Festival in una Notte d'Estate: percorsi e metamorfosi del Mito
XX EDIZIONE
GENOVA – PIAZZA SAN MATTEO
MARTEDÌ 11, MERCOLEDÌ 12 LUGLIO ORE 21,15
AULULARIA
La Commedia della Pentola
di Plauto
adattamento Mario Marchi
con Vittorio Ristagno
e con Andrea Benfante, Paolo Drago, Francesco Patané, Arianna Comes
Aulularia di Plauto, nella riduzione di Mario Marchi, è una restituzione inventiva ed equilibrata dell'antico pezzo di teatro giocato sul tipo dell' Avaro. Plauto inventò la maschera comica dell'avaro avarissimo, la rottura clamorosa dell' illusione scenica, con il protagonista che interpella il pubblico, i meccanismi dell' equivoco verbale.
Inventò moltissimo, tanto che la sua "commedia della pentola piena di oro" fu modello parziale di titolo e trama della "Cassaria" di Ariosto, e del rinascente teatro italiano.
Il problema sta nella linearità della scrittura, nell'appena sfiorato 'affondo' dei caratteri, nell' assenza di finale (il codice è mutilo) nella brevitas della geniale commedia.
Fu riscritta, infatti, e "L'avaro" di Moliére, pur seguendo dappresso, spesso alla lettera, Aulularia, è un assoluto capolavoro. Plauto invece è ammiratissimo è studiatissimo, ma in fase di allestimento è spinoso, esige idee brillanti. La commedia è stata allestita così come facevano i Romani, parti recitate e parti cantate per ridare ad Aulularia i colori del musical.
Il prologo, così, quadruplica i geni familiari, che cantano sulle note di "Illusion~ dolce chimera" la storia dell' avaro punito e della figlia devota. Euclione è capace di cantare, danzare e mettere allegria, un avaro filtrato attraverso Gelli e Goldoni, un avaro affettuoso e sbavante col suo amato, coccolato oro, un vero piezz'o core.
L'antenato latino invece è più diretto e virile, questo più affettuoso, la pentola è sempre sul suo seno, e lo stordimento erotico vuole divertente. Alla pari della serie di canzoni anni '40 e '50, popolari e adattissime alle gag della commedia.
GENOVA – PIAZZA SAN MATTEO
MARTEDÌ 18 LUGLIO ORE 21,15
ATZEWI DANCE COMPANY
presenta
"CARDINI"
Sul perché il sole sorge ad Est e tramonta ad Ovest
con Alex Atzewi e la Atzewi Dance Company
Cardini è l'ultima creazione di Alex Atzewi, nata in occasione della II Edizione del Festival dei Punti Cardinali nel Parco di Taino, sul Lago Maggiore, nello splendido teatro naturale offerto dal "Luogo dei 4 punti cardinali", la scultura-monumento di Giò Pomodoro che celebra il solstizio d'estate.
Lo spettacolo che per quell'occasione ha visto sul palco anche Antonella Albano, ballerina solista al Teatro alla Scala di Milano, è una creazione di danza contemporanea in un atto unico di circa un'ora, creato per sette danzatori e due solisti.
"I Cardini sono la base dell'orientamento ovvero le direzioni fondamentali rispetto alle quali possiamo muovere tutte le nostre osservazioni.
Solem orientem - Sole nascente .....Est indica il cammino, il punto dal quale tutto ha inizio seguendo un movimento a spirale che ci permette di esplorare lo spazio all'infinito.
In lungo e in largo, in alto e in basso.
Septem Triones ...i sette buoi che trascinano con forza il carro del Sole, astro che si muove sinuosamente attraverso il corpo femminile di una danzatrice, le stesse stelle che compongono il Piccolo Carro alle quali dà voce la Stella Polare guida di viaggiatori nell'oscuro oblio dell'esistenza.
Solem Occidentem - Sole morente, tramonto come necessità, preludio indispensabile della rinascita"- così spiega la sua creazione il coreografo Alex Atzewi.
Alex Atzewi, coreografo italiano di rilievo nel panorama internazionale della danza contemporanea, con l'impiego della sua Atzewi Dance Company, torna a Genova martedì 18 luglio con il suo nuovo spettacolo.
