di Nuccio Siano
dal romanzo di Walter Siti
con Mariano Aprea, Tiziana Avarista, Marina Biondi, Michele Botrugno, Alessandra Costanzo, Lucianna De Falco, Riccardo Floris, Carmen Giardina, Fabio Gomiero, Mario Grossi, Anna Maria Loliva, Federica Marchettini, Isabella Martelli, Nuccio Siano, Maurizio Tesei
Roma, Colosseo Nuovo Teatro, dal 24 novembre al 13 dicembre 2009
AL Colosseo Nuovo Teatro, fino al 13 dicembre, è in scena un raccomandabile spettacolo di Nuccio Siano tratto dal romanzo di Walter Siti Il contagio. Gli interpreti sono Mariano Aprea, Tiziana Avarista, Marina Biondi, Michele Botrugno, Alessandra Costanzo, Lucianna De Falco, Riccardo Floris, Carmen Giardina, Fabio Gomiero, Mario Grossi, Anna Maria Loliva, Federica Marchettini, Isabella Martelli, lo stesso Siano, Maurizio Tesei.
Se il libro affronta temi e figure legati alle ormai agonizzanti borgate romane, quelle che a suo tempo fiorirono nella letteratura e nella poesia di Pier Paolo Pasolini, l'evento scenico dà loro carne, disfacimento palpabile, eloquenza viva. Riferisce a tre dimensioni lo scambio di vizi, propensioni e valori (veri o fittizi, non importa) che il passare degli anni ha avallato e nutre fra universi opposti, la borgata e il quartiere borghese. L'odierno sobborgo diventa così ricettacolo di afflati, gerghi e comportamenti voluttuari, passioni estenuate, pallidi sanguinamenti. Viceversa la zona pariola, resa impasto di cui è impossibile riconoscere gli ingredienti, veste gli abiti impropri della vendetta rusticana, lo sbracamento disinibito e il cinico disincanto nei confronti del futuro che garantivano alle periferie la "disperata vitalità" pasoliniana. Nulla più è o ha per proprio conto. Nulla più si distingue, nemmeno lombrosianamente. Tremendo, inesorabile lavoro del contagio.
I personaggi continuano, per il buon godimento dello spettatore, a richiamare dal passato i ragazzi di vita, i monatti e gli accattoni con un doppio effetto morale: da una parte la diagnosi dell'infermità diffusa; dall'altra il rimpianto degli universi distinguibili. Pasolini, presente con le sue canzoni e le sue visioni, è la cartina di tornasole, divino persecutore che pungola chi più non sa, non vede e non trova. E nell'aria sfrigolano le perdute estati da poveri sul litorale di Ostia, l'urlo del cocomeraro, il bisbiglio dei contratti sessuali impellenti.
Rita Sala