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ITALIANA IN ALGERI (L') - regia Vittorio Borrelli

L'Italiana in Algeri L'Italiana in Algeri Regia Vittorio Borrelli

di Gioachino Rossini
direttore: Bruno Campanella
regia: Vittorio Borrelli, scene: Claudia Boasso, costumi: Santuzza Calì, luci: Andrea Anfossi
con Vivica Genaux / Anna Rita Gemmabella, Antonino Siragusa / David Alegret, Lorenzo Regazzo / Carlo Lepore, Carla Di Censo / Elena Borin, Roberto De Candia / Christian Senn, Alessandro Luongo / Diego Matamoros, Paola Gardina, Carlo Caputo
Orchestra e Coro del Teatro Regio
Torino, Teatro Regio, dal 4 al 15 marzo 2009

La Stampa, 8 marzo 2009

A questo Rossini educato manca il pepe della follia

E’ molto garbata L’italiana in Algeri che il Regio di Torino ha presentato con il contributo della ThalesAlenia, l’azienda aeronautica che espone nell’atrio satelliti spaziali, sonde cosmiche e un grandioso mappamondo. Ma non è, forse, il più mirabolante capolavoro buffo di Rossini un volo nel libero spazio della fantasia, della risata paradossale? Quella «follia organizzata e completa» che Stendhal salutava come una nuova entrata in orbita dell’opera italiana dopo il momento più depresso della sua storia, a cavallo tra Sette e Ottocento? Ogni ritorno dell’Italiana è quindi una festa e si può dire che lo spettacolo sia in grado di ricordarcelo. Il direttore, Bruno Campanella è uno specialista di questo repertorio: accompagna bene i cantanti, cura la concertazione in trasparenza e precisione, e l’Orchestra del Regio mostra vari momenti di notevole raffinatezza e bellezza di colori. Nel timore, però, di apparire pesante, Campanella alleggerisce il suono, portandolo talvolta al limite dell’udibile, e questo attutisce un po’ troppo la corposità dell’orchestra rossiniana, sbiadisce quella presenza ritmica e timbrica che fece sobbalzare gli ascoltatori del tempo. Il che significava, poi, usare la materia-suono in modo da incarnare una comicità travolgente e paradossale e dar vita a personaggi di una corposità che il teatro comico italiano non aveva mai conosciuto.

Tutto l’altra sera era invece fruscio, sussurro, effervescenza di leggerissime bollicine sonore: dimensione acustica su piccola scala che figurerebbe meglio in un teatro raccolto ma che, nella grande sala del Regio, rischia di rendere evanescente la plasticità dell'opera e, in ultima istanza, il suo messaggio di fondo: il trionfo, tutto italiano, dell’intelligenza sulle difficoltà e gli ostacoli della vita. Isabella che «agli sciocchi fa far quello che vuole» incarna questo temperamento. Vivica Genaux lo serve con una tecnica di canto sopraffina, gorgheggi perfetti, ma con una voce troppo piccola per imporsi come vero carattere: ne scapita il mordente, il gesto fulmineo e l’effervescenza intellettiva instillata nel personaggio dalle risate musicali di Rossini. Meglio gli uomini: Antonino Siragusa, tenore «amoroso», ha la voce «che corre» e le sue volatine acrobatiche sono un piacere; Roberto de Candia è un Taddeo eccellente per canto e temperamento; Lorenzo Regazzo un dignitoso Mustafà, che stupisce tutti camminando sulle acque di una piscina, ma appare troppo signorile, privo cioè di quei tratti grotteschi da truculento scioccone che Isabella coglie al primo sguardo, e stimolano la sua intraprendenza. Si perde, così, la funzione del deuteragonista e il contrasto si appiattisce.

Il timore di cadere nella farsa, ossia la sfiducia nei poteri trasfiguranti della musica, toglie a questa Italiana la sua carica di follia. Anche lo spettacolo di Vittorio Borrelli, con scene di Claudia Boasso e costumi di Santuzza Calì, è sulla stessa linea. Tranquillo e garbato, prevedibile e di gusto vecchiotto, rassicura il pubblico per i colori e i costumi, imitando la memorabile messinscena Anni Settanta di Jean-Pierre Ponnelle (le grate, le finestrelle, i colori, la vasca da bagno) e riprendendone un po’ pateticamente le movenze. Un ricalco che, a chi possiede quel ricordo, ha indotto un notevole senso di nostalgia.

Paolo Gallarati

Ultima modifica il Giovedì, 18 Luglio 2013 00:49
La Redazione

Questo articolo è stato scritto da uno dei collaboratori di Sipario.it. Se hai suggerimenti o commenti scrivi a comunicazione@sipario.it.

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