GENOVA – PIAZZA SAN MATTEO
LUNEDÌ 24 LUGLIO ORE 21,15
Prosa in lingua inglese
CLITEMNESTRA
Agamennone, di Eschilo – con traduzione di Diane Rayor
Elektra di Hugo Von Hoffmannsthal
Fuochi di Marguerite Yourcenar
con Missy Maramara
testo e regia di Kiara Pipino
drammaturgia originaria di Margherita Rubino
assistente alla regia Jason Flannery
assistente traduttore Andrew Lund
Lo spettacolo in origine nasce da un'idea di Margherita Rubino, Kiara Pipino ed Elisabetta Pozzi, ma attraverso l'aiuto dell'attrice Missy Maramara e della professoressa Diane Rayor, il progetto è portato a termine in lingua inglese. Si tratta di tre opere differenti che vedono come protagonista Clitemnestra. Moglie di Agamennone, madre di Elettra, Oreste ed Ifigenia, Clitemnestra è personaggio di incredibile forza che ha ispirato in modi diversi tantissimi autori, partendo da Eschilo fino ai giorni nostri.
La Clitemnestra eschilea è estremamente calcolatrice e razionale. Una donna che si sente abbandonata e tradita che vuole vendetta dopo l'inganno della figlia rapita da Artemide causata dalla guerra voluta da Agamennone.
La Clitemnestra di Von Hoffmannsthal, che scrive agli inizi del novecento, è un'altra donna. Il testo, Elektra, segue però più da vicino le vicende della figlia che odia la madre e che vuole vendicare l'assassinio del padre. Se la protagonista di Eschilo era una donna politica e razionale, questa è soprattutto un animale ferito, mosso esclusivamente dall'istinto di sopravvivenza che coincide con la brama di mantenere il potere, così difficilmente raggiunto.
Fuochi, scritto nel 1935 da Marguerite Yourcenar, è una raccolta di monologhi in forma prose liriche collegate tra di loro dal tema dell'amore. Questa Clitemnestra proposta è ancora diversa dalle precedenti. E' innamorata e tradita. Ama Agamennone più di qualsiasi altra cosa al mondo, inclusa sua figlia e non accetta di essere messa da parte, come un oggetto qualsiasi, e che per questo si vendica uccidendo la persona che provoca questo sentimento.
GENOVA – PIAZZA SAN MATTEO
MERCOLEDÌ 26 LUGLIO ORE 21,15
L'ULTIMA CONFERENZA DI MUAMMAR GHEDDAFI
dal romanzo "L'ultima notte del Raís" di Yashmina Khadra
riduzione per la scena e idea scenica di Renzo Sicco
in scena Sax Nicosia
paesaggio sonoro e percussioni di Vito Miccolis, Roberto Leardi
musiche di Brian Jones, Mick Karn e Bombino
regia di Giovanni Boni
una produzione Assemblea Teatro in collaborazione con Barricalla e Città di Collegno
Il romanzo L'ultima notte del Rais, da cui è tratta questa riduzione scenica firmata da Renzo Sicco, ruota attorno alla figura del colonnello Gheddafi. Affronta una realtà contemporanea bruciante e controversa con il Re Lear nelle vesti di Gheddafi ove traspare tutta la realtà di quest'affermazione.
Il Raís è un personaggio complesso, che incarna molti ruoli contemporaneamente: è un megalomane, un idealista, un dittatore, un riformatore. Si vedrà cosa rimarrà di lui nei libri di storia. In ogni caso, è un paradosso vivente. Gheddafi mai pensa di fare il male, è sempre certo di agire per il bene della nazione. Nulla però giustifica le atrocità di un uomo paranoico e capace di perdere il contatto con la realtà, lasciandosi andare a impulsi incontrollabili. Anche durante la fuga, non si rende conto che la sua storia è finita, e pensa di essere sprofondato in un incubo da cui prima o poi si sveglierà; spera in un miracolo che lo possa salvare da un destino crudele. Continua a credere di aver operato per il bene del suo popolo, che però sta per assassinarlo.
