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NA GUERRA ANTICA - regia Giancarlo Cauteruccio

Na guerra antica Na guerra antica Regia Giancarlo Cauteruccio

di Vincenzo Ziccarelli
regia: Giancarlo Cauteruccio
scene: Angelo Aligia
con Anna Carabbetta, Paolo Cutuli, Ferruccio Ferrante, Laura Marchianò, Dario Natale, Francesca Ritrovato, Marco Silani
Magna Graecia Teatro, Calabria 2007

www.Sipario.it, 31 agosto 2007
"Perché Troia fu data alle fiamme"
L’ultima opera di Vincenzo Ziccarelli per la regia di Giancarlo Cauteruccio

Il progetto nasce dalla collaborazione tra Vincenzo Ziccarelli, drammaturgo di lunga esperienza e personalità di spicco nello sviluppo delle attività teatrali calabresi, e la compagnia Rossosimona, una delle nuove e più interessanti del panorama teatrale calabrese. Tale collaborazione, stimolata da Giancarlo Cauteruccio, nasce all’insegna di un testo originale creato appositamente da Ziccarelli per l’edizione 2007 del Magna Graecia Teatro e si avvale della regia dello stesso Cauteruccio affiancato da Lindo Nudo, direttore artistico di Rossosimona, e dagli attori di lingua calabrese Anna Carabbetta, Paolo Cutuli, Ferruccio Ferrante, Laura Marchianò, Dario Natale, Francesca Ritrovato, Marco Silani, che porteranno nella scena ideata dallo scultore Angelo Aligia una energia espressiva basata su una particolare arcaicità vocale. Lo spettacolo affronta i miti dell’età classica, la vita degli eroi, dei re, le fantastiche avventure, i cruenti conflitti sull’albeggiare della storia nel mondo ellenico che hanno alimentato la poesia e la drammaturgia dell’occidente.
La guerra di Troia è la vicenda dove preistoria e mito si intrecciano e si confondono, e la storicità stessa del suo più grande cantore, Omero, si nasconde fra i bagliori della leggenda.
“Na guerra antica” è l’avvio di quello scontro, o meglio la preparazione, cioè le azioni che ne determinarono l’insorgere con la sua devastante conclusione, cioè la distruzione di Troia.  Il tutto è rivissuto e quasi narrato da un lettore capace di provare uguale stupore e sdegno per quei lontani fatti e per le abituali atrocità del nostro tempo, accadimenti tutti legati dalla sanguinante traccia della guerra e vissuti con la speranza di poter trovare un altro cammino per l’umanità. Lo spettacolo utilizza una parlata calabrese che comprende le tre grandi aree linguistiche del cosentino, del catanzarese e del reggino. Gli attori, sempre presenti nella scena, agiscono in una struttura abitabile come equipaggio di una nave in mezzo al mare, ma c’è chi vi intravede anche la sagoma di un cavallo di Troia, che naviga nel tempo mitico assalito e devastato dalle intemperie dell’amore, del potere, della guerra.
Dopo una introduzione del narratore sui terrificanti fatti attribuiti alle divinità dell’Olimpo, da Urano (il Cielo), dio primigenio generatore e divoratore dei suoi figli, al proprio figlio Cronos che, dopo aver mutilato e reso impotente il genitore su istigazione della madre Gea (la Terra) e a sua volta divoratore dei propri figli, diventa il simbolo del tempo che genera e divora le proprie creature, inizia il primo episodio della fase preparatoria della guerra di Troia. Ed è l’icontro-scontro tra Cassandra e Paride, la disperata invocazione di lei perché il fratello non porti via al suo legittimo sposo la bellissima Elena e l’ostinata determinazione di lui di coronare il suo sogno d’amore, ormai per lui destino ineludibile. Segue l’incontro tra Paride ed Elena a Sparta. L’appassionata e travolgente dichiarazione di lui, la sempre più debole resistenza di lei, sino alla congiunta decisione di fuggire verso Troia. Dopodichè c’è il divertente dialogo tra Menelao e il fratello Agamennone, il quale ultimo cerca invano di convincere il marito tradito della complicità della propria sposa. Menelao non vuole crederci e rimane prontamente convinto che la sua diletta sposa è stata ubriacata e portata via contro la sua volontà. Comunque, per Agamennone, comandante supremo, il rapimento è solo un pretesto perché “a Troia la guerra bisogna farla per dare una lezione a tutti i suoi dirigenti e soprattutto per punire severamente lo sfrontato provocatore che tanta offesa ha arrecato a Sparta e al suo re”. La parte dialogata si conclude con l’annuncio da parte di Agamennone che l’esercito è pronto alla partenza con la partecipazione di tutti i grandi re e principi della Grecia accorsi a vendicare l’onore offeso del re Menelao. Ma c’è un impedimento. Artemide, offesa perché Agamennone non ha rispettato una promessa, decide di bloccare tutti i venti perché sia impedita la partenza delle navi a menochè Agamennone non sia disposto a sacrificare la propria figlia Efigenia. Il condottiero supremo sconvolto vorrebbe quasi rifiutarsi di compiere quest’atto disumano, ma il fratello Menelao e l’astuto Ulisse gli ricordano che questo comportamento è da uomini comuni non da re. Un re, un capo supremo, non può essere fermato da mogli o da figli, perché deve obbedire al suo compito e al suo destino di condottiero e di conquistatore.
Il tutto è trattato con un linguaggio familiare, comune a tutti gli uomini e a tutte le epoche, così come sventuratamente è comune agli uomini di ieri e di oggi il contrasto tra l’onore e la guerra. Il regista è interprete-narratore ha pensato ad una narrazione ininterrotta, ove azioni corali, dialoghi, e luci, e musica, si accordano e concorrono alla realizzazione di un’avvincente e coinvolgente racconto scandito dalle percussioni dal vivo del musicista Benedetto Castriota. Il tutto si avvale degli elementi scenici di Franco Salemme, i costumi di Nicola Cosenza, l’assistenza tecnica di Alessandro Rizzo e la collaborazione alla regia di Lindo Nudo.
Con “Na guerra antica” di Vincenzo Ziccarelli chiude positivamente in Calabria la rassegna Magna Graecia Teatro voluta dall’assessorato regionale alla cultura di cui abbiamo dato notizia. Un sentito plauso alla regia e alla diretta partecipazione del direttore artistico della stessa rassegna, Giancarlo Cauteruccio, che appare nelle vesti del testimone del tempo-voce della memoria che evoca e commenta i fatti narrati e vissuti dagli altri interpreti, ai quali va l’apprezzamento per la brillante esecuzione, frutto della loro bravura e della maestria del regista che si è avvalso della collaborazione di Lindo Nudo. Encomiabile la regia che ha saputo amalgamare le parole e i fatti narrati dal pregevole testo coi suoni e le luci in questa fantastica navigazione. Un particolare plauso a Anna Carabbetta e Laura Marchianò.

Entusiastico il consenso del pubblico alla prima di Locri (RC) del 17 agosto.

di RINO AMATO

Ultima modifica il Domenica, 06 Ottobre 2013 12:02

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