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DONNE CHE SOGNARONO CAVALLI - regia Roberto Rustioni

"Donne che sognarono cavalli", regia Roberto Rustioni "Donne che sognarono cavalli", regia Roberto Rustioni

di Daniel Veronese
adattamento e regia Roberto Rustioni
scene e costumi Sabrina Cuccu
con Valeria Angelozzi, Maria Pilar Perez Aspa, Michela Atzeni,
Paolo Faroni, Fabrizio Lombardo, Valentino Mannias
luci Matteo Zanda
produzione Fattore K, Sardegna Teatro, Festival delle Colline torinesi
con il sostegno di Fondazione Olinda Teatro La Cucina
Milano, Teatro Elfo Puccini, dal 16 al 20 maggio 2018

www.Sipario.it, 24 maggio 2018

La Famiglia e le sue verità nascoste

"Donne che sognarono cavalli" è un testo dell'argentino Daniel Veronese. Lucera, il personaggio più giovane, ripercorre il suo passato: figlia di desaparecidos, è una di quelle donne strappate alle famiglie originarie per essere affidate a persone vicine al regime, durante la dittatura che ha travolto l'Argentina tra il '76 e l'83. Nell'adattamento e nella regia di Roberto Rustioni, il lavoro di Veronese ci viene restituito scenograficamente attraverso la rappresentazione di una piccola cucina con un tavolo, delle sedie e un frigo. È un ambiente claustrofobico quello che vediamo, all'interno del quale si incontrano tre fratelli con le rispettive mogli, per un pranzo di famiglia. Ed è proprio la Famiglia ad essere posta sotto la lente di ingrandimento. Perché tutti i personaggi danno inizio a un clima di convivialità che ben presto si trasforma in un "inferno emotivo". Si confessano fallimenti esistenziali come quello di uno dei fratelli che ha fatto fallire l'azienda di famiglia o come quello di un altro fratello, ex pugile, che avrebbe un cancro al cervello. E poi, celatamente ma non troppo, emergono tradimenti e odi delle mogli verso i rispettivi mariti. È un "clima" surriscaldato che si adatta bene a un ambiente, la cucina, troppo piccolo per contenere fisicamente i personaggi e le anime"spezzate" che li abitano. Non c'è via di uscita, o meglio la via di uscita c'è solo per qualcuno. È così che, spesso, vediamo uscire i protagonisti da una porta. Ma poi li vediamo anche ritornare nella cucina che ormai è diventata un ring di combattimento. Fino a un finale, in cui tre di loro si salvano mentre gli altri rimangono vittime dei colpi di pistola esplosi improvvisamente da Lucera che, dopo un surreale e poco comprensibile racconto su dei cavalli, decide di ammazzare il marito dopo avergli confessato di essere incinta. Un finale, forse, un po' tagliato con l' "acetta", di uno spettacolo ben diretto e interpretato egregiamente da attori bravi ed affiatati.

Andrea Pietrantoni

Ultima modifica il Venerdì, 25 Maggio 2018 11:08

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