Ogni individuo è quello che gli altri vedono in lui. Un personaggio è sempre fatto della sua realtà e delle voci che lo circondano. Tutto intorno a lui ne costruisce persona, mito e leggenda. Come tutti coloro che si credono al centro di una profezia, pensava di essere un eletto. Come uomo politico, sapeva che il suo era un Paese molto ricco capace di scatenare enormi appetiti. Ha quindi cercato di giocare con l'ingordigia degli altri. E' stato eliminato non per la sua dittatura ma per la sua avarizia. Malgrado il terrorismo e le paure era riuscito a riabilitarsi per poi nuovamente perdere la faccia quando non ha mantenuto le promesse fatte.
Alla sua morte, il paese è sprofondato nel baratro dato che la Libia ha sempre avuto una struttura tribale e Gheddafi era l'unico collante che la tenesse insieme. Tra le tribù c'erano rancori secolari con una storia di guerre fratricide, vendette e razzie. Il Raís era riuscito a riunirle e farne una nazione omogenea. Aveva saputo creare un ideale nazionale, ma le divisioni non erano mai del tutto scomparse. Il Paese taceva perché messo sotto una camicia di forza che reprimeva qualsiasi forma di contestazione. Quando il Rais ha perso il potere ed è stato ucciso, le vecchie tensioni sono riesplose e alcune tribù hanno rivendicato la loro autonomia. La Libia è dunque diventata posto di paure, terrore e islamismo radicale.
PARTE I
VICOLI DELLA MADDALENA
SABATO 1 LUGLIO
Ritrovo in piazza San Matteo alle ore 15, 16 e 17
PARTE II
PORTO DI GENOVA
MARTEDÌ 4 LUGLIO
Ritrovo al Terminal Traghetti alle ore 19, 20 e 21
LA REGINA DISADORNA
dal romanzo di Maurizio Maggiani – epos della città di Genova
con Carola Stagnaro, Vittorio Ristagno, Paolo Drago, Andrea Benfante
Nello scenario "solennemente operaio" – come è stato definito – del porto di Genova si svolge gran parte della monumentale opera di Maurizio Maggiani. La Regina Disadorna è una grande favola storica popolata di personaggi ambientata nei primi anni del secolo scorso che racconta, attraverso le vicende di Paride, il bellissimo Carbuné, della Combattuta, la prostituta che è la voce profonda e malvagia della città, del suo compare in traffici loschi dal triplice soprannome – U Strassé, U Trafegun, Il Duca di Mantova – e infine dello zio di Paride, U Guersu, la vicenda storica dello sminamento del porto di Genova.
La Combattuta è il motore immobile di una vicenda di amore e di odio; è la prostituta che ha fatto della voce il suo tratto distintivo e l'attrattiva massima per la sua clientela che spazia in tutti i ranghi sociali della città. La Combattuta "bisbiglia, insinua, sussurra, poi sbraita, strepita e raccoglie nel suo grembo le confidenze di tutta la città e le tradisce" e nutre un amore violento e non corrisposto per Paride, lo scaricatore di carbone che "danza sulle palanche per lo scarico delle navi", ed è innamorato di Sascia, la giovane che prepara bustine di zafferano per uno dei traffici di Giggi U Strassé.
Ma sullo sfondo di tutte le vicende si staglia una Genova lurida e maestosa, con i suoi carrugi dell'angiporto e le sue splendide dimore ricche di opere d'arte: tra queste l'Ecce Homo, il ritratto di Antonello da Messina conservato nel Palazzo del Principe Andrade in Pellicceria che poi è oggi la splendida Galleria Nazionale di Palazzo Spinola.
L'adattamento teatrale del romanzo procede attraverso la costruzione di monologhi e dialoghi per i personaggi principali: Paride, La Combattuta, Giggi U Strassé, U Guersu. Già nell'originale la prosa di Maggiani tende a inserire lessico e forme dialettali. Compito dell'adattatore è la ricostruzione di una partitura fortemente intrisa di termini dialettali, cercando di reinventare la forza teatrale del dialetto genovese.
Il rapporto tra personaggi e luoghi di azione (lo spettacolo è previsto in forma itinerante) è uno dei presupposti della regia: la scelta dei "luoghi" determina non solo il movimento esterno ma soprattutto quello interno ai personaggi, come se le figure prendessero alimento dall'ambiente che le circonda.
L'itinerario, suddiviso nei due diversi spettacoli del 1 e del 4 luglio, prevede il Sestiere della Maddalena, la Galleria Nazionale di Palazzo Spinola, il Parco e Museo della Lanterna, la Sala Chiamata del Porto di Genova.
