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AMORICA - regia Laura Tanzi

"Amorica", regia Laura Tanzi "Amorica", regia Laura Tanzi

di Laura Tanzi
regia Laura Tanzi
con Claudio Coco, Marcella Di Marzo, Aurella De Rosa, Ana Gàrate Rubio, Valentina Guarino, Maria Helga Nutolo, Demetrio Triglia, Mauro Vaccari
produzione Lyra Teatro
Milano, Teatro Caboto dal 19 al 21 novembre 2015

www.Sipario.it, 22 novembre 2015

Le relazioni pericolose

Le vicende umane, pubbliche e private, del presidente americano Franklin Delano Roosevelt e il rapporto tumultuoso tra la first lady Eleanor Roosevelt e la giornalista Lorena Hickok hanno ispirato la giovane regista Laura Tanzi che, in questa pièce, si cala per la seconda volta anche nel ruolo di drammaturga.
Alcune sedie e un tavolo rappresentano gli elementi principali di una scenografia essenziale che cambia a vista, più volte, riadattandosi velocemente alle numerose scene in cui si snoda lo spettacolo.
Il presidente americano, interpretato da Demetrio Triglia, è il protagonista. Vestito di bianco e con un cerone bianco in viso, come quasi tutti gli altri personaggi, dà vita ad un intreccio drammaturgico in cui le faccende private, segnate dal rapporto poco metafisico con la segretaria (Valentina Guarino), si mischiano con quelle pubbliche, legate alla Grande Depressione e alla Seconda Guerra Mondiale. La moglie (Aurella De Rosa) non sta a guardare e si lascia cadere tra le braccia di una giornalista rampante (Marcella Di Marzo). La madre (Maria Helga Nutolo) del Presidente adora il suo "bambino" e giustifica, compiacevolmente, il suo testosterone indomabile. Attorno a questo focus narrativo, ruotano, anche, l'amore della segretaria del Presidente per un giornalista (Mauro Vaccari) lanciato in una carriera senza scrupoli e le apparizioni, qua e là, di due spiritelli chiamati Yin (Ana Gàrate Rubio) e Yang (Claudio Coco), uno spagnolo e l'altro siciliano, che cercano di indirizzare le storie dei personaggi, alla deriva, verso un esito positivo.
Il filo rosso dello spettacolo, già decifrabile nell'assonanza di Amorica, è il connubio impuro fra potere e amore, in quegli anni politici americani e non solo. Più in generale, emerge, dalle pieghe della storia, l'ambivalenza fra ciò che sembra e ciò che è, caratteristica precisa dell'ipocrisia morale di una certa borghesia alla quale il presidente americano apparteneva pienamente. Tutto "puzza" in Amorica. Di vergine, c'è solo il colore bianco dei costumi e del cerone dietro i quali si nascondono i personaggi. Le loro finte ed inquietanti risate ne mostrano, invece, la vera natura. E ce la fanno capire bene. Tutti corrono velocemente verso un vicolo cieco, ignari della fine che faranno. Le loro carriere lanciate li schiantano. Le loro vite sono simili al cellophane che, in alcune scene, benda gli occhi, cioè di "plastica". Il tentativo di salvarsi nell'Amore fallisce. Il Potere vince. L'intervento di Yin e Yang, legati da una genuina amicizia, che tanto ricordano lo spiritello Ariel della Tempesta di Shakespeare, è fallimentare. Alla fine, i personaggi si perdono, naufragano soli e soli perdono. La morte del Presidente, debilitato da una lunga malattia, e la solitudine, in una dolorosa vecchiaia, della giornalista ex amante della first lady, sono la metafora del tramonto di un lungo periodo politico e storico degli Stati Uniti d' America.
Laura Tanzi ci "restituisce" abilmente quegli anni, attraverso una drammaturgia e una regia lineari, pulite, efficaci. L'inserimento di due immaginari e simpatici spiritelli, le musiche che sottolineano la vicina caduta negli inferi di tutti i personaggi e le canzoni corali con tanto di sax suonato dal vivo, sono tutte scelte azzeccate. Ha un futuro promettente questa giovane regista. Un gruppo affiatato e capace di attori la supporta, impreziosendo uno spettacolo ben riuscito e attuale. Nel finale, il pubblico rompe, con un fragoroso applauso, un silenzio attento lungo tutte le due ore dello spettacolo.

Andrea Pietrantoni

Ultima modifica il Giovedì, 26 Novembre 2015 19:13

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