancia e con un piccolo gesto le sussurrò: “Shhh!”.
Mara urlò, il fiato uscì dai polmoni, eruppe dalla bocca come lava da un vulcano; non le importava di nulla, se fosse arrivata gente , se Mattia dalla stanza accanto avrebbe sentito ogni cosa, se fosse finita sulle prime pagine del giornale locale. Nulla le importava, solo tappare quella bocca che sibilava. Shhh....
“Mamma che hai? Ti senti male? Mamma...mamma?”La voce preoccupata del figlio penetrò nella nebbia del cervello di Mara. Erano in macchina, non si ricordava neanche di essere arrivata fino al parcheggio.
Stringeva forte il volante con mani ghiacciate.
“Mamma, ti senti male?”ripeté Mattia ora davvero preoccupato.
“No...no, tranquillo, è che...la seduta...è stata davvero pesante!” Mara strinse forte gli occhi, rivide quella bocca che le sussurrava shhh, risentì quella carezza viscida sulla pelle. Non aveva urlato, il fiato era rimasto bloccato nelle profondità del suo essere, con tutto lo schifo che aveva provato in quel momento. Capì che avrebbe dovuto convivere per sempre con il rimorso di non aver reagito in alcun modo, quindi per l’ennesima volta, come un sogno, un incubo che era capitato ad un’altra donna, si ripeté "Non è successo niente, non è successo niente".

Ultima modifica il Giovedì, 02 Aprile 2020 09:41
La Redazione

Questo articolo è stato scritto da uno dei collaboratori di Sipario.it. Se hai suggerimenti o commenti scrivi a comunicazione@sipario.it.

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