di e con Natale Russo
liberamente tratto da "Lettera al padre" di Franz Kafka
regia: Gianluca Verlezza
Roma, Teatro Stanze segrete, dal 20 novembre al 9 dicembre 2007
Prendendo liberamente spunto dalla Lettera al padre che Kafka scrisse nel novembre del 1919, lettera affidata alla madre che non giunse mai al destinatario, nella quale lo scrittore praghese descrisse con sofferenza e senso di colpa il tormentato rapporto tra i due (offrendoci, però, anche un lucido ritratto di sè, e un implicito parallelo tra vita e senso della letteratura), Natale Russo e Gianluca Verlezza, per la prima volta nella veste di regista, hanno deciso di portare in scena Mio caro papà, uno spettacolo che prova ad indagare, a 360 gradi, sui legami irrisolti che da sempre caratterizzano i controversi rapporti tra genitori e figli. Prendendo spunto dalla lettera di Kafka ma rielaborando la trama all'interno di un contesto generazionale.
In questi giorni al teatro Stanze Segrete, lo spettacolo (voce fuoricampo di Omero Antonutti) è un monologo «basato sull'ambivalenza amore/odio, sulle paure e i ricordi del tempo che fu, tra ombre minacciose e presenze materne confortanti», che cerca di evidenziare da un lato il bisogno d'amore e dall'altra l'incapacità di manifestarlo, l'esigenza di avere un posto nel cuore paterno e l'importanza di questo equilibro raggiunto per la propria formazione nella vita adulta. A fare da leit motiv della rappresentazione, l'amore. Un amore contrastato, che attraverso la scrittura diventa uno sfogo che colma il vuoto delle parole che il protagonista non ha mai pronunciato.
Giuliano Malatesta