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APOCALYPSE?... NOW! - regia Tullio Moreschi e Mattia Sebastian

Tullio Moreschi Tullio Moreschi

di Tullio Moreschi
regia Tullio Moreschi e Mattia Sebastian
con Enzo Giraldo, Manfredi Pedone, Francesco Benanti Vitale, Marcello Ilacqua, Elena D'agnolo, Paolo Panizza, Mattia Sebastian
riprese video Silvio Moreschi
Milano, Centro Teatro Attivo, 6 febbraio 2016

www.Sipario.it, 11 febbraio 2016

...and after?

É una sera piovosa, quella che ci accompagna all'ingresso del Centro Teatro Attivo. Scendiamo lungo una scala stretta, che ci introduce in un corridoio, al fondo del quale, ci attende una piccola sala dal sapore off.
Sette attori, seduti e in piedi, si danno il cambio nella lettura di questo testo, scritto da Tullio Moreschi e ispirato all'opera dell'artista americano Tony Oursler, in cui, attraverso un video, i suoi diversi "sè" dialogano tra loro. In Apocalypse now, invece, le voci della personalità dell'autore sono lasciate all'interpretazione degli attori. Si parla della crisi che investe la società contemporanea nei suoi diversi aspetti costitutivi: la cultura, l'economia e la famiglia. É il caso, allora, di chi gustandosi un kebab, viene deriso da chi mangia gli spaghetti, oppure, il caso di chi non ha denaro per poter comprare un pc e non è al passo coi tempi, o ancora, il caso di un padre, divorziato e disilluso, che fatica a parlare con il figlio ancora sognatore. In questo reading, nulla sembra sfuggire all'onda della crisi. Tutti camminiamo su una pericolosa lastra di ghiaccio. E, cosa ancora più pericolosa, nulla sembra poterci offrire una speranza a cui aggrapparci. Il cobra addormentato che non si erige più sulla coda, così come i personaggi raccontano di vedere nei loro sogni notturni, rappresenta la fine dei sogni diurni. Ma senza di questi cosa siamo? Chi ci salverà? A questa domanda il testo di Moreschi non dà risposte. Il finale è cupo e non riesce a presagire nulla di buono. Tuttavia l'opera di Moreschi è ambiziosa. Anche se la sua "universalità", nel senso che sfiora i diversi aspetti esistenziali del mondo in cui viviamo, corre il rischio, tuttavia, di disperderne la potenza creativa. La drammaturgia ci viene restituita efficacemente dalla lettura serrata e precisa degli attori, bravi. Nel finale il pubblico applaude sinceramente. Aspettiamo di vedere la messinscena del testo in un teatro milanese.

Andrea Pietrantoni

Ultima modifica il Venerdì, 12 Febbraio 2016 20:04

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