Si ringraziano per la prima parte del percorso spettacolare La regina disadorna l'Abbazia di San Matteo, il Civ della Maddalena, la Galleria Nazionale di Palazzo Spinola di Pellicceria ed il Municipio I Centro-Est. La seconda parte è invece possibile grazie alla collaborazione con Circolo Luigi Rum, Parco della Lanterna e Fondazione Labò. Si ringraziano inoltre il Comune di Genova e l'Associazione Guide Turistiche della Liguria.
GENOVA – PIAZZA SAN MATTEO
MARTEDÌ 2 AGOSTO ORE 21,15
MARE DI IERI E DI OGGI
Concerto di Michela Centanaro e del suo ensemble
Reading dei testi di Marilina Giaquinta, scrittrice e vicequestore di Catania
con Maria Giulia Mensa (voce), Michela Centanaro (chitarra), Guido Licastro (tastiera),
Rocco Mennella (voce e chitarra), Stefano Cavallo (basso)
Il meglio della canzone italiana per raccontare gli emigranti di ieri e di oggi. Un viaggio attraverso emigrazione e immigrazione. La parte teatrale, rappresentata dagli attori di Lunaria, è affidata alle pagine di Marilina Giaquinta, vicequestore di Catania e responsabile del servizio immigrazione, ma anche poetessa. Dalla sua esperienza lavorativa ha tratto i racconti pubblicati nella raccolta Malanotte, nei quali rielabora vissuto e vicende di alcuni dei tanti migranti che lei ha conosciuto. Giaquinta parteciperà alla serata e parlerà del suo lavoro con i migranti.
L'accompagnamento musicale, che si snoda attraverso undici brani messi in musica dalle chitarre di Michela Centanaro e Rocco Mennella e dalla voce di Maria Giulia Mensa, riflette sul desiderio di cercare altri paesi in cui vivere e sull'incapacità di lasciarsi alle spalle la propria storia: racconta dei nuovi emigranti, quelli che arrivano adesso in Italia dall'Africa, dal Mediterraneo e da altri luoghi e li contrappone agli italiani che, un tempo, andarono a loro volta in cerca di nuove terre per sopravvivere.
GENOVA – PIAZZA SAN MATTEO
LUNEDÌ 3, MERCOLEDÌ 5, GIOVEDI 6 LUGLIO ORE 21,15
MARUZZA MUSUMECI
di Andrea Camilleri
con Pietro Montandon
scene Giorgio Panni e Giacomo Rigalza
regia Daniela Ardini
Spettacolo inedito che la direttrice artistica di Lunaria Teatro Daniela Ardini ha tratto dall'omonimo romanzo del maestro Andrea Camilleri, una ambientata dal padre di Montalbano nella sua immaginifica Vigata negli anni a cavallo tra '800 e '900 e che, senza scomodare il celeberrimo commissario, racconta piuttosto delle peripezie di Gnazio Manisco – interpretato dall'attore Pietro Montandon – uomo "terragno", legato cioè alla terra più che al mare che, in un mondo sospeso tra mito e realtà finirà però per sposarsi con Maruzza, misteriosa e bellissima giovane che scopriremo essere una sirena.
«Il mito – spiega la regista Daniela Ardini – è una fonte inesauribile di possibilità di interpretazioni del presente, delle relazioni tra le cose, i pensieri e il mondo. Anche in una "favola" strana, inquietante come quella raccontata da Andrea Camilleri nel suo romanzo Maruzza Musumeci, la nostra nuova produzione, ritornano i motivi classici della sirena: quello del suo canto che uccide e quello di una vendetta covata per millenni contro un Ulisse dedicato ai campi. Il protagonista Gnazio ritorna dall'America senza mai guardare il mare per dedicarsi a coltivare la terra, l'acquisto di un campo che è come un' isola sull'acqua.
