Torino Creazione Contemporanea - 22° Festival delle Colline Torinesi
4-22 giugno 2017
Dal 4 al 22 giugno 2017 si terrà la ventiduesima edizione di Torino Creazione Contemporanea - Festival delle Colline Torinesi, un appuntamento da non perdere dedicato alla creazione teatrale contemporanea.
Oltre alla compagnia tedesca She She Pop, di ritorno al Festival dopo due anni, saranno in cartellone altri artisti internazionali come il greco Euripides Laskaridis e i libanesi Lina Majdalaine e Rabih Mroué. Numerose e apprezzate le compagnie italiane del programma: Motus, Socìetas, Marcido Marcidorjs e Famosa Mimosa, Fanny & Alexander, Scena Verticale, Babilonia Teatri - a cui si affiancheranno, oltre a molti giovani, alcuni altri protagonisti della scena teatrale italiana: Valter Malosti, Paola Rota, Marta Dalla Via, i Fratelli De Serio, Frosini/Timpano, Milena Costanzo, Elena Bucci, Deflorian/Tagliarini, Cuocolo/Bosetti, Licia Lanera, Saba Anglana e Fabio Barovero.
L'edizione 2017 corona il triennio del progetto dedicato alla figura femminile, progetto che nel 2016, con la sua seconda tappa, ha concorso a far registrare uno dei maggiori successi nella storia del Festival delle Colline Torinesi – Torino Creazione Contemporanea.
Il minimo comune denominatore di molti spettacoli è proprio il ruolo della donna nelle trasformazioni della società contemporanea con significative testimonianze di battaglie per la libertà, per l'emancipazione, per l'etica. Una sorta di sottotema a divergere da questo tema principale o a integrarlo è, in molti spettacoli, la riflessione sulle migrazioni del nostro tempo, sulla lacerata vita interiore di chi è costretto a fuggire dal proprio paese con l'incubo di non riuscirci, di chi cerca faticosamente di integrarsi in nuovi contesti sociali.
Ventisette sono nel cartellone gli spettacoli, alcuni in prima assoluta, altri in prima nazionale o regionale. Paesi ospiti da cui provengono gli spettacoli in lingua originale sono Germania, Grecia, Serbia, Somalia e Libano.
Torna al Festival una compagine di punta del nuovo teatro italiano, ovvero Motus, con Raffiche, reinvenzione di una pièce minore di Jean Genet, Splendid's, che già in un allestimento del 2002 (per stanze d'hotel) era stata presentata dal gruppo durante una lunga e fortunatissima tournée internazionale. In occasione dei 25 anni di vita della compagnia, Motus ripropone questo Genet, in una versione provocatoriamente tutta al femminile, nella riscrittura che indulge al grottesco di Magdalena Barile e Luca Scarlini. Tra i temi che indaga vi sono il tradimento, il travestitismo, la violenza gratuita, il rifiuto delle regole, l'attrazione per un eroismo nichlista e suicida.
Ed una sorta di danza di morte è anche 50 Grades of Shame di She She Pop, ispirato al "dramma dei bambini" di Wedekind Risveglio di primavera e al romanzo di Erika Leonard James 50 Shades of Grey, spettacolo nel quale i maestri falliscono miseramente nel loro compito di educare i giovani allievi (specie in materia di sessualità). Elemento didattico nel lavoro teatrale, connotato dalla solita ironia che caratterizza le She She Pop, è il corpo stesso, su cui vengono proiettate immagini, con una sorprendente originalità che ricorda i fotomontaggi delle avanguardie storiche. Per questa attesissima compagnia berlinese prodotta anche dal Münchner Kammerspiele, va a buon fine il ritorno al Festival, anche grazie alla rinnovata collaborazione con il Goethe-Institut di Torino e al sostegno della Città di Berlino.
Accanto a Motus e She She Pop il pubblico del Festival potrà ancora ammirare una delle grandi compagnie della sperimentazione: la Socìetas, leader della Romagna Felix. Con Chiara Guidi interprete e regista spicca nel programma Lettere dalla notte, liberamente tratto dai testi di Nelly Sachs. Partecipa allo spettacolo un coro di "cittadini" selezionati dalla regista stessa. Le musiche dal vivo sono di Natàn Santiago. Nelly Sachs che, com'è noto, è una delle personalità più interessanti e appartate della letteratura del '900, Premio Nobel 1966. Nelle sue parole, nelle sue poesie, nella polvere che spesso evoca, si intravede il cammino doloroso dei popoli. Sarà proprio quello delle diaspore del '900 e delle migrazioni contemporanee il tema su cui si eserciterà nei prossimi anni il Festival.
Nasce in Russia, vive a Istanbul ma è tedesca la giovane autrice del testo Lingua Madre Mameloschn, ossia Sasha Marianna Salzmann. La sua commedia, messa in scena in una prima edizione italiana da Paola Rota, contrappone le donne di tre generazioni di una famiglia ebrea, nonna, figlia e nipote. Sullo sfondo la DDR della Stasi prima e la nostra società globalizzata poi. Lo spettacolo fa parte del progetto di cooperazione creativa Fabulamundi - Playwriting Europe della Pav di Roma, che coinvolge diversi paesi europei, l'Italia, la Francia, la Spagna, la Germania, la Romania.
