Stampa questa pagina

GIGANTI DELLA MONTAGNA (I) - regia Claudio Di Scanno

I Giganti della montagna I Giganti della montagna Regia Claudio Di Scanno

di Luigi Pirandello
drammaturgia e regia: Claudio Di Scanno
costumi: Helena Calvarese
allestimento scenico: Ennio Tinari
con Susanna Costaglione, Massimo Vellaccio, Annapaola Vellaccio, Francesco Anello, Umberto Marchesani, Flavia Valoppi, Marco Di Blasio, Emanuele Vezzoli, Giulia Basel, Ivan Marcantoni, Stefania Cosma, Fausto Morciano, Oscar Strizzi, Valentina Rosaroni, Irida Mero
Giulianova, Casa Maria Immacolata, 28 luglio 2008

Corriere della Sera, 17 agosto 2008

Il mago Cotrone e i bengala

Naturale elemento performativo di questo spettacolo, I Giganti della montagna di Claudio Di Scanno e del Florian, è il luogo in cui l' ho visto nella sua prima rappresentazione, la villa dell' Immacolata a Giulianova. Inutile dire come la parola «villa», la sua stessa idea e la sua realtà effettuale predispongano l' accadimento: questa villa che ora si chiama Immacolata, era (e torna ad essere) la villa della Scalogna, come Luigi Pirandello la battezzò. Ivi dimorano gli scalognati, naturalmente sei - come in tutti i gruppi del siciliano, sei il suo numero magico o, secondo Umberto Artioli, mistico-religioso. Vi arriva, lo si sa, la Compagnia della Contessa, un gruppo più turbolento, meno arreso alla fatalità. Gli attori ancora combattono per l' arte e per la vita. Gli scalognati, in quanto fantasmi, hanno smesso da lungo tempo. Qual è la peculiarità di questo spettacolo? Il paesaggio è una scenografia naturale, irripetibile. Un ex monastero fa da quinta a due livelli: dalle finestre ogivali del corpo più alto, illuminate dall' interno di rosso-fuoco, s' affaccia Mara-mara con il suo ombrellino (Stefania Cosma); l' altra parte dell' edificio sembra un castello con le torri tozze e merlate. Gli attori della compagnia entrano da sinistra, preceduti da luci di bengala. In alto oscillano alla brezza di una sera senza vento bianchi palloncini, trattenuti a terra da fili che nel buio s' intravedono a malapena. L' incontro tra la Contessa (una tormentata Susanna Costaglione) e quella specie di Caronte o di grande mediatore che è Cotrone detto il Mago (un equilibrato Emanuele Vezzoli) è di ineguagliabile drammaticità: Che ne sarà di noi? Potremo ancora recitare la nostra storia, un misfatto d' amore? Il Mago predispone perché tutto di nuovo accada, perché sempre possa accadere.Pure, i Giganti incombono. Occorre abbreviare i tempi. Il Conte (Massimo Vellaccio, il più accorto di tutti) rievoca il fallimento. La Sgricia (un fantasma speciale in Giulia Basel, che trepidante tutti soccorre), la Sgricia, dicevo, di continuo traversa la scena come ricucisse le maglie di una rete troppo lacerata. Quando si arriverà al dunque, della storia da rappresentare, la sciagurata storia del Figlio cambiato, punizione e pena di un tradimento della Contessa, quasi magicamente s' elettrizzerà tutta la scena. V' erano là, ai piedi del monastero, balle di fieno che credevamo decorative. Esse si trasformano in oggetti reali (è qui che si misura, nei dettagli, il colpo di genio del regista - come quando il Sacerdote con la fisarmonica, Marco Di Blasio, l' abbandonerà per uno scacciapensieri): le balle diventano bare, ai loro piedi lumini che predispongono alla fine - apocalittica per Di Scanno. A destra si profila la Morte con la falce. Tornano ad essere scandite le parole di San Giovanni, per attori e per fantasmi non c' è più posto nel mondo e forse neppure per i Giganti che verranno. Quaqueo-Oscar Strizzi aveva invano giocato con i suoi rossi trucchi di luce. Un urlo lacerante di Diamante-Anna Paola Vellaccio, un urlo da scuotere le fibre più profonde («io ho paura»), spazza gli schermi su cui erano apparse le stelle del cielo notturno. La signora Morte era entrata in scena con i suoi sette sigilli. I Giganti di Giulianova sono un esempio di come un regista nato come artigiano, e senza rinunciare ai suoi popolari ingredienti (dai fuochi d' artificio alle note di Casta Diva e di Satie), così consegue livelli d' arte più limpidi di quelli di tanti suoi conclamati colleghi. I Giganti della montagna di Pirandello/Di Scanno Poggio di Roio (L' Aquila) dal 22 * * *

Franco Cordelli

Ultima modifica il Venerdì, 20 Settembre 2013 08:35

Articoli correlati (da tag)

Questo sito utilizza cookie propri e si riserva di utilizzare anche cookie di terze parti per garantire la funzionalità del sito e per tenere conto delle scelte di navigazione. Per maggiori dettagli e sapere come negare il consenso a tutti o ad alcuni cookie è possibile consultare la cookie policy. Accedendo a un qualunque elemento sottostante questo banner si acconsente all'uso dei cookie.

Per saperne di più clicca qui.