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Un percorso affascinante e anche ricco di mistero nel museo del tesoro di San Gennaro. Proprio accanto all'imponente duomo di Napoli, le sale che ospitano reliquie, ex voto e gioielli donati al patrono martire. Dietro ad ogni oggetto la storia di un personaggio, di una famiglia, di un intero popolo. Non solo miti e leggende, o racconti legati alla tradizione cristiana, ma fatti realmente accaduti che rimandano alle varie dominazioni partenopee: gli spagnoli aragonesi, i francesi Borbone, gli austriaci e così via.
L'epopea di una città (attraverso le diverse epoche) racchiusa in poche stanze - scrigno di preziosità dall'elevato valore simbolico -, che per una notte si aprono alla gente attraverso Januaria – Una notte al Museo del Tesoro di San Gennaro, la visita teatralizzata organizzata dall'associazione culturale Nartea.
Un'escursione culturale apre un orizzonte visivo, conoscitivo e anche di immaginazione; una guida può offrire, mettendo a disposizione le proprie competenze, gli strumenti utili a comprendere ciò che si osserva; se poi il cicerone è un attore, pronto a dare la parola alle opere d'arte e a metterne in scena la storia, il valore aggiunto diventa notevole. Per il pubblico si tratta di opportunità imperdibili.
Archeologia, arte e storia si fanno spettacolo; i siti di interesse culturale diventano palcoscenico. Ecco che il progetto Nartea rappresenta Januaria (dal latino Ianuarius, ovvero Gennaro) per svelare al pubblico il mistero e la storia dell'unico tesoro al mondo in grado di competere (in quanto a ricchezza) con quello della Corona Inglese. Attraverso le interpretazioni di Valeria Frallicciardi e Andrea Fiorillo, i testi e la regia di Febo Quercia, si raccontano avvenimenti storici, aneddoti e "fattarielli" legati al martire che ogni anno (almeno, così si spera) replica il miracoloso scioglimento del sangue.
Il vocabolo latino Ianuarius, più che al nome del santo fa riferimento al suo cognome, dalla Gens Januaria. Ed è appunto Eusebia Januario (impersonata dalla Frallicciardi) la prima ad accompagnarci nella visita: presunta discendente del vescovo e martire (nipote della nutrice che ne raccolse il sangue nelle ampolle), la popolana, con linguaggio colorito e divertente, racconta le preghiere rivolte al Santo dalla gente comune. Richieste insistenti, vere e proprie pretese di grazie e favori.
Si passa poi a Giuseppe Navarra (Andrea Fiorillo), personaggio controverso rimasto alla storia per aver restituito alla città di Napoli il tesoro di San Gennaro dopo la seconda guerra mondiale (durante i bombardamenti le reliquie erano state trasferite in Vaticano, suscitando il malcontento della popolazione partenopea).
La Frallicciardi e Fiorillo sanno essere diretti e coinvolgenti, rendendo la visita interattiva. L'autore Quercia attinge al vastissimo corredo di vicende legate al santo soprannominato faccia ngialluta (per via del busto dorato portato in processione), rendendo giustizia alla sua affascinante figura. Un simbolo per i cittadini, che ogni anno ne rivivono la grandezza misteriosa attraverso il miracolo del sangue; l'icona che ha attraversato la storia di Napoli contagiandone i diversi dominatori. La sola bandiera e fede ad accomunarli; tra i pochissimi sentimenti comuni in una città lacerata dalle contraddizioni.

Giovanni Luca Montanino