Tra i partner di Lingua Madre Mameloschn, ancora il Goethe-Institut di Torino, quelli di Genova e Roma e, per la seconda volta, con grande soddisfazione, il Teatro Stabile di Genova.
A richiamare il tema del femminile c'è poi Ifigenia in Cardiff del gallese Gary Owen, con Roberta Caronia in scena, nuova escursione di Valter Malosti nella drammaturgia contemporanea, al debutto dopo un primo reading al Festival Trend lo scorso autunno.
Il Festival 2017 corona un complesso percorso artistico di Massimiliano e Gianluca De Serio: il loro Stanze/Qolalka (vincitore del bando "ORA! Linguaggi contemporanei, produzioni innovative" della Compagnia di San Paolo), che nel 2016 aveva iniziato al Polo del '900 il suo percorso in forma di studio, diventa ora uno spettacolo compiuto. Protagonisti: la vivacissima attrice somala Suad Omar e Abdullahi Ahmed Abdullahi. Stanze/Qolalka nasce da un film realizzato in via Asti a Torino, sede di un soggiorno provvisorio di profughi somali ma anche, in anni passati, il luogo dove tanti anti-fascisti vennero interrogati, torturati, fucilati. Il primo copione derivò dai drammatici racconti di questi migranti, ma anche dai quei verbali di polizia. Un incredibile e fecondo corto circuito della storia.
Un altro percorso che si completa al Festival delle Colline 2017 è quello di Elvira Frosini e Daniele Timpano. Dopo aver presentato lo scorso anno lo studio Acqua di colonia, prima parte Zibaldino Africano, essi ritornano con lo spettacolo compiuto che ha lo stesso titolo, Acqua di colonia. Esso affronta il tema del colonialismo italiano. Al testo ha collaborato la scrittrice italiana di origine somala Igiaba Scego.
La claustrofobia di una stanza che contraddistingue la ricerca dei fratelli De Serio riappare in Emily di e con Milena Costanzo, artista che non insegue le mode e che prosegue con questo lavoro il suo progetto dedicato a tre donne eccezionali: Anne Sexton, Emily Dickinson e Simone Weil. Sul palcoscenico Alessandra De Santis, Rossana Gay e Alessandro Mor.
Altre figure femminili di spicco, della storia della letteratura e del teatro, sono oggetto del nuovo spettacolo della compagnia Marcido Marcidorjs e Famosa Mimosa, Amelia la strega che ammalia and friends. Il nome del titolo fa riferimento ad Amelia Rosselli.
Una singolare e sventurata eroina zingara, poetessa anch'ella, Bronislawa Wajs, nome d'arte Papusza, viene presentata presenta da Elena Bucci in Corale numero uno, liberamente tratto dal testo Sputa tre volte di Davide Reviati, uno dei più interessanti autori di graphic novel internazionale.
Dopo il successo di Reality e Ce ne andiamo per non darvi altre preoccupazioni, tornano al Festival Daria Deflorian e Antonio Tagliarini con Il cielo non è un fondale, già applaudito di recente a Losanna e Parigi. Lo sfondo in questo caso non è una stanza, simbolo spesso della vita interiore, ma, sulla falsariga dei Passages di Benjamin, il contesto urbano. I quattro performer (ci sono anche Monica Demuru e Francesco Alberici) esplorano la nostra condizione di flâneur metropolitani (che spesso è quella, magari non voluta o desiderata, dei migranti), cercando di aprire un varco tra figure umane e sfondi. È l'opera della scrittrice Annie Ernaux ad aver ispirato questa ricerca del binomio Deflorian/Tagliarini, sempre più apprezzato in Europa. Anche in questo spettacolo c'è il contributo di un artista visivo, Cristian Chironi, che il Festival ebbe modo di presentare all'Espace Malraux di Chambéry in occasione di una delle tappe francesi del progetto europeo Carta Bianca.
Altri ritorni al Festival sono quelli di Fanny & Alexander, che in occasione del venticinquesimo compleanno della compagnia (gli stessi di Motus) propone, con la regia di Luigi De Angelis e in abbinamento con Ateliersi una ricognizione teatrale nel popolare mondo letterario di Elena Ferrante con Da parte loro nessuna domanda imbarazzante; del binomio Roberta Bosetti e Renato Cuocolo alle prese con il nuovo spettacolo Roberta va sulla luna, che dagli anni dell'allunaggio dell'Apollo 11 spazia fino al nostro tempo, sempre in bilico tra realtà e finzione, sempre facendo percepire che qualcosa sulla terra, mica sulla luna, non convince, di Scena Verticale che presenta Masculu e Fìammina, magistralmente interpretato da Saverio La Ruina, con un uomo che racconta se stesso e svela la sua vera identità sulla tomba della madre.
