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DONNE GELOSE (LE) - regia Giorgio Sangati

"Le donne gelose”, regia Giorgio Sangati "Le donne gelose”, regia Giorgio Sangati

di Carlo Goldoni
regia Giorgio Sangati
scene Marco Rossi
costumi Gianluca Sbicca
luci Claudio De Pace
trucco e acconciature Aldo Signoretti
con (in ordine alfabetico) Fausto Cabra, Leonardo De Colle, Federica Fabiani,
Elisa Fedrizzi, Ruggero Franceschini, Sara Lazzaro, Sergio Leone,
David Meden, Daniele Molino, Nicolò Parodi,
Valentina Picello, Marta Richeldi, Sandra Toffolatti
produzione Piccolo Teatro di Milano - Teatro d'Europa
al Teatro Sociale, Brescia, 23 febbraio 2017

www.Sipario.it, 27 febbraio 2017

Una Venezia lugubre, funerea, oscura, claustrofobica: questo descrive la scenografia di Marco Rossi in cui le quinte nere disegnano uno spazio astratto, evocativo su cui si stagliano le figure di un'umanità in balia del gioco, un'umanità piccola, piccola, un po' ottusa, schiava del denaro, meschina e misera, forse anche un po' stupida. E' feroce, impietoso Carlo Goldoni delle Donne gelose, riletto con gusto noir da Giorgio Sangati in una versione di grande eleganza e coerenza. Siamo nel tempo di carnevale.
Tutta la vicenda ruota intorno a Lugrezia, vedova che presta denari, frequenta piccoli borghesi, asseconda la brama del gioco, fomenta la gelosia di Giulia e Tonina che sanno delle frequentazioni dei mariti presso la ricca vedova che potrebbe essere una Mirandolina in là con l'età che affida al denaro e alla capacità di accumularne la ragione del suo vivere e del suo stare nel mondo. Malgrado il titolo il tema di fondo della commedia è infatti il denaro, tutto ruota intorno ad esso, mentre le novizie Orsetta e Chiaretta si struggono d'amore e di gelosia per il medesimo giovane. Nelle Donne gelose Goldoni è «d'una comicità cupa, direi, crudele. Strappa i veli al mondo, e lo scopre meschino, volgare, pieno di persone affamate perché sciocche, povere perché dissipate», scrive Sergio Torresani nel bellissimo Invito alla lettura di Carlo Goldoni. Questa citazione permette di entrare nel merito dell'acuta ed elegante regia di queste Donne gelose che come figurine di un teatrino della crudeltà si muovono su un orizzonte di rara cupezza, illuminato – se così si può dire – solo dai colori dei costumi di Gianluca Sbicca, costruiti su sfumature degradanti che raccontano di una sorta di marcescente società piccola piccola su cui piove e incombe la 'notte della ragione', in cui tutto è misurato dal denaro, dal non averne mai abbastanza per giocare, piuttosto che per partecipare al Carnevale.
Il linguaggio è feroce, a tratti triviale, gli uomini picchiano le donne e la violenza è il filo conduttore di un desiderare e accumulare che si sperperano nel gioco, in quel tentare la fortuna per avere ancora di più, per coprire un vuoto dell'anima e paradossalmente autocondannarsi alla miseria dello spirito e delle risorse. Tutto nell'allestimento di Sangati si gioca su una tensione recitativa che porta il ben amalgamato gruppo di attori a una recitazione nervosa e a tratti isterica in cui le parole vengono scandite e offerte al pubblico come sciabolate, stilettate. Anche quando si ride, ci si ritrova a sorridere, un sorriso amaro che nei volti degli attori è un ghigno carico di tensione e di rabbia. La musicalità del dialetto veneziano viene smorzata, le moine sono solo gesti stereotipati di marionette da carillon che nulla hanno di umano. Il Goldoni di Donne gelose rischia di essere un Goldoni disumano, impietoso che denuncia con forza e spietatezza la natura meschina di una borghesia in balia della propria cupidigia, che non guarda in faccia nessuno. Alla fine l'ordine ricostituito sotto il segno delle apparenze regala solo un apparente lieto fine che – se ce ne fosse bisogno – ribadisce la natura interessata e mai trasparente di quella piccola umanità ottusa e accecata dal denaro.
Gli attori Fausto Cabra, Leonardo De Colle, Federica Fabiani, Elisa Fedrizzi, Ruggero Franceschini, Sara Lazzaro, Sergio Leone, David Meden, Daniele Molino, Nicolò Parodi, Valentina Picello, Marta Richeldi, Sandra Toffolatti vivono di una loro affiatata e omogenea intensità recitativa sospesa fra nevrosi e isteria, corpi palpitanti in una Venezia carnevalesca e funerea in cui si muovono come fantasmi, come burattini in balia del denaro e della gelosia. Donne gelose regala al pubblico l'esempio di un elegante teatro della tradizione che sa con intelligenza e coerenza estetica leggere fra le pieghe del testo goldoniano, confermando e interrogando l'autore veneziano, il suo mondo e il suo teatro che poco o nulla hanno a che fare con la leggerezza di certi stereotipi e molto dicono di un'inquietudine e di una coté noir dell'umanità che molto ci assomiglia.

Nicola Arrigoni

Ultima modifica il Lunedì, 27 Febbraio 2017 21:49

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