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ARTE DEL DUBBIO (L') - regia Sergio Fantoni

L'arte del Dubbio L'arte del Dubbio Regia Sergio Fantoni. Foto Daniela Zedda

dal libro di Gianrico Carofiglio
versione teatrale di Stefano Massini
con Ottavia Piccolo e Vittorio Viviani
regia Sergio Fantoni
Teatro Vittorio Emanuele, Messina dal 1 al 5 febbraio 2012

Giornale di Sicilia, 4 febbraio 2012

MESSINA (gi.gi.).- Chi ama risolvere anagrammi e crittogrammi e chi ancora gioca a "Paroliere" e a "Scarabeo", mettendo in moto le proprie sinapsi neuronali, vada a vedere L'arte del dubbio, nella versione teatrale di Stefano Massini dal libro omonimo di Gianrico Carofiglio, in scena a Vittorio Emanuele sino a domenica pomeriggio. Vedrà sul palco un grazioso teatrino da fiaba (scena di Nicolas Bovey) con fisarmonicista a lato (Nicola Arata) e due clowns, Ottavia Piccolo e Vittorio Viviani, agghindati con salopette e bombetta neri, imbastire un dialogo sul dubbio a partire dalle nude sagome di Adamo ed Eva, tentati (forse) da un serpente (anche lui in sagoma che sparisce subito) a mangiare quella fatidica mela. E' uno spettacolo curioso, intelligente che sarebbe piaciuto molto a Raymond Queneau e a Georges Perec, artefici di quell'officina di letteratura potenziale denominata Oulipo, fatta di calembour, enumerazioni infinite e giochi di parole, di cui qui vengono ricordati alcuni Esercizi di stile dei 99 di Queneau. L'arte del dubbio è un decalogo sul dubbio, un gioco acuto sulle parole alle quali basta dare una scrollatina per fargli cambiare significato, come accade a la verità che rivelata diventa relativa. Il cogito cartesiano diventa dubito ergo sum e si stenta a trovare la verità vera. Per dimostrare questo assunto la Piccolo si veste da avvocato difensore di ladri e malfattori, pentiti e camorristi che riuscirà a far scagionare mettendo in contraddizione la parte lesa raffigurata da un Viviani che cambia lingua e idiomi dialettali. Lo spettacolo diretto da Sergio Fantoni diventa una commedia dell'arte dei nostri giorni in cui i due bravi protagonisti con leggerezza esprimono pensieri pesanti che avrebbero bisogno di sedimentare meglio nella testa degli spettatori che appaino quasi smarriti, preferendo forse le pagine scritte di Carofiglio, il magistrato scrittore pugliese noto al grande pubblico per i suoi gialli di cui è protagonista l'avvocato Guerrieri. Come da consuetudine non sono mancati gli applausi finali.

Gigi Giacobbe

Ultima modifica il Martedì, 23 Luglio 2013 09:35

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