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PER STRADA - regia Raphael Tobia Vogel

"Per strada", regia Raphael Tobia Vogel "Per strada", regia Raphael Tobia Vogel

di Francesco Brandi
regia Raphael Tobia Vogel
con Francesco Brandi e Francesco Sferrazza Papa
scene e costumi Andrea Taddei
video di scena Cristina Crippa
assistente alla regia Gabriele Gattini Bernabò
direttore dell'allestimento Lorenzo Giuggioli
produzione Teatro Franco Parenti
Milano, Teatro Franco Parenti, dal 3 al 15 maggio

www.Sipario.it, 17 maggio 2016

Una sera d'inverno, sotto una fitta nevicata, è la suggestiva scenografia che dà inizio a questa storia. Due ragazzi infreddoliti si incontrano casualmente per strada. Uno Paul, cresciuto e viziato nella bambagia, sta per sposare una donna che non ama per volere della famiglia. L'altro, Jack, povero e abbandonato da tutti è deciso a farla finita. I due iniziano a fare amicizia e scoprono la possibilità di unire le proprie esistenze infelici alla ricerca di una consolazione e di un cambiamento esistenziale. Paul tenta di dissuadere Jack dal suo progetto suicida, Jack spinge Paul a incontrare la donna che ama per davvero. Uno diventa per l'altro lo psicologo che cura le zone d'ombra dell'anima. Una cena famigliare, a casa di Paul, sarà l'occasione, per i due amici, di ribaltare i loro destini. Una pistola entra in scena e diventa la protagonista che determinerà l'esito del tentativo di riscatto. Uno dei due ce la farà, l'altro no.
"Per strada" racconta il disorientamento di una generazione di trentenni, e più, che non riescono a trovare sé stessi. La strada è il luogo di incontro fra Paul e Jack ma è anche, soprattutto, la strada della vita dei personaggi, quella smarrita. I due ragazzi sono infelici per motivi diametralmente opposti. Paul ha tutto dalla vita, non gli manca niente, ma ha commesso il peccato di non autodeterminarsi scegliendo la strada battuta dalla famiglia e una vita basata sulla noia. Jack, invece, è solo e disperato ma, almeno, la sua disperazione è vera e la sua vita è inquieta oltre ogni possibile monotonia. Da queste diversità biografiche si coglie il filo rosso che scorre sotto le parole dei personaggi. Il tema è quello del tradimento di sé stessi. L'apparenza felice di Paul ci inganna rispetto alla situazione precaria di Jack. E ci fa immaginare un finale in cui il perdente si può facilmente indovinare. Ma il peso delle mancate responsabilità verso sé stessi e delle scelte facili è una corda che stringe la gola come una cravatta molto stretta, quella cravatta che Paul fatica a mettersi una mattina davanti allo specchio e che, metaforicamente, ci fa capire di aver scommesso male sulla fine dei personaggi.
I due attori, Francesco Brandi e Francesco Sferrazza Papa, completano, con una recitazione pulita, uno spettacolo che poggia e trova il suo elemento più significativo nella scenografia cinematografica davvero emozionante. Il regista, Raphael Tobia Vogel, ha il pregio di aver fatto queste scelte e di averle amalgamate efficacemente. La drammaturgia dello stesso Brandi, da un lato, ha il pregio di raccontare il disagio esistenziale dei giovani di oggi, per non farcelo dimenticare e per farci riflettere, dall'altro, ha il difetto di appesantire, con la comicità (i riferimenti a Baggio e altro), una storia che, nelle sue tinte drammatiche e tragiche, contiene già le carte vincenti. L'ultima scena, che ricorda il bellissimo film "L'attimo fuggente", quell'attimo che Paul non è riuscito a cogliere nella sua vita mancata, anticipa l'applauso del pubblico che esce pensante dalla piccola sala del Teatro Parenti.

Andrea Pietrantoni

Ultima modifica il Mercoledì, 18 Maggio 2016 08:47

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