Caratteristiche originali, voce e musica, li ha The Black's Tales Tour di Licia Lanera, miglior attrice under 35 ai premi Ubu 2014. Nella cornice neo-liberty dell'ex Lutrario, ovvero il dancing Le Roi Music Hall, progettato da Carlo Mollino, va a collocarsi questo suo monologo con musiche, da Grimm e Andersen, dalle loro crudelissime fiabe come Cenerentola, Biancaneve, Sirenetta. Scarpette rosse e la Regina delle nevi.
Ancora combinazioni di prosa e musica caratterizzano la prova di Saba Anglana, artista italo-somala in Abebech - Fiore che sboccia, il sacro nella cultura d'Etiopia. Lo spettacolo, prodotto per l'occasione da Assemblea Teatro, racconta la storia vera di Abebech, donna etiope strappata alla sua terra natale e deportata a Mogadiscio nel periodo della colonizzazione italiana. Le musiche eseguite dal vivo sono di Fabio Barovero; con lui in scena i musicisti Federico Marchesano e Mattia Barbieri.
Analoga formula la propone Marta Dalla Via in Personale Politico Pentothal, opera rap per Andrea Pazienza, con cinque rapper sul palco ed altri del territorio coinvolti nello spettacolo, che segna una nuova collaborazione con La Piccionaia di Vicenza.
Completano il segmento internazionale del Festival il performer e trasformista greco Euripides Laskaridis con il suo Titans e gli apprezzatissimi artisti libanesi Lina Majdalanie e Rabih Mroué, con rispettivamente So Little Time, apologo anche satirico sulla recente storia del loro paese, una coproduzione Biennale di Wiesbaden, HAU Hebbel-Am-Ufer, Théâtre de la Bastille e Festival d'Automne, e con l'anomala conferenza-spettacolo Pixelated Revolution. Altra artista di questo segmento internazionale è Ksenija Martinovic che presenta in italiano Diario di una casalinga serba, tratto dal romanzo omonimo di Mirjana Bobic Mojsilovic, spettacolo del CSS di Udine per la regia di Fiona Sansone.
Tra le compagnie che partecipano al Festival 2017 vi è pure, e nuovamente, Babilonia Teatri con Pedigree, messa in scena di un testo inedito di Valeria Raimondi e Enrico Castellani (con Enrico Castellani protagonista) che racconta, non senza il solito vigore polemico, di due mamme in una sola famiglia, Perla e Marta; infine Lab121 con L'inquilino, da un testo apparentemente horror e un po' surreale di Roland Topor. In scena Alice Conti, Giacomo Ferraù, Michele Di Giacomo, Marcello Mocchi.
La vocazione del Festival ad "accompagnare" giovani artisti del territorio si evidenzia nel lavoro de La Ballata dei Lenna alle prese con un nuovo spettacolo, Human Animal, tratto da David Foster Wallace, realizzato in collaborazione con la Scuola Holden e Acti Teatri Indipendenti; di Th(on)gu, con Zoo(m)out, interpretato da Guendalina Tondo e ispirato a L'uomo che cadde sulla terra di Walter Trevis (fu anche un film con David Bowie); dello spettacolo Elephant Woman, testo scritto e diretto da Andrea Gattinoni con Silvia Lorenzo; di Kronoteatro, alle prese con Educazione sentimentale, un testo bizzarramente noir sull'antropofagia fisica e morale e di denuncia della misoginia.
Il Festival 2017 si può realizzare grazie al sostegno pubblico di Ministero dei Beni Attività Culturali e Turismo, Regione Piemonte, Città di Torino e Fondazione per la Cultura. In ambito privato grazie alla Fondazione CRT e alla Compagnia di San Paolo, maggior sostenitore del Festival. In campo europeo supporteranno gli spettacoli tedeschi il Goethe-Institut Turin e il Land Berlin. Affiancano l'organizzazione della ventiduesima edizione, come sempre, il Teatro Stabile di Torino/Teatro Nazionale, il Circuito Regionale dello Spettacolo Fondazione Piemonte dal Vivo, le Fondazioni Teatro Piemonte Europa e Teatro Ragazzi e Giovani. Una nuova partnership è attivata con il Lovers Film Festival. Oltre che nei teatri torinesi Gobetti e Astra, gli spettacoli saranno proposti a Moncalieri alle Fonderie Limone, a Collegno alla Lavanderia a Vapore e in spazi non tradizionali quali Le Roi Music Hall, Teatro Marcidofilm! e Scuola Holden.
Il segno d'artista 2017 sarà offerto ancora da una donna, caposcuola dell'arte povera in Italia: Marisa Merz.
Per informazioni:
Festival delle Colline Torinesi
Corso Galileo Ferraris, 266, Torino - tel. +39 011 19740291
Sito: www.festivaldellecolline.it
Facebook: festivalcollinetorinesi
Twitter: @CollineTorinesi #fdct17 #XXIIedizione
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