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MILITANTE D'OCCIDENTE - regia Ernesto Orrico

Militante d'Occidente Militante d'Occidente Regia Ernesto Orrico

Militante d'Occidente
con Anna Calarco, Cristina Merenda, Gaetano Tramontana
scene: Roberto Cavallaro
collaborazione tecnica: Gabriele Profazio
testo e regia di Ernesto Orrico
Sala SpazioTeatro, Reggio Calabria 18-19 gennaio 2013

www.Sipario.it 14 febbraio 2013
 

Dalle bombe delle stragi impunite, alle bombe di Capaci e via D'Amelio. Da Mani Pulite alla corruzione politica neanche troppo sotterranea della Seconda Repubblica. È questo "Militante d'occidente", l'ultimo spettacolo del regista Ernesto Orrico, andato in scena nel week end a Spazio Teatro. Un excursus degli ultimi quarantanni di storia d'Italia per ricordare la complessità della nostra cultura, nel bene e nel male. Tre gli attori sul palco - Anna Calarco, Cristina Merenda e Gaetano Tramontana - che in un flusso ininterrotto di parole e interpretando ruoli e figure sempre diversi, tentano di riaprire gli armadi per scoprire gli scheletri nascosti della politica italiana recente e passata. Il fil rouge è rappresentato da un militante, che dalle manifestazioni di piazza arriva sino alla soglia del potere, non senza contraddizioni e non senza rinunciare alle proprie ideologie originarie, pur di ottenere una fetta di quel potere che tutti logora.
«Anche cercando di strappare qualche sorriso - racconta Orrico - lo spettacolo vuole essere una riflessione sulla politica e sulla cultura italiana. Abbiamo provato a giocare con i luoghi comuni della politica per creare nel clima del teatro un'attenzione diversa sulle cose accadute. Perché a volte ci passiamo sopra troppo velocemente. Un modo anche per fare memoria in favore delle nuove generazioni, perché molti giovani non hanno ben presente cosa è accaduto negli ultimi quarantanni. Magari conoscono i fatti ma non sanno collocarli nel flusso storico e nel contesto sociale dell'epoca in cui sono avvenuti». L'autore fa uso di molte citazioni, tra cui un dialogo sulla coscienza tratto da Riccardo III di Shakespeare. «Io ho la coscienza immacolata - dice il militante Tramontana - Infatti non l'ho mai usata». Il nodo della pièce è proprio questo. Fino a che punto la coscienza e il senso di responsabilità sono stati allontanati dalla società italiana? E non solo da chi ha governato e amministrato il Paese, ma da tutti i cittadini. «Quando io vi dicevo tutto - dice il militante - voi cosa pensavate di fare? Non avete mai fatto niente. Pensavate di fare qualcosa ma non l'avete mai fatto». Tutti siamo dunque responsabili di ciò che è accaduto nella nostra storia. «Ogni popolo si merita i governanti che ha», diceva qualcuno. «Diamo sempre la colpa al politico - commenta Orrico - Deleghiamo tutto agli altri. Non si ha il coraggio di distinguersi perché distinguersi è dolore. Si paga sempre un prezzo». Quel coraggio che si trova solo quando si è in gruppo, quando si fa massa critica. Lo spettacolo diventa inevitabilmente una riflessione amara sulla nostra storia e sulla realtà di oggi. E non è un caso se l'attualità è sempre più presente nella produzione teatrale italiana degli ultimi anni. «Ultimamente - spiega l'autore - si vede sempre più la rappresentazione della politica a teatro perché ci troviamo in un'epoca storica di declino e anche il teatro prova a riflettere sul perché c'è la crisi. Senza dare risposte, ma provando a porre ulteriori domande». "Ma tu come stai?" "Va tutto bene?", chiedono Calarco, Tramontana e Merenda al pubblico. E la risposta va cercata proprio nelle nostre coscienze. A Reggio Calabria forse è meglio non pensarci. Perché ci verrebbe solo da piangere.

Enrico De Grazia

Ultima modifica il Domenica, 06 Ottobre 2013 13:27

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