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TEATRO DELL’OPERA DI ROMA - la nuova stagione 2018_2019

È il palcoscenico dell'Opera di Roma ad ospitare la conferenza stampa di presentazione della stagione 2018/2019. Numerosi i relatori: Carlo Fuortes e Virginia Raggi – rispettivamente Sovrintendente e Presidente della fondazione – insieme al Direttore Artistico Alessio Vlad, alla Direttrice del Corpo di ballo Eleonora Abbagnato, al Presidente della Camera di Commercio di Roma Lorenzo Travaglianti, al Ministro dei Beni Culturali Alberto Bonisoli e al Presidente della Regione Lazio Nicola Zingaretti (sostituito, perché impossibilitato per altri impegni istituzionali, da Albino Ruberti) hanno delineato la futura stagione operistica e di danza.
Dall'avvento di Fuortes, la linea che l'Opera ha scelto di intraprendere è quella della tradizione che sappia parlare in un linguaggio moderno a tutti comprensibile. Gli spettacoli che si avvicenderanno dal prossimo Dicembre 2018 si potranno intendere, quindi, come una naturale continuazione di quanto finora fatto.
Ad aprire la stagione sarà il verdiano Rigoletto in un nuovo allestimento, con la direzione di Daniele Gatti e la regia di Daniele Abbado. Si proseguirà con la donizzettiana Anna Bolena, nel nuovo allestimento diretto da Riccardo Frizza e con la regia di Andrea De Rosa. E poi un pirotecnico susseguirsi di sorprese – col gradito ritorno dell'Orfeo ed Euridice di Gluck, assente da cinquant'anni dal teatro Costanzi; con La vedova allegra di Lehár (diretta da Costantin Trinks e per la regia di Damiano Michieletto); con la riproposizione (dopo l'unica volta nel 1966) de L'angelo di fuoco di Prokof'ev, diretto da Alejo Pérez, per la regia di Emma Dante (che firmerà anche quella de La Cenerentola di Rossini). La stagione operistica si concluderà nel nome di Mozart, con un nuovo allestimento di Don Giovanni (diretto da Jérémie Rhorer) e con Idomeno, re di Creta (diretto da Michele Mariotti e la regia di Robert Carsen). Infine, sarà la volta d'un'opera inedita su Ennio Flaiano, Un romano a Marte con musiche di Vittorio Montalti e libretto di Giuliano Compagno.
Sulla stessa scia d'equilibrio fra antico e moderno si muove anche la stagione del balletto. A cominciare dall'apertura con Il lago dei cigni su coreografie di Benjamin Pech, proseguendo con un nuovo allestimento di Carmen affidato al coreografo Jiři Bubeníček, passando per la Serata Philip Glass (dedicata al grande compositore statunitense) e finire con Blanche Neige di Angeline Preljocaj (in scena per la prima volta al Costanzi) e il Don Chisciotte di Laurent Hilaire.
Si proseguirà, naturalmente col progetto Opera Camion (che ovunque vada registra grandi consensi) e con iniziative su altre forme d'arte: il Work in progress di Alexander Calder e Waiting for the sybil di William Kentridge.
Un programma, in sintesi, ricco e variegato. E che soprattutto pare aver premiato questa scelta di stile e di generi, visto che la passata stagione si è chiusa registrando un incasso complessivo di 14 milioni di Euro. Un successo che potrebbe quasi certamente ripetersi.

Pierluigi Pietricola

Ultima modifica il Venerdì, 06 Luglio 2018 22:44

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