«Il lavoro sul testo procede nell'assoluto rispetto della parola di Camilleri, lasciando la fascinazione del racconto, di una lingua misteriosa (terragna e materica, velata e oscura) che dà forma alle cose, e suscita nella memoria di chi l'ascolta una serie infinita di echi e di rimandi. Il protagonista sarà Pietro Montandòn, attore di grande esperienza e capacità mimetica. Attraverso il susseguirsi incessante degli eventi vogliamo prendere idealmente il pubblico per mano e condurlo in un viaggio attraverso una mitologia rude, selvaggia, sensuale, popolata da Aulissi Dimare, Sirene Catananne, cani feroci ma anche attraverso la poesia, l'ironia e la levità della storia d'amore di Gnazio e Maruzza, fino al messaggio finale dell'immortalità del canto delle sirene racchiuso in una conchiglia che dona l'ultimo conforto a un soldato morente.
«Solo per il canto delle Sirene – conclude Ardini – non useremo nessun suono o canto per cercare di suscitare nel pubblico la percezione di una melodia che in realtà viene da dentro, come se ogni spettatore sentisse il "suo" canto, citando così il breve, ma intenso, racconto di Kafka Il Silenzio delle Sirene».
GENOVA – PIAZZA SAN MATTEO
MARTEDÌ 24 E VENERDÌ 28 LUGLIO ORE 21,15
MOSTRI DA COMMEDIA
Courteline e Feydeau tra l'equivoco e il grottesco
con gli attori di Lunaria Arianna Comes, Paolo Drago, Vittorio Ristagno
e con la giovane Giovanna Cellerino
regia Vittorio Ristagno
produzione Lunaria Teatro
Lunaria Teatro e i suoi attori propongono tre atti unici comici con finale a sorpresa. Di George Feydeau – genio teatrale dell'intreccio, dell'equivoco, del travestimento, degli scambi di persona – le cui commedie più famose sono affollate di personaggi – verrà portato in scena L'uomo di paglia, atto unico scritto tra il 1884 e il 1885 per due soli interpreti maschili, mai rappresentato da altri in Italia e tradotto per l'occasione da Mario Marchi. Henry Gidel, biografo di Feydeau, sostiene che questo testo inedito anticipa il Teatro Dell'Assurdo – ed è proprio per questa ragione che, all' epoca, nessuno fu disposto a metterlo in scena. La storia è semplice: due uomini – che non si conoscono – si precipitano in una casa per domandare la mano della proprietaria: Madame Marie, signora molto pubblica, dai comportamenti molto chiacchierati e che, addirittura, si propone come candidata a rappresentare un partito politico. Però gli altri componenti del partito pretendono che la Signora si sposi con un uomo che non dia fastidio, che sia una nullità. Un uomo di paglia, appunto. I due spasimanti, ritenendosi perfetti come nullità, fanno l'un l'altro la proposta di matrimonio credendo che "l'altro" sia una donna travestita (per motivi politici) da uomo.
Di Georges Courteline sarà messa in scena una farsa dai toni grotteschi, che richiama fortemente il grand-guignol e ritrae un quadretto famigliare stravolgendolo fino al delirio comico: I signori Boulingrin del 1899 che propone macchiette di personaggi mediocri e ridicoli, di piccolo-borghesi stolti e feroci: una farsa ben congegnata e ben rappresentata che, fra capitomboli, spade e pistolettate ridicolizza e stravolge il rapporto di coppia. Un uomo dal buffo cognome spera, con la sua mentalità di profittatore, di risolvere il problema delle lunghe serate invernali, recandosi in visita dai signori Boulingrin, di cui ha avuto informazioni rassicuranti da una coppia di conoscenti, che glieli hanno presentati come due tranquille amabili persone; la realtà tuttavia gli riserverà una sgradevole sorpresa, poiché i due coniugi cominceranno a litigare in modo furibondo in sua presenza, coinvolgendolo nei loro esasperati conflitti: il malcapitato correrà un serio pericolo e riuscirà solo a stento a porsi in salvo. Attraverso i modi grotteschi della farsa Courteline spinge al paradosso il conflitto delle opinioni, delle volontà e dei sentimenti che può trasformare in odio un tranquillo rapporto di coppia. Il terzo degli atti unici sarà, come anticipato, a sorpresa: non resta quindi che assistere allo spettacolo, per scoprirlo!
GENOVA – PIAZZA SAN MATTEO
MARTEDÌ 2 AGOSTO ORE 21,15
TANGO!
