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FEAR - regia Falk Richter

"Fear" - regia Falk Richter "Fear" - regia Falk Richter

di Falk Richter
Regia: Falk Richter
Con: Bernardo Arias Porras, Denis Kuhnert, Lise Risom Olsen, Kay Bartholomäus Schulze, Alina Stiegler, Tilman Strauß, Frank Willens, Jakob Yaw
Scena: Katrin Hoffmann
Costumi: Daniela Selig
Musica: Malte Beckenbach
Video: Bjørn Melhus
Drammaturgia: Nils Haarmann
Luci: Carsten Sander
Coreografia: Falk Richter, Denis Kuhnert, Frank Willens, Jakob Yaw
Schaubühne, dal 25 ottobre 2015

www.Sipario.it, 8 marzo 2016

Berlino, 27 febbraio 2016
Paura del diverso, paura dello straniero, paura di scomparire, paura di venire rimpiazzati. La paura dilaga in Germania già da qualche tempo, in particolare dallo scorso autunno, quando i flussi migratori verso l'Europa si sono nettamente intensificati. Durante le manifestazioni dei partiti Pegida e AfD (Alternative für Deutschland) si urlano slogan razzisti. La paura dello straniero si mischia alla paura del diverso in toto, gli slogan xenofobi si alternano a slogan omofobi. Si fa di tutta l'erba un fascio e si creano capri espiatori. "Dobbiamo far sì che la Germania rimanga Germania": con queste parole, stralcio di una registrazione, si apre lo spettacolo Fear (inglese "paura") del regista Falk Richter, in scena alla Schaubühne di Berlino dallo scorso 25 ottobre 2015. In apertura la frase viene ritrasmessa diverse volte, mixata e remixata con percussioni in sottofondo, fino alla nausea, finché lo spettatore se ne distanzia criticamente, ne comprende l'orrore e la vacuità.

Con lo spettacolo Fear Richter si propone di ritrarre una paura che fuori controllo si tramuta in odio, xenofobia e sciovinismo e lo fa avvalendosi di mezzi più politici che artistici: durante la messa in scena ci si riferisce a persone reali, se ne imita il comportamento, si mostrano filmati e si trasmettono registrazioni audio autentici. Manifestazioni e discorsi propagandistici la fanno da padroni sulla scena. Bersaglio delle critiche mosse da Richter sono innanzitutto due donne della scena politica tedesca attuale, Beatrix von Storch e Hedwig von Beverfoerde, rispettivamente vicepresidentessa di AfD e organizzatrice della manifestazione cattolica Demo für alle. Richter ha dichiarato di trovare interessante analizzare l'atteggiamento xenofobo, omofobo e pregno di odio di queste due personalità proprio in quanto donne. La scelta "politica" piuttosto che estetica è valsa a Richter una seria denunce da parte delle due politiche in questione per lesione dei diritti personali, oltre a proteste e minacce nei confronti del teatro Schaubühne. Il tribunale ha tuttavia dato ragione a Richter, respingendo le denunce: Fear continuerà ad andare in scena nella versione originale.

Richter, un ensemble di attori e ballerini e il videomaker Bjørn Melhus portano in scena una paura strisciante, paralizzante, che incatena gli arti e sprigiona l'istinto bestiale dell'uomo. Il risultato assomiglia forse più a un progetto di ricerca sul populismo di destra in Germania, piuttosto che a un prodotto artistico. Lo spettacolo assume un tono satirico teso all'iperbole, fin quasi alla beffa, "ma questo è dettato dai contenuti stessi della performance", così Richter, "che non possono essere presi seriamente. È la realtà stessa a essere in questo caso satirica." Il punto più alto della performance viene raggiunto in un monologo sull'identità dell'Europa che ne illumina le contraddizioni. Sebbene l'estetica complessiva dello spettacolo non si distingua e la seconda parte della messa in scena si presenti piuttosto frammentaria e povera di profondità storica, lo spirito politico che ne è alla base è degno di lode, soprattutto considerata la congiuntura storica odierna in cui l'arte può diventare valido strumento per l'analisi e la comprensione degli eventi.

Gloria Reményi

Ultima modifica il Martedì, 08 Marzo 2016 11:37

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