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COME STELLE NEL BUIO - regia Valerio Binasco

"Come stelle nel buio", regia Valerio Binasco. Foto Pino Le Pera "Come stelle nel buio", regia Valerio Binasco. Foto Pino Le Pera

di Igor Esposito

con Isabella Ferrari, Iaia Forte

regia Valerio Binasco

Carpi, Teatro Comunale 18 Novembre 2017

www.Sipario.it, 12 novembre 2017

In un periodo storico come quello in cui stiamo attualmente vivendo, lo spettacolo "Sisters. Come stelle nel buio", interpretato magistralmente da Isabella Ferrari e Iaia Forte, va ad affondare il bisturi in tematiche scottanti e lo fa in un modo assolutamente nascosto, quasi ingenuo.
"Non farti scoprire" è una delle frasi cardine, ripetuta dalla Forte come un mantra verso fine pièce. Ma partiamo dall'inizio. In scena abbiamo le due "Sisters"/ sorelle e i loro letti singoli da eterne bimbe mai cresciute. La prima, ex attrice bella e raffinata, abbraccia un grande peluche mentre la seconda -paffuta e volgarotta- ha un microfono come alleato. Quest'ultimo oggetto verrà usato per cantare, ma anche gridare l'inespresso in un mix di rabbia, frustrazioni e provocazioni. Tenuto su dall'asta, l'oggetto si fa diretta espressione della tv urlata a cui siamo abituati, sottile argomento in sottofondo per tutta la durata della mise en scene.
La sorella di successo, ora vittima di un karma negativo, appare prigioniera dell'altra che - attraverso un dialetto napoletano ruspante indossa abiti leopardati al limite del trash, imponendo la sua presenza con aggressiva arroganza. La morte del padre aleggia nell'atmosfera come un fantasma di malinconia, ma anche come scusa, alibi per vendicarsi.
"Non dovrà più entrare nessuno qui", "Rimarremo solo io e te, come voleva papà".
Iaia Forte veste un personaggio scomodo, un'antiroe al femminile che non può che suscitare antipatia. Ripetendo a gran voce queste frasi però, rivela un amore-odio verso la sorella, che la rende a tratti anche molto fragile, seppur insopportabile.
La cornice è quella del Teatro Comunale di Carpi, una bomboniera che è assoluto fiore all'occhiello di una cittadina sempre più aperta agli eventi culturali.
La regia è quella di Valerio Binasco, mentre il testo prende vita grazie alla sapiente mano di Igor Esposito, capace di creare una black comedy la cui sofisticata ironia diventa specchio di questi nostri giorni tetri, eppur pregni di sorrisi e finta allegria.
Dietro il cliché della rivalità tra sorelle, uno dei temi portanti della commedia –come già accennato- è sicuramente la televisione. Presente anche come oggetto materiale, quest'ultima viene citata varie volte. Mentre si rivanga il glorioso passato della sorella interpretata da Isabella Ferrari, la sister-Iaia Forte non perde occasione per operare una sua personale rivalsa fatta di invidia e cattiveria gratuita. La dipendenza dall'alchool, unita ad azioni crudeli e insensate al solo fine di punire la bella Ferrari, sono le armi di cui si avvale la Sister-cattiva per avere –una volta nella vita- una sorta di potere.
L'obiettivo finale e primario è quello di indebolire la sorella allo scopo di isolarla dal mondo, incatenandola in una sorta di prigione, forse la stessa che metaforicamente ha dovuto vivere lei, racchiusa nell'opprimente ruolo di eterna seconda, destinata a bere per dimenticare. Persino nel momento in cui arriva a toccare il fondo più nero, la Forte riesce a scagionarsi andando a scomodare citazioni di Majakoskwi e interpretando dialoghi sagaci e acuti, colmi di riferimenti legati al mondo televisivo ( viene citato, tra gli altri Maurizio Costanzo) ma anche musicale ("Chi ha scritto Se Telefonando?" ). Seppur calate in una realtà borghese (l'azione avviene dentro una villa), le due sorelle si trovano spesso a parlare di denaro.
Qui e là si accenna alla crisi del nostro Paese attraverso frasi sibilline come "Tu sei tirchia e vuoi portarti i soldi nella tomba, ma in Paradiso è tutto gratis".
In un periodo come quello che in questi giorni vede protagonista il caso Weinstein e le molestie sessuali in cambio di prestazioni lavorative, i dialoghi iniziali in cui il personaggio di Iaia Forte ricorda alla Ferrari quanto abbia dovuto "dare" in cambio della fama, cadono più che mai a fagiolo.
Frecciatine al vetriolo per tutti i gusti condiscono una sceneggiatura scoppiettante, fortemente caratterizzata
da un'irriverente napoletanità che straripa in ogni dove. "Sisters. Come stelle nel buio" è un esempio ben riuscito di metateatro in cui due delle migliori attrici italiane danno prova di grande capacità attoriale e presenza scenica.
Malgrado l'angoscia di fondo e la malvagità gratuita che rasenta a tratti il grottesco, la commedia risulta tagliente, ma tutto sommato –mi si perdoni il termine- mainstream. Non si è voluto osare esageratamente, ma piuttosto sperimentare qualche nuova forma di drammaturgia mantenendosi però sempre nel recinto del conosciuto.
Il Teatro Comunale di Carpi, reduce inoltre dalla prima tappa del tour di Vinicio Capossela (sold-out) e dallo spettacolo "Il borghese gentiluomo" promette una programmazione ricca e di sicuro successo. Gli applausi del pubblico entusiasta sono il segno positivo del fatto che il teatro ha ancora molto da dire e da dare.

Dafne D'Angelo

Ultima modifica il Domenica, 19 Novembre 2017 10:57

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