100 anni della Cumparsita
Una produzione PK-Tango
con Pasquale Bloise, Monica Gi, Oscar Casares, Andrea Man,
Giuliano Casares, Giulia Bosio, Max Fontanini
Il Tango nella sua forma in assoluto più suonata e ballata, nata proprio cent'anni fa dall'idea di un gruppo di studenti di organizzare "la Comparsa" di strada in occasione del Carnevale. È il 1917 e siamo a Montevideo, capitale dell'Uruguay, dove in quegli anni si andava sviluppando una forma d'arte di teatro di strada che coniugava musica, danza e recitazione con una forte connotazione satirica collegata al Carnevale.
La musica in seguito venne scritta e arrangiata dal più noto direttore d'orchestra Roberto Firpo di origine genovese. A fine spettacolo seguirà la Milonga per tutti i tangheri che potranno intrattenersi ballando sul palco. La serata vedrà la presenza del Trio Los Casares, musicisti argentini conosciuti nel panorama musicale delle milongas e degli spettacoli tipici argentini, la loro musica è apprezzata da tutti i ballerini per la musicalità idonea al ballo che suoneranno, canteranno ed accompagneranno l'esibizione. Un'espressione di tango libero da strutture e stereotipi, un'evoluzione continua che crea movimenti sempre nuovi basati sull'improvvisazione.
GENOVA – CHIOSTRO DI SAN MATTEO
MERCOLEDÌ 19 LUGLIO, VENERDÌ 21 LUGLIO ORE 21,15
Nel 150º anniversario della nascita di Luigi Pirandello
UNO, NESSUNO, CENTOMILA
Un'intervista impossibile?
con Pierluigi Cominotto e Graziella Corsinovi
regia di Pierluigi Cominotto
A 150 anni dalla nascita, celebrata a livello internazionale, Luigi Pirandello, autore "mito" del '900, si impone con tutta la sua graffiante attualità. La sua visione del mondo, cifra di una svolta epocale nella cultura e nell'arte, è splendidamente sintetizzata nel romanzo "Uno Nessuno Centomila" (1925). Il testo, nel trattamento scenico proposto dall'attore Pierluigi Cominotto e dalla professoressa Graziella Corsinovi, già docente dell'Università di Genova, offre una particolare chiave di lettura incentrata sul protagonista, Vitangelo Moscarda.
Ed è la storia personale stessa di Pirandello a far emergere complesse problematiche psicologiche, tipiche dell'esistenza pirandelliana, come la crisi dell'io e del reale e la relatività della modernità.
Tutto questo viene portato alla luce tramite meccanismi teatrali semplici, agili e pirandellianamente umoristici, godibili sul piano spettacolare per la loro fluente naturalezza e spontaneità. Incalzato da una serie di domande, Moscarda rivela la fragilità dell'individuo pirandelliano, maschera nuda sul palcoscenico del mondo, ma anche speranza di una vita alternativa e il tentativo di recuperare, alle origini, la leggerezza del gioco scenico, che può e deve diventare autentico divertimento, come vorrebbe lo stesso Pirandello.
Pierluigi Cominotto, tra i molteplici allestimenti nei diversi generi teatrali particolarmente significativi sono il "Ricordando Pirandello con Paola Borboni al festival di Borgio Verezzi in occasione del 50° anniversario della morte dell'autore e la sua interpretazione del Delegato Spanò nel Berretto a Sonagli con Paolo Stoppa e regia di Luigi Squarzina. Realizza lezioni di spettacolo per le scuole superiori in occasione di una mostra fotografica itinerante su Pirandello concepita dal comune di Agrigento.
Graziella Corsinovi, docente di storia del teatro e di letteratura italiana presso l'Università di Genova, facoltà di scienze della formazione. È nota a livello internazionale per gli sudi su Pirandello, sul quale ha pubblicato diversi saggi, tra cui "Pirandello e l'Espressionismo", "Pirandello: tradizione e Trasgressione, "Pirandello: La Finzione Vissuta". Le è stato assegnato il premio internazionale: "Ultimo Novecento" per la sua produzione critica e il premio "Maestrale" per essere una tra le più rappresentative esponenti della cultura italiana.
Biglietti: intero 12 euro; ridotto 10 euro (under 26, over 65, possessori di Green Card).
Info e Prenotazioni: tel. 010-2477045; cel. 373-7894978
www.lunariateatro.it
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