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Laura Morante

Laura Morante

Nata a Santa Fiore (Grosseto) nel 1956 Nipote della scrittrice Elsa Morante, si forma sulle tavole del palcoscenico, lavorando insieme a Carmelo Bene ("Riccardo III", "S.A.D.E."). Alla celluloide giunge nel 1980, con "Oggetti smarriti" di Giuseppe Bertolucci: nel piccolo ruolo di Sara, una giovane tossicodipendente che bazzica la Stazione Centrale di Milano per prostituirsi, riesce comunque a farsi notare.

Successivamente, ne "La tragedia di un uomo ridicolo" (1981) di Bernardo Bertolucci, è Laura, l'indecifrabile fidanzata del figlio rapito del protagonista; in "Colpire al cuore" (1982) di Gianni Amelio veste invece i panni della tormentata Giulia, implicata in un attentato terroristico. Nello stesso periodo diviene la musa di Nanni Moretti, che gli fa interpretare in "Sogni d'oro" (1981) la parte di Silvia, sorta di ideale femminile di Michele Apicella, in "Bianca" (1982) quella della professoressa di cui s'innamora l'enigmatico protagonista.

Laura Morante

Da questo breve elenco di titoli, si evince facilmente la predilezione dell'attrice per un cinema di impegno o, comunque, non banale; è anche a causa di ciò che, dalla metà degli anni Ottanta, ella decide di trascorrere la maggior parte del proprio tempo a Parigi, apparendo in opere di Joao César Monteiro ("A flor do mal", 1986), Alain Tanner ("La Valléè fantome", 1987), Pierre Granier- Deferre ("La Voix", 1992). Tale scelta non le impedisce, tuttavia, di accettare proposte interessanti anche in Italia: nascono così le sue partecipazioni a "Le due vite di Mattia Pascal" (1985) di Mario Monicelli, "Un amore di donna" (1988) di Nelo Risi, "I ragazzi di via Panisperna" (1988) di Gianni Amelio, "Tracce di vita amorosa" (1990) di Peter Del Monte. Tra le sue prove più significative del periodo, va senz'altro citata quella fornita in "Turné" (1990) di Gabriele Salvatores, dove è l'annunciatrice della radio amata dai due attori.

Nell'ultimo decennio, ci piace ricordarla compagna dell'intellettuale di sinistra Sandro in "Ferie d'agosto" (1996) di Paolo Virzì, madre straziata dal dolore ne "La stanza del figlio" (2001) di Nanni Moretti, moglie in bilico tra voglie di tradimento e gelosia in "Ricordati di me" (2003) di Gabriele Muccino.

Ultima modifica il Domenica, 26 Maggio 2013 09:40
La Redazione

Questo articolo è stato scritto da uno dei collaboratori di Sipario.it. Se hai suggerimenti o commenti scrivi a comunicazione@sipario.it.

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