Nasce artisticamente sui palchi dell'avanspettacolo, dove (col nome di Lino Zaga) riesce a lavorare in varie compagnie, tra cui quelle di Arturo Vetrani e di Beniamino Maggio. Dipoi, abbandona la rivista per dedicarsi al cinema ed al cabaret; su suggerimento di Totò, cambia il nome d'arte in Lino Banfi. Nel 1959 esordisce nel film "Urlatori alla sbarra" di Lucio Fulci; poi compare in diversi titoli di Franchi e Ingrassia ("I due parà" e "002 operazione Luna", diretti nel '65 da Fulci; "Indovina chi viene a merenda?", 1968, di Marcello Ciorciolini; "Don Franco e don Ciccio nell'anno della contestazione", 1970, di Mariano Laurenti), mentre in cabaret è chiamato nel '68 da Lando Fiorini sul palcoscenico del Puff al posto di Enrico Montesano.
Dopo avere ben figurato nella parte del direttore d'un carcere in "Detenuto in attesa di giudizio" (1971) di Nanni Loy, ottiene il suo primo ruolo da protagonista ne "Il brigadiere Pasquale Zagaria ama la mamma e la polizia" (1973) di Luca Davan. Nella seconda metà degli anni '70 trionfa nella commedia erotica, prima nel filone scolastico (da "La compagna di banco", 1976, a "La ripetente fa l'occhietto al preside", 1980, ambedue diretti da Mariano Laurenti), poi in quello militare (da "La soldatessa alle grandi manovre", 1978, di Nando Cicero, a "La dottoressa ci sta col colonnello", 1980, di M.M.Tarantini): assieme ad Alvaro Vitali, forma una coppia irresistibile che dà vita a duetti di travolgente comicità, secondo moduli classici almeno da Laurel&Hardy in poi. Terminata la stagione aurea del cinema casereccio scollacciato, egli fornisce ottime prove in "Vieni avanti cretino" (1982) di Luciano Salce - nel quale propone alcuni pezzi forti del suo repertorio delle origini - e ne "Il commissario Lo Gatto" (1986) di Dino Risi, poliziesco brillante dov'egli è una sorta di Clouseau nostrano. In seguito si è dedicato alla Tv, riscuotendo grande successo nei panni di nonno Libero in "Un medico in famiglia", in onda su Raiuno dal 1998; mentre a teatro ha avuto modo di metter in evidenza le proprie doti in un testo di forte risalto drammatico, "Vespro della beata vergine" (1995) di Antonio Tarantino.
Lino Banfi, divenuto ambasciatore dell'Unicef nel 2001, prende parte a numerose fiction per la Rai, tra le quali "Nuda proprietà vendesi" (1997), "Vola Sciuscù" (2000), "Angelo il custode" (2001), "Un difetto di famiglia (2002)" e "Un posto tranquillo" (2003).
Nel 2003 gli viene conferito il Telegatto alla carriera.