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TROILO vs. CRESSIDA - regia Stefano Ricci

"Troilo vs Cressida", regia Stefano Ricci. Foto Rosellina Garbo "Troilo vs Cressida", regia Stefano Ricci. Foto Rosellina Garbo

di William Shakespeare
traduzione e adattamento ricci/forte
regia Stefano Ricci
con Sara Calvario, Toty Cannova, Bruno Di Chiara, Marta Franceschelli, Salvatore Galati, Anna Gualdo, Alessandro Ienzi, Francesca Laviosa, Piersten Leirom, Nunzia Lo Presti, Alessandra Pace, Lorenzo Randazzo, Giuseppe Sartori, Simona Sciarabba, Claudio Zappalà
movimenti Piersten Leirom
scene Simone Mannino
costumi Dora Argento
suono Andrea Cera
direzione tecnica Danilo Quattrociocchi
assistente alla regia Liliana Laera
produzione Teatro Biondo Palermo
al Teatro Biondo di Palermo dal 5 al 14 maggio 2017

 www.Sipario.it, 15 maggio 2017

Avevano lasciato il segno a fine novembre di due anni fa con Still Life (2013). Adesso ricci/forte (due cognomi in minuscolo che stanno per Gianni Forte e Stefano Ricci) che ha fama d'essere la coppia più irriverente e dirompente della scena teatrale contemporanea ri-tornano al Biondo di Palermo che lo produce in prima nazionale, con lo spettacolo Troilo vs Cressida, ispirato al dramma di Shakespeare. Io dico solo che trattasi d'una coppia geniale di teatranti che ama mettere in risalto tutto ciò che ruota attorno all'evento teatrale, cioè a dire scene, coreografie, danza, musica, luci, costumi. Come in questo spettacolo, dove tra i due nomi non c'è la congiunzione "e" ma la sigla "vs" che sta per la preposizione "versus", ovvero "contro", "in opposizione a", come dire che Troilo è contro Cressida. E in effetti è ciò che vive il più giovane dei figli di Priamo, Troilo appunto, quando s'innamora della troiana Cressida e la guerra di Troia, giunta all'ottavo anno, ristagna e viene stipulata una tregua tra gli eserciti greci e troiani. In questi frangenti Cressida scopre d'essere una civetta e scopre d'avere in Pandaro uno zio ruffiano, allorquando mandata tra i Greci a raggiungere il padre indovino Calcante per uno scambio di prigionieri, si metterà ad amoreggiare col capitano greco Diomede. Troilo la sorprende, scopre la tresca e cercherà di vendicarsi in battaglia del rivale senza riuscirci, finendo solo per maledire il vecchio Pandaro. Il dramma si arricchisce di altri episodi che riguardano l'inutilità di questa guerra che si prolunga fiaccamente e mollemente e che svela l'autorità di Agamennone, i ricordi degli oltraggi sofferti da Menelao, l'indolenza di Achille, la stupidità di Aiace, la lucidità di Ulisse che vorrebbe riportare ordine in un esercito svanito e distratto, mentre Tersite irride e insulta tutto e tutti. Sono lì adesso i tre attori della Compagnia ricci/forte (Anna Gualdo, Giuseppe Sartori e Piersten Leirom) e i dodici allievi, appena diplomati, della "Scuola dei Mestieri dello Spettacolo" del Teatro Biondo diretta da Emma Dante, meritevoli tutti d'essere citati (Sara Calvario, Toty Cannova, Bruno Di Chiara, Marta Franceschelli, Salvatore Galati, Alessandro Ienzi, Francesca Laviosa, Nunzia Lo Presti, Alessandra Pace, Lorenzo Randazzo, Simona Sciarabba, Claudio Zappalà) in un'aula scolastica con tanto di banchi e sedie con grande lavagna frontale con i nomi scritti al gessetto degli eroi greci, che diventerà poi una grande insegna luminosa con la figura d'un uomo su tavolo anatomico, pronti a calarsi nei personaggi del dramma shakespeariano. Tra loro c'è uno scolaro con cappello pinocchiesco con la scritta "Asino" che ricopre il ruolo di Troilo, mentre gli altri vestiranno i ruoli di Ettore, Andromaca, Enea, Elena, Cassandra e altri che abbiamo studiato nell'Iliade di Omero. I maschi indossano camicie colorate con stretta cravatta, le femmine vestono abiti di diverso colore. Le musiche con percussioni assordanti si diffondono in sala, i tavoli diventano flipper e pure lettini, una delle protagoniste copre i visi dei maschi, le ragazze fumano e poi fanno la manicure ai ragazzi. Tre di loro si spostano sul proscenico, si spargono del gel sui capelli, si pettinano ed esprimendosi in stretto palermitano si prendono in giro tra loro, sfottendo pure Aiace. Le musiche seriali sono sempre assordanti, tutti fingono di scrivere in una scena di tipo orgiastico e si deduce che i Troili sono bugiardi, le Cresside zoccole. Adesso su quell'aula scende giù una tettoia di neon sparati e le sette giovani attrici appaiono sguaiate e s'imbellettano al suono di musiche, tipo marcia funebre con fischi sibilanti, facendo sembrare pure gli altri interpreti dei Peter Pan nell'isola che non c'è. I ritmi sono intensi, non c'è un attimo di tregua. Entrano in gioco le grosse scarpe che tutti hanno ai piedi con placche metalliche buone poi per essere calamitate da quella lavagna. Le ragazze si denudano e restano in mutande e reggiseno bianco. Ulisse sembra un Amleto che abbraccia uno scheletro e pure lui e i suoi compagni resteranno in mutande bianche, ripresi poi a mimare il tiro alla fune per avvicinare a loro le ragazze sedute sulle sedie al suono della canzone di Rino Gaetano A mano a mano. I ruoli poi s'invertono e saranno poi le ragazze a calpestare il palcoscenico in modo fortissimo. Infine tutti, uno alla volta prenderanno a piene mani da un secchio della biacca sciolta e la spargeranno sui loro corpi, sembrando ormai dei bianchi morti viventi che si muovono al ritmo della canzone di Rosa Balistreri Terra ca nun senti. Nelle intenzioni di Ricci e Forte c'è "un'invettiva potente contro il falò della vanità della società odierna, una performance all'ultimo respiro, che smaschera le falsità e la vacuità del potere". La scene sono di Simone Mannino, i costumi di Dora Argento, il suono di Andrea Cera, mentre Piersten Leirom ha curato i movimenti. Dal 7 al 9 luglio lo spettacolo sarà a Spoleto al Festival dei Due Mondi.

Gigi Giacobbe

Ultima modifica il Giovedì, 18 Maggio 2017 04:07

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