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MERCANTE DI VENEZIA (IL) - regia Alberto Oliva

Il mercante di Venezia Il mercante di Venezia Regia Alberto Oliva

di William Shakespeare
nuova traduzione Enrico Groppali
adattamento Alberto Oliva e Mino Manni
regia Alberto Oliva
con Mino Manni?, Stefano Cordella, Francesco Meola, Davide Palla, Valeria Perdonò
scene e costumi Guido Buganza, musiche originali Bruno Coli, luci Alessandro Tinelli
assistenti alla regia Francesco Leschiera e Arianna Carone
produzione Il Contato del Canavese/ I Demoni/ Teatro Libero
Teatro Libero, Milano dal 21 novembre al 9 dicembre 2012

www.Sipario.it, 23 novembre 2012

Alberto Oliva, fresco vincitore del Premio Nazionale di Teatro Luigi Pirandello, propone una personale versione de Il mercante di Venezia di William Shakespeare. Ad accompagnarlo in quest'avventura sono Mino Manni (Shylock) e un cast di giovani attori, tra cui si distinguono Davide Palla (servo matto di Shylock) e Valeria Perdonò (Porzia).?Il testo shakespeariano viene notevolmente ridimensionato, Oliva taglia diversi passaggi e decide di eliminare dalla rappresentazione alcuni personaggi che non compaiono affatto (come Nerissa, la serva di Porzia) o vengono solo menzionati (come Jessica, la figlia di Shylock). Tuttavia i rimaneggiamenti non creano alcuna violenza sul testo e sembrano, insieme all'assenza di costumi d'epoca, svecchiarlo e renderlo più scorrevole, energico e immediato.?Il difficile tentativo di ricreare l'atmosfera veneziana, dominata dai canali della città, riesce perfettamente. L'iniziale rimando sonoro all'acqua, le piccole vasche presenti in scena e i bancali sospesi su cui si muovono i personaggi senza mai toccare terra, forniscono all'immaginazione tutti gli elementi necessari per sentirsi a Venezia. D'altra parte l'atmosfera che si crea, soprattutto in alcuni passaggi, sembra rimandare a un sotterraneo oscuro nella cui melma restano impantanati i personaggi. A fare da contraltare è la sospensione eterea di Porzia, lontana dal mondo esterno e dalle sue dinamiche. Concentrata nell'attesa dell'amato, trascorre il proprio tempo in un contesto surreale, quasi fiabesco.?L'opposizione tra ebreo e cristiani resta sullo sfondo come spunto per parlarci degli uomini e delle passioni che muovono nel profondo delle loro anime, indirizzando comportamenti e scelte: amore e odio. Le vicende sentimentali di Bassanio e Porzia rimandano a un romanticismo antico, fatto di corteggiamenti e ostacoli da superare per ottenere l'amata. Le dinamiche tra Shylock e Antonio ci calano invece in una torbida atmosfera dominata da astio e rancore e dalla superficiale opposizione al "diverso". Oliva, maestro in questo, scava nel profondo delle anime di ogni personaggio fino a rinvenire in ognuno di loro le medesime tensioni. "Chi è il mercante e chi l'ebreo?", chiederà il giudice, rivelando come le differenze tra i due non siano altro che maschere e come in realtà a dominarli siano gli stessi istinti. Né il mercante né l'ebreo emergono per connotazioni esclusivamente negative o positive, sono uomini in preda a dinamiche propriamente umane, che porteranno l'uno a volere una libbra di carne dell'altro e l'altro a pretendere la conversione del rivale.?Lo spettacolo volge al termine e con un balzo ci troviamo dal tribunale di Venezia a Belmonte, dove gli innamorati proseguono la loro storia. Ma "è tutto un inganno" e in noi resta l'amara consapevolezza di un abile gioco di travestimenti che travolge persino la giustizia. Non c'è alcuna vittoria quando a dominare l'esistenza sono gli istinti umani più bassi e l'assenza di ogni reale valore.

Serena Lietti

Ultima modifica il Martedì, 24 Settembre 2013 17:15
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