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NOOSFERA LUCIGNOLO-NOOSFERA TITANIC - regia Roberto Latini

Noosfera Lucignolo-Noosfera Titanic Noosfera Lucignolo-Noosfera Titanic

Noosfera Lucignolo
di e con Roberto Latini, musiche originali Gianluca Misiti, luci Max Mugnai
Noosfera Titanic
di e con Roberto Latini, musiche originali Gianluca Misiti; luci Max Mugnai; aiuto tecnico Nino del Principe; organizzazione e cura Federica Furlanis
produzione Libero Fortebraccio Teatro San Martino
Polesine Parmense, nel festival Il Grande fiume, Luglio 2011

www.Sipario.it, 12 ottobre 2011

E' l'indice puntato di Lucignolo che inquieta e interroga. E' il lamento del naufrago sulla zattera del Titanic di Roberto Latini che fa venire l'angoscia e dice del nostro andare alla deriva. In queste due immagini sembra possibile riassumere l'intensità di quanto fa e di quanto è Roberto Latini, protagonista di Noosfera Lucignolo e Noosfera Titanic. 'Noosfera' è il luogo della nostra mente, della nostra conoscenza del mondo, ma è soprattutto il pungolo teatrale alla nostra coscienza annichilita. Il Lucignolo di Latini è desiderio di un altrove, è tentativo disperato di promettere, tanto non costa nulla e ciò pur di trovare un senso e una relazione. La preghiera di Lucignolo di essere ascoltato, il 'tu, tu' del telefono che diventa la seconda persona singolare da interrogare, l'io che si scioglie in un 'ahi' di disperazione, le parole pregate prima di un cupio dissolvi amniotico sono il tessuto verbale/gestuale di una solitudine disperata, di una condanna a morte che urla nel vuoto, che è soffocata nel silenzio, che si nutre di ferite. Roberto Latini è potente e usa il personaggio di Lucignolo come nocchiero per navigare nel buio dell'anima, della sua anima. Di fronte a questo viaggio che si compie in un reimmergersi nel ventre materno sognando una nuova vita. Roberto Latini con Noosfera Lucignolo costruisce un pensiero sul mondo senza prospettiva. «Le parole sante le ho pregate tutte non ho studiato mica, io mi fido, non ho studiato mica, poi mi faccio male», afferma il Lucignolo di Roberto Latini, un daimon che gioca col linguaggio, che è lì a dimostrare la sua fragilità e la nostra colpa, è lì a urlare la sua disperazione in un mondo che lo riempie tutto, in un mondo che fuori da lui non esiste e che finirà con l'ucciderlo. Noosfera Lucignolo è un pugno nello stomaco, è pensiero agito sulla contemporaneità, è un buco nero in cui abissarsi in cui teatro/danza/parola sono mirabilmente incarnati.

E sono gli abissi silenziosi del presente vuoto d'affetti e senza più parole che solca il Noosfera Titanic di Latini, un Titanic senza nocchiero. Se in Lucignolo era l'acqua l'elemento ancestrale, in Titanic è il sale che sa di mare, che è deserto di 'giorni felici' e landa desolata. In mezzo una sedia, la sedia del narrare e del raccontare che sono diventati impossibili. Di quel narrare — che è metafora del teatro — rimane solo uno straziante urlo beffardo, un urlo munchiano ma con il ghigno da clown, un urlo strozzato che si amplifica in lamento attraverso un megafono. Manca il respiro quando il naufrago Latini interroga la platea, scruta l'orizzonte buio di un Oceano di dolore nero e indistinto. A nulla gli serve avvicinarsi al proscenio e chiedere complicità, una complicità e una pietà che sono atto d'amore, che sono sublimazione dell'amore che si spende per l'altro ed è rinuncia di sé nelle parole di Donna Elvira nel don Giovanni di Molière. Quel naufrago in bilico sulla sedia non è solo un naufragop, non è solo Roberto Latini corpo sacrificato e parola sacrificante, ma è il mondo intero, è l'occidente al suo tramonto, è tutti noi che noi che non abbiamo più orizzonte, sono i giovani senza futuro che urlano nel deserto e se va bene ritorna loro l'eco di quell'urlare storpiato, solitario, paradossale inascoltato. Alla fine dei due spettacoli l'applauso è quasi liberatorio, il viaggio del Titanic con a bordo Lucignolo è ora di tutti o almeno di chi ha accolto la convocazione del teatro che sa farsi pensiero perché non racconta la vita ma è vita agita.

Nicola Arrigoni

Ultima modifica il Domenica, 06 Ottobre 2013 12:32

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