di Enrico Castellani e Valeria Raimondi
con Enrico Castellani, Valeria Raimondi, Ilaria Dalle Donne
con la collaborazione artistica di Vincenzo Todesco
consulenza tecnica Gianni Volpe
luci e audio di Babilonia Teatro/Luca Scotton
realizzazione delle scene Sergio Dalle donne
costumi di Franca Piccoli e Cristina Fasoli
produzione Babilonia Teatri, Festival delle Colline Torinesi e Operaestate Festival Veneto
al teatro Gallerani, San Giovanni in Croce (Cremona) 2010
Una sorta di giaculatoria della nostra mostruosità quotidiana, questo è Pornobboy di Babilonia Teatri. Il pubblico entra, luci accese, Enrico Castellani, Valeria Raimondi, Ilaria Delle Donne sono già in scena, in attesa che si prenda posto, tre ragazzi come se ne incontrano in strada, come quelli seduti in platea. Alle loro spalle uno di quei tabelloni per le affissioni elettorali destinato a ospitare in un rimando di immagini il manifesto dello spettacolo. Poi i tre si piantano in mezzo alla scena e cominciano a scandire parole di fuoco, parole pesanti come macigni, parole che investono lo spettatore mentre i tre attori immobili diventano solo voce, perfetto ritmo sonoro di un essere presenti in scena e megafono di un vergognoso e ributtante mostrarsi per mostrarsi. Egregio direttore e via a snocciolare testate giornalistiche e inserti correlati in nome di una denuncia all'informazione omologata, di una pornografia della notizia che ci rende tutti voyeur consapevolissimi, interessati ai dettagli dei delitti di Garlasco, alle acrobazie sessuali di Meredith, ospiti fissi del salotto di Porta a porta. La lettera di Veronica Lario sulla fine della sua relazione col premier è pornografia, è pubblica perché si tratta di un uomo pubblico, è pubblica perché il privato vive oggi più che mai sotto i riflettori. Poi Eluana e la sua voglia disperata di morire sono simbolo cadenzato di una litania che colpisce, che è buttata con feroce crudeltà in faccia agli spettatori, una litania in cui italiano e dialetto veneto si intersecano, in cui assonanze e richiami di senso contribuiscono a creare un oratorio dolente della nostra disumanità. Pornobboy dura poco più di mezz'ora, i tre attori distillano con efficacia e con intensità la loro requisitoria che affonda mani e piedi nel qualunquismo, nel linguaggio vuoto del quotidiano, nell'orrore a cui siamo ormai assuefatti, nel vuoto che ci attanaglia e che si riempie con storie boccaccesche, con un perenne accenno al sesso, con quel preservativo enorme che alla fine si gonfia turgido e copre tutto e tutti di una schiuma bianca che riempie il palcoscenico, inghiottendo gli attori. Pornobboy di Babilonia Teatri è un bell'esempio di teatro etico, di denuncia dell'inciviltà imperante. Il testo è ben scritto, le parole sono concatenate con spudoratezza e intelligenza, i tre attori sanno dire quel testo in modo tale che nessun vocabolo vada perso e alla fine l'applauso ha un che di imbarazzato perché vuol dire plaudire alla nostra miseria.
Nicola Arrigoni