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BISBETICA DOMATA (LA) - regia Loredana Scaramella

 “La bisbetica domata”, regia Loredana Scaramella “La bisbetica domata”, regia Loredana Scaramella

Regia, traduzione e adattamento di Loredana Scaramella
INTERPRETI (in ordine alfabetico)
Tenente, Nicola: Donato Altomare
Lucenzio, boy della Compagnia: Giulio Cavallini
Cristoforo Volpe: Federigo Ceci
Ortensio, boy della Compagnia: Diego Facciotti
Gremio, Comico: Gianni Ferreri
Curzio, Vincenzo, comandante: Gabrio Gentilini
Tranio, comico: Paolo Giangrasso
Biondello, Giuseppe, aiuto cuoco ballerino di tip tap: Lorenzo Grilli
Battista, attore di prosa: Roberto Mantovani
Pedante, amministratore di compagnia: Ivan Olivieri
Vedova, Sarta: Loredana Piedimonte
Caterina, cantante eccentrica: Caterina Proietti
Bianca, soubrette: Sara Putignano
Petruccio, Caposettore: Mauro Santopietro
Filippo, cantante: Antonio Sapio
Grumio, fantasista: Federico Tolardo
MUSICHE ESEGUITE DAL VIVO quartetto WILLIAM KEMP
Violino: Adriano Dragotta
Sassofoni: Lorenzo Perracino
Chitarra : Franco Tinto
Contrabbasso : Daniele Ercoli
MAESTRO MOVIMENTI DI SCENA Alberto Bellandi
AIUTO REGIA Francesca Visicaro
ALLESTIMENTO A CURA DI Susanna Proietti
SCENE Fabiana Di Marco
COSTUMI Susanna Proietti
CONSULENZA COREOGRAFICA Laura Ruocco
DIREZIONE TECNICA Stefano Cianfichi
DISEGNO LUCI Umile Vainieri
DISEGNO AUDIO Franco Patimo
Globe Theatre Silvano Toti di Villa Borghese dal 31 Agosto al 16 Settembre 2018

www.Sipario.it, 13 settembre 2018

Shakespeare è e resta amabile. Non v'è opera del suo ingegno che non addolcisca il nostro vivere. Sensazione comune sia a lettori che registi. Ogni qual volta si rappresenta un suo lavoro, è certo che qualche idea nuova balugina, s'impossessa di noi e ci trascina verso mète impreviste.
Sicché ecco cosa può esser accaduto a Loredana Scaramella: che nel pensare a trasporre per le scene La bisbetica domata, attraverso le sue parole Shakespeare le abbia suggerito d'osare di ambientare la vicenda nell'ultimo momento della storia d'Italia in cui i rapporti uomo-donna hanno assunto un certo valore: quello fascista poco prima dello scoppio della Seconda Guerra Mondiale.
Può stonare tale soluzione con le ambientazioni originarie? Forse. Se, per ipotesi, in luogo della Bisbetica si rappresentasse La tempesta o qualche suo altro dramma storico. Ma in tal caso no.
La ragione è semplice, e perciò stesso geniale: perché l'ambiente autentico della pièce del drammaturgo inglese trascende anni, secoli, consuetudini e costumi: nulla ha a che vedere o condividere con le vite ordinarie degli uomini. Gli alterchi di Petruccio e Caterina, Shakespeare li ha trasposti in sogno. O almeno in quella chimera pura e incantata che è il teatro nel teatro all'interno d'una commedia che avviene sotto gli occhi del pubblico.
Scaramella non ha che ampliato tale intuizione. Il teatro diviene strumento d'illuminazione. E poco conta ch'esso sia vissuto realmente o come un sogno. Ciò che si rappresenta e si comunica: questo, e non altro, ha valore.
La conquista dell'intrattabile Caterina, con i rudi e machiavellici trucchi posti in essere da Petruccio, infastidendo sua moglie all'inverosimile fino a domarla riducendola ad un'obbedienza silente, nella rilettura di Scaramella si colora delle tinte delle riviste di Macario, Wanda Osiris e Renato Rascel.
Così facendo Shakespeare diviene più frivolo e vezzoso: inutile negarlo. Eppure non vi è forzatura. Ci si è concentrati di più sull'aspetto comico della vicenda narrata nella Bisbetica e un po' si è sorvolato sulla critica di costume che ne sarebbe potuta emergere. Ma non importa, perché il tutto ben funziona e diverte il pubblico.
Svettano, per singolare bravura, le interpretazioni di Caterina Proietti (la bisbetica) e Mauro Santopietro (Petruccio). Lei, che modella la sua mimica da un'aggressività ferina a una remissiva dolcezza soffocando ciò che nell'animo le si agita, ha dato vita ad una bisbetica adorabile e divertentissima. Santopietro, accordando il suo personaggio sulle note d'una risolutezza selvaggia sempre accompagnata da tattica e ragione, ha disegnato un Petruccio ironico che a tratti è anche odioso: ciò che il personaggio richiedeva. Ottimi i ritmi recitativi di entrambi: precisi come se seguissero uno spartito.
Uno spettacolo da vedere. Grazie anche ad una compagnia composta da ballerini di tiptap, tenori, caratteristi e fantasisti che, assieme a Shakespeare, hanno rievocato un mondo che ormai vive nella memoria di pochi.

Pierluigi Pietricola

Ultima modifica il Sabato, 15 Settembre 2018 09:21

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