venerdì, 29 marzo, 2024
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Spettacolo gran finale della rassegna LA PAROLA A PALERMO – TEATRO BIONDO E ASSESSORATO ALLA CULTURA. Chiesa dello Spasimo domenica 18 ottobre h 18.30

Valeria Patera e Rita Levi-Montalcino Valeria Patera e Rita Levi-Montalcino

LE PAROLE DI RITA
Racconto teatrale per voci, video e musica dalla vita e dalle lettere di Rita Levi-Montalcini
Testo di Valeria Patera e Andrea Grignolio
con Esther e Maria Cucinotti
regia di Valeria Patera
video di Valeria Spera
tecnico audio /video Sebastiano Mambretti

LE PAROLE DI RITA È un cavallo di battaglia di VALERIA PATERA che porta in giro questo spettacolo dal 2010 e che è stato ospitato dal PICCOLO TEATRO DI MILANO, dal TEATRO DI ROMA,-teatro nazionale, dal TEATRO VITTORIA, Dagli STUDI RAI di Via Asiago in diretta nazionale dalla sala A su RADIO 3, da tanti altri teatri italiani in diverse città e da diversi istituti italiani di cultura all’estero: Berlino, Londra, Tirana, Valona.

Come è noto alla direzione artistica questo spettacolo interpretato da Giulia Lazzarini era in cartellone per ottobre in Sala Strelher ma per ovvie ragioni pandemiche è stato cancellato.
VALERIA PATERA che nel frattempo si è trasferita a vivere stabilmente a Palermo, ha in questi mesi messo a punto una nuova versione tutta siciliana dello stesso spettacolo che porta in sé una significativa novità. La novità sta nel fatto che come si evince dal testo dello spettacolo Rita Levi-Montalcini aveva una sorella gemella con la quale per tutta la vita ha avuto un rapporto fortissimo e a lei sono dirette alcune delle lettere presenti nella drammaturgia e questa nuova versione dello spettacolo anziché centrarsi su un’unica attrice, si snoda invece sulla doppia personalità di due attrici gemelle : MARIA ed ESTER CUCINOTTI.
Così la dinamica del rapporto sororale che emerge dal testo si attua anche sulla scena con la doppia presenza di due donne uguali fisicamente che secondo scelte registiche rigorose si alternano sul palco per dare vita a questo dialogo epistolare tra Rita Levi-Montalcini e sua sorella Paola e la vivacità di questi passaggi intrecciati ad altri tratti dall’autobiografia del Premio Nobel mitigano quell’aura di severità che aleggia intorno ai personaggi che raggiungono un’ampia notorietà in età avanzata quasi che giovani non lo fossero mai stati, sebbene ovviamente così non è. Questo vale di certo anche per Rita Levi-Montalcini che, dopo essere stata insignita del Premio Nobel per la medicina è diventata un’icona internazionale stigmatizzata da uno stile inconfondibile. Ma che indefesso impegno e rigore non necessariamente esulino da allegria, umorismo e prontezza di spirito, ce lo conferma la lettura del suo epistolario e della sua biografia. Proprio dalla trascinante vitalità, palpitante umanità ed energica giovinezza che anima gli scritti del Premio Nobel, è sgorgato il desiderio di ricostruire quest’atmosfera per proporre al pubblico le parole di Rita che si muovono con il tempo del ricordo, avanti e indietro, ripescando emozioni, pensieri, tranche de vie, pennellate di sottile ironia e profondissime riflessioni sulla vita, contrappuntate da una struttura di videoclips che ricostruiscono un possibile mondo mentale e l’immaginario artistico della scienziata attraversato dai lampi pittorici dei suoi artisti preferiti, la bellezza sorprendente delle visioni al microscopio filmate da lei stessa, l’infinitamente piccolo della natura e le architetture sonore di Bach, la grazia di Mozart e la gravitas di Beethoven che riporta le sue ossessioni infantili, l’angoscia della guerra e i palpiti di una giovane donna che decide il suo destino in un’epoca storica in cui questa libertà non era affatto ovvia. Il testo riporta i momenti salienti della sua vita a cominciare dall’infanzia torinese, dai rapporti famigliari, dall’influenza tragica di un momento storico terribile come quello delle leggi razziali e del nazi-fascismo e come Rita reagì partecipando e dando una direzione precisa alla sua vita. Poi la partenza per gli Stati Uniti dove rimase molti anni approfondendo la sua ricerca sul NGF che la portò al Nobel e da dove invia quotidiane lettere alla madre e alla sorella amatissima. Infine il suo testamento intellettuale che propone il pensiero per un “Nuovo Umanesimo” che possa intrecciare le Due Culture, scientifica e umanistica, per una nuova società fondata sul primato della conoscenza che rende possibile la dichiarazione di tutti i successivi diritti, ma senza il quale niente si fonda.

Attualmente, dati i molti fatti accaduti intorno alla pandemia, credo sia necessario e importante proporre attraverso uno spettacolo che strutturato su un raffinato intreccio di parole-immagine-suono è godibile e adatto a tutti, i tipi di pubblico, ragazzi compresi, anche una riflessione sulla serietà del lavoro di ricerca degli scienziati e con ciò stimolare un atteggiamento serio e responsabile e rispettoso verso questa branchia così fondamentale del Sapere.
DURATA: 65 MINUTI

Ultima modifica il Mercoledì, 07 Ottobre 2020 11:11
La Redazione

Questo articolo è stato scritto da uno dei collaboratori di Sipario.it. Se hai suggerimenti o commenti scrivi a comunicazione@sipario.it.

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