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AFFARISTA (L') - regia Antonio Calenda

L'Affarista L'Affarista Geppy Gleijeses, Marianella Bargilli

di Honoré de Balzac
traduzione e adattamento Alberto Bassetti
Scene: Pier Paolo Bisleri; luci Nino Napoletano, Costumi: Carla Teti, Musiche: Germano Mazzocchetti

Regia: Antonio Calenda
Produzione: Teatro Stabile del Friuli Venezia Giulia, Teatro Stabile di Calabria e Teatro Quirino - Vittorio Gassman
Interpreti: Geppy Gleijeses, Marianella Bargilli e con Paila Pavese, Osvaldo Ruggieri, Antonio Tallura, Francesco Benedetto, Alfonso Veneroso, Adriano Braidotti, Ferruccio Ferrante, Jacopo Venturiero, Antonio Ferrante
Teatro Quirino, Roma dal 1 al 20 novembre 2011
Trieste, Politeama Rossetti 22 marzo 2011

Sipario, 21 novembre 2011
Sipario, 28 marzo 2011

Teatro Quirino - Roma
Scritto nel 1848, L'Affarista di Balzac ebbe la prima messincena solo nel 1851, attraverso la riduzione del testo operata dallo scrittore Adolphe Dennery – l'autore de "Le Due Orfanelle"!

Grande Scultore di personaggi, Balzac – come aveva fatto nella celebre "Comedié Humaine" – delinea per le scene un individuo altrettanto esemplare che è appunto L'Affarista Mercadet... Ed è doveroso ricordare come illustre precedente l'interpretazione forse insuperabile che, a suo tempo, ne diede l'attore Tino Buazzelli.

Al Quirino è lo sperimentato Geppy Gleijeses ad indossare i panni ottocenteschi di Mercadet, e lo fa con inesauribile slancio e fede assoluta nel suo genio di gran finanziere – il che gli permette di ribaltare la sua disastrosa posizione economica, utilizzando al meglio il materiale umano di cui dispone. E per cominciare si affida alle grazie non eccezionali della figlia Julie, affinchè contragga un buon matrimonio che lo salvi dalla bancarotta.

Induce pertanto la Giovane a rinunciare all'uomo che ama, per contrarre matrimonio con un titolato dandy di buona presenza, il De La Brive, a sua volta in cerca di una moglie facoltosa che lo sostenga nell'eventuale vita politica!

Con uno scatto di genialità affaristica Mercadet riesce intanto a valorizzare in borsa le sperdute saline del futuro genero, tacitando l'orda dei creditori che non ha perduto del tutto la fiducia nella sua abilità di finanziere.

Infine, la traballante situazione economica del protagonista, verrà insperabilmente salvata dal ritorno in patria del socio inviato in Oriente a far fortuna, e che realmente ha accumulato ingenti ricchezze... Il fortunato Mercadet – con il concorso del residuo della dote della moglie a e la quota spettantegli dal contratto con il socio – ribalta totalmente il suo status finanziario: paga tutti i suoi debiti e promette di cambiar vita alla matura ma ancor bella moglie – alla quale Paila Pavese ha fornito elegante e dignitosa presenza.

Per eccesso di fortuna il socio si rivela addirittura padre del giovane Minard: l'uomo amato dalla figlia di Mercadet – esemplarmente interpretata da Marianella Bargilli.

L'accorto regista Antonio Calenda ha volutamente lasciato a Geppy Gleijeses tutta la possibile libertà nel dar vita all'estroso personaggio di Mercadet, e questi l'ha utilizzata al meglio; né da meno è risultata Paola Pavese in veste di Madame Mercadet, sfoggiando insieme bellezza e saggezza.

A sa volta Osvaldo Ruggieri ha ottimamente impersonato il corposo Goulard, uno dei creditori/estimatori di Mercadet: l'intero stuolo degli amici/nemici del protagonista sono stati vestiti con particolare cura dalla costumista Carla Teti, che non ha risparmiato loro neppure una cinica maschera sul volto – secondo la tradizione del finanziere senza scrupoli, oggi di grande atualità! Eccellente la regia di Antonio Calenda, mentre qualche riserva è d'obbligo nei riguardi dello scenografo Pier Paolo Bisleri, che ha affastellato in palcoscenico una serie assurda di armadi e tavoli senza alcun logico riferimento alla vicenda teatrale.

Fernando Bevilacqua

Polteama Rossetti, Trieste
Mercadet ha una smisurata considerazione di se stesso e con piglio altisonante si autoproclama "il Napoleone degli affari". Il protagonista de "L'affarista" di Honoré de Balzac travolge con la sua carica di simpatia e di carisma la platea nell'allestimento curato da Antonio Calenda. Ad interpretarlo con geniale vena istrionica è l'applauditissimo Geppy Glejieses, attore di alto livello, capace di variare senza sosta ritmo, intonazione e voce, straripando letteralmente nella sua esuberanza sul pubblico. Giganteggia sulla scena creando un personaggio complesso, gustandosi ogni sua contraddizione e certezza, convinto che oggi – come a metà '800 – "tutti i sentimenti svaniscono e il denaro li sospinge". Tratteggia – senza rimpiangere nulla a Tino Buazzelli, l'ultimo grande Mercadet italiano - la figura di un gaglioffo simpatico, speculatore incallito che si nasconde dietro le apparenze, teme l'imminente fallimento ma ama le operazioni di borsa e il gioco d'astuzia sopra ogni cosa.

La regia sottolinea le sfumature più attuali del testo (traduzione elegante di Alberto Bassetti), pur riflettendo nella messinscena l'influenza caricaturale della farsa con nasi e occhiali finti indossati dagli assillanti creditori e una certa iperbolicità e ironia diffuse. Efficaci nei loro ruoli la figlia bruttina Julie (Marianella Bargilli), alle prese con un matrimonio contrastato, e la moglie (Paila Pavese) che salva la facciata perbene della famiglia, uniche presenze muliebri, nonché razionali e positive, in un mondo maschile parigino votato senza scrupoli morali al profitto. Ma ben affiatati e coinvolti in questa intricata vicenda risultano anche gli altri elementi della compagnia, fra cui spiccano il Goulard di Osvaldo Ruggieri e il Minard di Adriano Braidotti. Si rincorrono tutti sulla scenografia fissa (creata da Pier Paolo Bisleri) zeppa di armadi, credenze, stipi, lampadari lussuosi inventariati e pronti per essere confiscati. Ognuno sembra sospeso nell'attesa di Monsieur Godeau (e qui il richiamo allusivo di Beckett si palesa), fantomatico socio di Mercadet, scappato anni addietro con la sua cassa a far fortuna nelle Indie che, come un deus ex machina, apparirà prodigiosamente nel finale per sanare tutti i debiti e ricomporre il disastro finanziario.

Elena Pousché

Ultima modifica il Martedì, 23 Luglio 2013 08:52

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